Il Servizio Podcast dell’Ufficio Stampa della Real Commissione per Italia del Sacro Militare Ordine Costantiniano è coordinato dal Referente per la Formazione della Delegazione di Roma e Città del Vaticano, il Prof. Enzo Cantarano, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento.
Podcast 2-7 – 6 ottobre 2024 – XXVII Domenica del Tempo Ordinario: “La bellezza del matrimonio e la verità delle relazioni interpersonali”
«Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi» (1Gv 4,12)
Una sola carne
Cari amici, celebriamo la XXVII Domenica del Tempo Ordinario e siamo introdotti dal libro della Genesi (Gen 2,18-24 – I due saranno un’unica carne) dove contempliamo l’atto della creazione di Dio, che dalla costola dell’uomo crea la donna perché siano una sola carne. “Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne”.
È molto interessante pensare che dal fianco, cioè dall’altezza del cuore, Dio fa un dono all’uomo. La donna infatti, è immagine del dono, il dono della relazione costituito in unità. Sarà per noi una figura preziosa da contemplare perché ci ricorderà che dal fianco trafitto di Cristo siamo generati come Chiesa e nutrendoci del suo Corpo e del suo Sangue diventiamo il Suo Corpo; il Corpo di Cristo che è la Chiesa, e Gesù diventa lo Sposo che l’ama fino a dare tutto se stesso per Lei.
Il racconto della creazione fa da sfondo alla pericope del Vangelo di Marco (Mc 10,2-16 – L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto) dove Gesù è interpellato da alcuni farisei che lo mettono alla prova. A Gesù viene chiesta la liceità dell’atto di ripudio, la norma che Mosè ha stabilito solo per la “durezza di cuore”. Di fatto la norma c’è, ma questo non spiega l’indissolubilità dell’amore, la reciprocità, la relazionalità, l’unità. Si ferma sul concetto di una norma che non permette di spiegare nulla. Ci sono una infinità di cose che si possono fare eppure magari quelle cose non sono atto d’amore. Non basta osservare quello che non si deve fare per amare. È lecito non rispondere alle domande, eppure chi ama, deve comunicare qualcosa, l’amore si spiega così!
Infatti, Gesù con grande stile evita di cadere nel tranello dei farisei (sul fare) riportando gli stessi interlocutori all’origine di questo meraviglioso dono: Dio li fece maschio e femmina (…) per farli diventare una sola carne. L’origine è questa: Dio li fa perché possano essere una cosa sola. È il mistero dell’amore che solo mediante l’esperienza vissuta può essere faro per l’altro e questo a tutti i livelli, non solo a livello sponsale naturalmente.
Molte volte anche noi corriamo il rischio di scivolare sulle norme. È più facile infatti, rimanere attaccati alle regole, (su quello che va fatto e quello che non va fatto), Gesù ci riporta alla sorgente della vita matrimoniale, ma anche di quella familiare, a una vita fatta di un misterioso dono dialogico e di reciprocità.
In questa domenica siamo sollecitati dalla Parola di Dio a fare ritorno alle origini della nostra vocazione, soprattutto quando le incomprensioni possono spiazzarci e non farci sentire amati; soprattutto quando siamo tentati dalle norme circa la liceità e ci rinchiudiamo dietro silenzi che non raccontano che amarezza e frustrazione. Ritornare alle origini secondo l’invito di Gesù, ci permetterà di vivere nella gioia del dono e ci fa ereditare il Regno di Dio.
Se riusciamo a cogliere il senso del messaggio come i bambini che non calcolano; se riusciamo a spenderci nell’amore senza preventivare nulla; se abbiamo uno sguardo trasparente come un fanciullo; se impariamo a non considerare il male ricevuto, allora saremo come Maria di Nazareth, capaci di intrecciare le nostre esistenze nel mistero di Dio, per essere segno del suo amore, ben coscienti che il suo amore apre a qualcosa di più grande. È l’amore che si moltiplica, che include, che ci inserisce in una dimensione trinitaria e che ci completa nella bellezza della nostra vocazione.
Fratelli, il Signore ci guarda con occhio di misericordia, lasciamoci portare dalla sua mano, permettiamo che ci conduca a quella libertà che ci fa sentire figli e chiediamo che nella verità delle nostre relazioni possa manifestarsi come Dio fedele che mantiene le sue promesse.
In questa prima domenica di ottobre, invitati dal Santo Padre a pregare per il dono della pace, invochiamo la Vergine Maria affinché “l’odio faccia spazio all’amore, la discordia all’unione” e ciascuno sia “artigiano di pace”.
Vi ricordo inoltre, che oggi per tradizione alle 12.00 si recita a Pompei e in molti luoghi la Supplica alla Vergine del Rosario per invocare la pace per le Nazioni traviate, per l’Europa e il mondo, affinché pentito ritorni al suo amore di Madre. Così la imploriamo:
O Rosario benedetto di Maria,
Catena dolce che ci rannodi a Dio,
vincolo di amore che ci unisci agli Angeli,
torre di salvezza negli assalti dell’inferno,
porto sicuro nel comune naufragio,
noi non ti lasceremo mai più.
Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia,
a te l’ultimo bacio della vita che si spegne.
E l’ultimo accento delle nostre labbra
sarà il nome tuo soave,
Regina del Rosario di Pompei,
Madre nostra cara,
Rifugio dei peccatori,
Sovrana consolatrice dei mesti.
Sii ovunque benedetta,
oggi e sempre,
in terra e in cielo.
Amen.
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Foto di copertina: L’amore famigliare: vocazione e via di santità, icona di Roberta Boesso [QUI].