Donazione di generi alimentari alla Mensa dei Poveri “Padre Pio”, profumo della carità dei Crotonesi

In rappresentanza della Sezione per la Città di Crotone della Delegazione della Calabria del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, i Cavalieri di Ufficio Antero Villaverde e Aurelio Capogreco, hanno effettuato una donazione di generi alimentari di prima necessità alla Mensa dei Poveri “Padre Pio” in piazza Lea Garofalo a Crotone, accanto al Mercato centrale della città, che aiuta ogni giorno le persone meno fortunati. I generi alimentari donati - fagioli, lenticchie e piselli in scatola – che vengono utilizzati per la preparazione dei pasti giornalieri, per circa 100 persone che vengono serviti all’interno della Mensa e per le più di 100 persone che prendono all’esterno il sacchetto con quello che viene cucinato, anche grazie alla generosità immensa dei volontari, che vengono sempre più motivati a dedicare il loro tempo e energie per assicurare che nessuno rimanga a pranzo senza un pasto caldo. Il cuore pulsante della Mensa si trova nella cucina, che rappresenta un vero e proprio faro di speranza e solidarietà per la comunità crotonese, dedicandosi a fornire un pasto caldo a chiunque ne abbia bisogno, senzatetto, migranti e famiglie bisognose della Città. La Mensa non offre solo cibo, ma è anche un rifugio di umanità e familiarità, dove le persone possono trovare sostegno emotivo e sociale, alleviando il peso della solitudine e delle difficoltà quotidiane.

Inaugurata il 18 marzo 1996 dall’allora Arcivescovo di Crotone-Santa Severina, Mons. Giuseppe Agostino, la Mensa dei Poveri “Padre Pio” è un esempio di solidarietà e dedizione verso il prossimo, della cultura del dono disinteressato, che apporti beneficio sostanziale e concreto a chi ne abbia bisogno. Viene diretta da una figura di spicco nella comunità di Crotone, Mons. Pancrazio Limina, affettuosamente conosciuto come Don Ezio, Parroco della Beata Vergine del Rosario di Pompei e Presidente del Capitolo della cattedrale di Crotone, per anni Parroco di Santa Rita e poi della basilica cattedrale di Crotone. Persona umile e buona, di una cultura impressionante, a cui Crotone deve molto, la cui dedizione verso gli “ultimi” e, soprattutto, come l’anima della Mensa dei Poveri, lo rende un esempio di umanità e altruismo che ispira molti. Parlando della sua esperienza, Don Ezio ha affermato: «Con la Mensa mi sono imbarcato in qualcosa senza sapere dove sarei andato a sbattere, ma finora, grazie a Dio, la provvidenza non è mai venuta meno». A tracciare il suo profilo, la giornalista e saggista Lucia Bellassai: «Quella di Don Ezio non è una forma di elemosina, ma restituzione di una giustizia violata, rimettere un equilibrio dove era stato tolto. La Mensa dei Poveri da lui voluta non è elemosina, ma una forma nobile di ricostruzione. Una mano invisibile in mano al cielo».

Mons. Pancrazio Limina ha ringraziato l’Ordine Costantino, che per il tramite della Sezione per la Città di Crotone della Delegazione della Calabria ha sostenuto la Mensa, manifestando la propria vicinanza agli ultimi tramite un gesto di solidarietà concreto. «La Mensa è un luogo bello – ha detto Don Lima -, bello perché profuma della Carità e dell’amore del Signore».

Il Delegato ad interim per la Calabria, S.E. il Marchese Don Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, Balì Gran Croce di Giustizia, Luogotenente per l’Italia Meridionale Peninsulare della Real Commissione per l’Italia, ha espresso parole di gratitudine: «Sono grato ai Cavalieri della Sezione per la Città di Crotone, per l’impegno che costantemente dimostrano nelle attività».

A rappresentare lo spirito profondo della Mensa dei Poveri “San Pio” di Crotone c’è una frase che non è scritta sui muri, ma nei gesti, nelle scelte, nello sguardo di chi ogni giorno si mette al servizio degli altri: «Chi chiude l’orecchio al grido del povero, griderà anch’egli, e non gli sarà risposto».

È un proverbio che sottolinea l’importanza della compassione e dell’aiuto verso chi è in difficoltà. Esprime la conseguenza di ignorare la sofferenza altrui, suggerendo che chi non mostra pietà potrebbe trovarsi nella stessa situazione di bisogno e non ricevere aiuto. Il proverbio, tratto da Proverbi 21,13, è un ammonimento e una profezia che invita all’empatia e alla solidarietà. Insegna che le azioni hanno conseguenze e che il trattare gli altri con indifferenza può portare a conseguenze negative anche per chi le compie.

È una frase che per la Mensa dei Poveri “Padre Pio” non è un semplice motto, ma un principio che orienta tutto. Ricorda che nessuno è al riparo dalla fragilità, e che ignorare chi soffre non rende più forti, ma più soli. Per coloro che rendono servizio in questa struttura, questa frase non è una teoria, è qualcosa che vivono ogni giorno, tra le mani sporche di lavoro, tra i piatti serviti con cura, tra i saluti sinceri scambiati con chi entra con occhi stanchi e ne esce con un po’ di calore in più. Risuona silenziosamente in ogni gesto. Ricorda che aiutare non è un favore che si fa agli altri, ma un atto che ci rende umani. E che, in fondo, in un mondo in cui tutti possono trovarsi in difficoltà, la scelta di ascoltare o voltarsi dall’altra parte fa la differenza.

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