San Basilio il Grande nelle sue vesti di fondamentale teologo ecumenico e giubilare

È stato pubblicato sul canale Spreaker dell’Ufficio Stampa della Real Commissione per l’Italia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio il Podcast su San Basilio il Grande nelle sue vesti di fondamentale teologo ecumenico e giubilare a cura del Referente per la Formazione della Delegazione di Roma e Città del Vaticano, il Prof. Enzo Cantarano, Cavaliere di Merito con Placca d'Argento. La fausta occasione del Giubileo della Speranza che vede riuniti in Roma i Cavalieri e le Dame del Sacro Militare Ordine Costantiniano in una solenne celebrazione presso la veneranda Basilica Papale di san Paolo Fuori le Mura, nell’ambito del Pellegrinaggio Giubilare Costantiniana, alla augusta presenza di S.A.R. il Gran Maestro e della Famiglia Reale, è sembrata propizia per presentare un Podcast extranumerario dedicato a San Basilio il Grande nelle sue vesti di fondamentale teologo ecumenico e giubilare, oltre che, secondo la tradizione, autore della Regola dell’Ordine Costantiniano.
San Basileo il Grande

Sua Santità Papa Francesco, di venerata memoria, che ha indetto il Giubileo Ordinario 2025 dal tema La Speranza non delude, è tornato alla Casa del Padre il 21 aprile del corrente anno, prima del termine del periodo giubilare e del Pellegrinaggio Giubilare Costantiniano che si celebra sotto il pontificato di Sua Santità Papa Leone XIV, felicemente regnante.

Podcast 3-3 – San Basilio il Grande nelle sue vesti di fondamentale teologo ecumenico e giubilare

Basilio di Cesarea
Il Trattato sullo Spirito Santo
e la propedeutica teologica
alla misericordia trinitaria
in ottica giubilare

Che un personaggio illustre del passato sia stato “uomo/donna del suo tempo” è una considerazione piuttosto comune ed assodata. Assai meno spesso capita che una spiccata personalità sia stata in grado di anticipare i tempi, almeno nell’ambito della sua specifica esperienza vitale, proiettandosi verso il futuro. Ma è rarissimo il caso di uomini/donne talmente sublimi da poter essere considerati addirittura al di fuori, al di sopra, del tempo.  Personaggi di questo genere, coerenti in sé stessi, tanto da superare i limiti cronologici, sono, per noi Cristiani, associati all’idea di santità. Essi partecipano, infatti, alla extra-temporalità della Buona Novella, il Vangelo. Ogni “alter Christus” partecipa di una tale “proprietà”. Questi Testimoni, svincolati dai legami del tempo, che, pur “essendo nel mondo non sono del mondo” (Gv 15,19) sono i Santi e le Sante che, proprio per questo, hanno vissuto una santità “alta” e tale da essere proposta come esempio sempre valido ad ogni uomo ed ad ogni donna nella storia dell’umanità.

Gli “anacronismi” o incoerenze cronologiche della vita di questi Testimoni credibili del Vangelo, sono emblematici di come il Messaggio Cristiano possa essere vivente e valido in ogni tempo ed in ogni luogo.

Basilio, come Francesco, in qualche misura Benedetto, e tanti altri ed altre, uomini e donne, veri ed eroici imitatori ed imitatrici di Cristo, hanno incarnato questo carisma che li ha resi, per i posteri, insigni figure profetiche e precorritrici dei tempi futuri proprio in quanto nel tempo, ma non del tempo. Le loro opere ed i loro scritti ne sono ancora palpitanti testimoni non solo per i loro contemporanei, ma anche e, direi, soprattutto, per i posteri di ogni epoca futura.

Basilio, nato nel 329 e morto nel 379, come “uomo del suo tempo” era autoritario per temperamento, fiero ed orgoglioso della sua patria e delle tradizioni di famiglia, dotato di intelligenza vivace, di vasta cultura e di squisita sensibilità. Era anche animato da infaticabile energia, nonostante la salute malferma. Tutte queste doti lo imposero all’ammirazione dei suoi conterranei e non solo. Dove Basilio non fu soltanto “uomo del suo tempo”, ma profeta illuminato ed antesignano di futuri accadimenti, teologici e non solo, fu nel suo “impegno, cui si mantenne incessantemente legato, con un manifesto senso di servizio ecumenico alla Chiesa, nella difesa del dogma trinitario” (Testi patristici. Basilio di Cesarea, Città Nuova Editrice, pagina 10), soprattutto in relazione alla Terza Persona, nell’intento anche di illustrarne l’opera essenziale nella santificazione del credente.

Dopo le dispute cristologico-trinitarie dei primi secoli e le definizioni espresse dal Primo Concilio Ecumenico, convocato dall’Imperatore Costantino, come Capo della Chiesa ed Isapostolos, a Nicea nel 325, si sarebbe manifestata tutta l’importanza e la fecondità basiliana sul piano dottrinale e politico. Basilio, infatti, alla questione trinitaria e pneumatologica impresse un’apertura, che consentiva approfondimenti ed acquisizioni ulteriori. “Proponendo una teologia rispondente alle esigenze avvertite in Oriente e pure conforme alla fede nicena, egli riuscì a dare [prima della sua morte nel 379] unità e consistenza ad una variegata realtà” (Testi patristici. Basilio di Cesarea, Città Nuova Editrice, pagina 14), che si sarebbe manifestata in tutta la sua portata nel definire i dogmi costantinopolitani del 381.

In particolare iI Trattato sullo Spirito Santo, l’ultimo degli scritti di Basilio, composto nel 375, maturò nel clima rovente della lotta ingaggiata dall’Arianesimo, la dottrina dell’eresiarca alessandrino Ario, che avvertiva nel mistero trinitario una negazione dell’unicità di Dio ed un rischio di tritesimo e, dopo la negazione della divinità del Figlio uguale a quella del Padre, si accaniva nel negare l’uguale divinità dello Spirito Santo. Tale dottrina fu condannata nel Concilio di Nicea del 325.

L’opera di Basilio ha un’indubbia rilevanza storica presentando gli sviluppi dottrinali più avanzati sull’argomento trinitario in vista delle definizioni del Concilio di Costantinopoli del 381 ed anticipava la vittoria dell’Ortodossia. In mezzo all’infuriare della polemica serrata, e mediante un ragionamento asciutto e rigoroso che si serviva di argomenti e di forme dialettiche spesso molto distanti dalle attuali, palpita “l’intensa e profonda vita interiore di Basilio, la sua indefettibile adesione ai contenuti della fede ed alla sapienza della vita. Con il Trattato, il Padre Cappadoce tocca il vertice del suo impegno di teologo e di pastore” (Testi patristici. Basilio di Cesarea, Città Nuova Editrice, pagina 5). È il suo “testamento spirituale”, la sua confessione di fede nel dogma della Trinità, non ancora perfettamente definito, in cui afferma la certezza della vocazione dell’uomo alla sua divinizzazione.

Nella definizione teologica delle Tre Persone che oggi conosciamo, quella dello Spirito Santo fu la più combattuta e contestata. Le argomentazioni cristologiche dei primi secoli, che avevano portato alla convocazione dei primi Concili ed allo sviluppo di eresie varie, ebbero, come diretta conseguenza, anche influenza nelle formulazioni teologiche della cosiddetta pneumatologia (da pneuma, cioè spirito) sulla Terza Persona della Trinità, lo Spirito Santo.

Intorno al 360, la polemica pneumatologica esplose con violenza in relazione a dubbi e negazioni sulla effettiva divinità dello Spirito, alla sua consustanzialità col Padre e con il Figlio, alla sua origine e relazione con le altre due Persone divine.

Basilio affermò con forza la divinità e la consustanzialità dello Spirito con il Padre ed il Figlio appoggiando le sue argomentazioni su di una esplorazione puntuale della Sacra Scrittura, che esplicitamente non parla della divinità dello Spirito Santo, ma che comunque fa assolutamente escludere che lo Spirito sia da considerarsi inferiore alle altre Persone della Trinità divina anche secondo la Tradizione precedente. Il dibattito sollevava viva partecipazione anche tra il popolo ed era complicato dalle interferenze e pressioni politiche e gerarchiche esercitate sui Sinodi e sui Concili soprattutto, questa volta, a causa dell’incomprensione, in Occidente e, soprattutto, a Roma, dei termini greci relativi alla consustanzialità delle tre Persone divine. Basilio, nell’ultimo capito del suo Trattato sullo Spirito Santo, esprime tutto il suo dolore per la situazione della Chiesa, che pure era ancora indivisa, a causa di queste controversie. Ovviamente, egli è perfettamente conscio dell’insufficienza del linguaggio umano per esprimere questo mistero, ma mette tutto il suo impegno per illustrare nel modo più chiaro ed evidente la duplice diversa derivazione del Figlio e dello Spirito Santo dal Padre, riuscendo a far percepire l’eterno fluire della pienezza della vita divina dal Padre al Figlio e dal Padre e dal Figlio allo Spirito Santo.

La filosofia ha una parte notevole nel Trattato e gli conferisce un carattere specialmente intellettuale, un’inconfondibile finezza di interpretazione, solidità di pensiero che si sviluppa progressivamente secondo linee direttrici ferme e sostenute in particolare nei Capitoli XVI, XVIII, XX, XXI, XXV, con precisione, incidenza espressiva e vigore dialettico.  Ai filosofi, tuttavia, Basilio ricorre, come la maggior parte dei più antichi scrittori Cristiani, con un certo disagio. Ne avverte la necessità, ma, anche, il bisogno di declassarne la dottrina per ridurla a strumento di servizio della verità di fede, mostrando comunque la propria originalità nell’elaborare la sua dottrina pneumatologica. Egli ha cercato di sopperire con cautela, circospezione ed un equilibrio fino ad allora mai raggiunto, al silenzio dei Padri del Concilio di Nicea del 325 ed ha preparato e precorso la definizione dogmatica della consustanzialità divina dello Spirito Santo proclamata dal Concilio di Costantinopoli del 381.

Il suo Trattato assunse il valore di fonte paradigmatica per le trattazioni pneumatologiche successive anche per Ambrogio ed Agostino. Il primo, nel suo Commento al Vangelo di Luca 2,12-13, assume pienamente, da Basilio, la perfetta ed unica divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo seppure in tre Ipostasi o Persone assolutamente distinte affermando: “Non c’è che una sola divinità…, ma una Persona è il Padre, una il Figlio ed un’altra lo Spirito Santo”. Per quanto riguarda l’influenza basiliana su Agostino, basti notare che l’originale affermazione di Basilio sembra già preludere al passo successivo compiuto dall’intuizione agostiniana secondo la quale lo Spirito Santo è quaedam comsubstantialis communio: l’Amore del Padre e del Figlio, l’espressione perfetta della Misericordia di Dio, poiché, come affermò poi Tommaso: “È proprio di Dio usare misericordia e specialmente in questo si manifesta la sua onnipotenza” (Summa Theologiae, II-II, q.30, a 4).

Ebbene, il Giubileo è l’espressione diretta di questa sovrana Misericordia che ha ispirato i Sommi Pontefici, da Papa Callisto III nel 1126 con il Giubileo Jacopeo in onore di San Giacomo di Compostela, a Papa Onorio III nel 1216 con il Perdono di Assisi implorato da San Francesco, a San Celestino V nel 1294 con la Perdonanza aquilana, a Papa Bonifacio VIII nel 1300, ed a tutti i successivi Papi fino a Francesco, alla concessione della Indulgenza giubilare facendo memoria dell’Anno giubilare, più volte richiamato nell’Antico Testamento. Gesù stesso, secondo l’Evangelista Luca, Capitolo 4, Versetti 18-19, proclama il proprio “manifesto” fondamentale scegliendo e leggendo il rotolo del Profeta Isaia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore”. In questo testo, programmatico del ministero di Misericordia di Gesù, che lo attualizza ed enfatizza affermando: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”, si richiamano i versetti del profeta Isaia 61,1-2; 35,5 e 58, 6, tutti espressione, appunto, della sovrana Misericordia del Creatore.

A questa stessa Misericordia noi Cavalieri e Dame Costantiniani affidiamo, con rinnovata Fede e nella Speranza che non delude, le nostre opere ed i nostri giorni, affinché siano sempre illuminati dalla luce di quell’Amore misericordioso che, secondo 1Gv 4,7-16, è Dio stesso.

Indice dei podcast trasmessi [QUI]


Venti domande e risposte sul Giubileo Ordinario 2025, sul Pellegrinaggio Costantiniano Internazionale e sul solenne Pontificale in onore di San Giorgio Martire, nell’Anno Santo 2025 per i Cavalieri, le Dame, i Postulanti e gli Amici del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

Foto di copertina: Alessandro Lonati, Rappresentazione di Basilio di Cesarea o San Basilio il Grande (329-379), Bridgeman Images, Meisterdrucke.

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