La Delegazione Marche e Romagna dona vestiario invernale al “Mantello di San Martino”

Martedì 14 dicembre 2021, nella ricorrenza festiva di San Giovanni della Croce, la Delegazione Marche e Romagna del Sacro Militare Ordine...

Martedì 14 dicembre 2021, nella ricorrenza festiva di San Giovanni della Croce, la Delegazione Marche e Romagna del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ha effettuato una donazione di circa 300 capi nuovi di abbigliamento invernale per uomo, donna, bambino allo spazio “Il mantello di San Martino”, gestita dalla Comunità Papa Giovanni XXIII e della Cooperativa sociale Grazia e Pace, operante dal 2009 a Macerone di Cesena.

Il referente per la Romagna Cav. Corrado Spadavecchia, il Cav. Gianmichele Guarino, il Cav. Massimo Comandini ed il Postulante Massimiliano Casamenti hanno portato i saluti del Delegato dott. Carlo dei Conti Cicconi Massi, provvedendo alla consegna di due enormi pacchi regalo nelle mani della responsabile Tania Mariani, che con vivo apprezzamento ha ringraziato con parole di stima e condivisione di ideali la Delegazione tutta per il prezioso dono ricevuto, che sarà particolarmente gradito alle persone bisognose, stante l’avvicinarsi delle feste Natalizie. La movimentazione della merce è potuta avvenire grazie al Cav. Guarino.

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8)

I volontari delle associazioni “Comunità Papa Giovanni XIII” e “Grazia e Pace”, con un progetto di collaborazione nato nel 2009, hanno allestito presso il Centro Sociale “I Maceri” in via Cesenatico a Macerone di Cesena lo spazio “Il Mantello di San Martino”. Qui è possibile per tutti visionare, scegliere e “acquistare” gratuitamente ciò di cui si ha bisogno.

Entrambe le associazioni promuovono forme di accoglienza e condivisione volte a migliorare il benessere di vita delle persone attraverso un sistema integrato di interventi, esperienze, progetti. Vogliono educare ad essere custodi di tutto ciò che viene donato. Vogliono educare al rispetto delle cose e ad amministrarle nel miglior modo possibile perché possano essere riutilizzate da altri. Perciò si uniscono all’invito di Papa Francesco: “Vorrei che prendessimo tutti il serio impegno di rispettare e custodire il creato, di essere attenti ad ogni persona, di contrastare la cultura dello spreco e dello scarto, per promuovere una cultura della solidarietà e dell’incontro” (Udienza Generale Mercoledì, 5 giugno 2013).

Le due Associazioni raccolgono indumenti per ogni età e accessori per l’infanzia, puliti e in buono stato. Distribuiscono il materiale e propongono corredini per neonati per dare la possibilità a ciascuno di avere in necessario per vivere. Ognuno può portarci ciò che hai in più, puoi prendere ciò di cui ha bisogno, può aiutare a smistare gli abiti, a mantenere lo spazio pulito e decoroso.

Da anni la benemerita Comunità Papa Giovanni XXIII si occupa di orfani, donne sottratte alla prostituzione, disabili, famiglie in difficoltà economiche, necessitando per tali lodevoli scopi di ogni aiuto possibile. La Cooperativa sociale Grazia e Pace gestisce quattro strutture ed un appartamento di proprietà del Comune di Cesena, per accoglienza di persone con disagio psichico; per gestanti e per madri con bambino, per accoglienza di donne sole o con minori a carico, in situazioni di bisogno; per minori.

La storia del mantello di San Martino

In un regno lontano viveva tanto tempo fa un ragazzo, Martino. Questo ragazzo era molto stimato dal Re, per i suoi modi gentili e per il suo cuore coraggioso. Presto Martino imparò a cavalcare, a tirare di scherma e con la fionda. Non usciva mai dal castello, se non per qualche battuta di caccia, durante la quale il re lo voleva sempre al suo fianco. E Martino cresceva sempre più bello, e forte, e intelligente.

Così, quando venne il momento, il re lo mandò a chiamare, perché già da tempo aveva pensato di fare di lui il suo consigliere. Quando Martino si trovò al cospetto del re, messo al corrente delle sue intenzioni (intenzioni che avrebbero certo lusingato cavalieri, nobili e principi di tutto il mondo), lui rimase un attimo in silenzio, poi chiese al re tre giorni di tempo per riflettere sulla proposta. Il re fu molto stupito, ma siccome aveva grande fiducia in Martino e lo stimava moltissimo, non si offese per nulla e accettò la sua richiesta.

Martino trascorse la prima notte nella torre del castello, e di notte, uscendo a guardare le stelle, sentì quanto piccolo fra il regno in cui viveva e quanto grande era il cielo.

Il secondo giorno cavalcò a lungo, poi trascorse la notte in una grotta che conosceva bene, perché era quella dove andava a giocare da bambino. Lì fece un sogno: era a palazzo, durante una festa, al fianco del suo re. Tutti sorridevano, tutto era bello e ricco. Poi improvvisamente si alzava una nebbia grigia e lui si ritrovava solo, in una strada stretta mai vista prima. C’erano persone tristi, povere e affamate, e ogni volta che lui cercava di aiutarle, nel sogno rimaneva come immobilizzato. E più andava avanti per quella strada, più anche lui si trasformava: i suoi bei vestiti diventavano stracci, e lui sentiva fame e sete e freddo. Si svegliò di colpo, senza sapere come finisse il sogno.

Il terzo giorno decise di andare in riva al mare, e la sera si addormentò su di una zattera ormeggiata agli scogli. E fu un sonno senza sogni. Quando si svegliò, si sentiva forte e sereno, e tornò dal re, che lo stava aspettando. “Caro re, ho pensato a lungo e mi sento onorato dalla vostra proposta, ma sento che il mio destino non è quello di restare a palazzo. Datemi il permesso di partire. E vi prometto che tornerò, non appena avrò trovato quello che cerco”. Di fronte a tanta fermezza, il re accettò la decisione di Martino, e sguainata la spada, lo nominò cavaliere dicendo: “Ora sei un cavaliere, avrai un cavallo, questo mantello rosso e la mia spada”.

Martino partì al galoppo su uno splendido cavallo bianco, col suo bellissimo mantello rosso e la spada dono del re. Compì molti atti eroici lungo la sua strada, e con la sua spada combattè ingiustizie e bugie. E passarono molti anni.

Un giorno, era autunno inoltrato, Martino cavalcava pensando a quanto tempo era passato da quando aveva lasciato il suo regno. Era novembre. Le giornate si facevano sempre più fredde, e una fittissima nebbia avvolgeva tutte le cose. Si strinse nel suo mantello rosso. L’umidità dell’aria si sentiva fin nelle ossa. Ad un certo punto il cavallo si fermò, come se avesse sentito qualcosa. Allora Martino scese dalla sella e vide, seduto sul ciglio della strada, un povero mendicante. Il freddo era insopportabile. Martino guardò tra le sue cose se c’era qualcosa che poteva essere utile per soccorrere l’uomo, ma non aveva nulla. Allora, senza nemmeno pensarci un attimo, si tolse il mantello, lo alzò in aria, e impugnata la sua spada lo divise in due parti uguali. Poi con una metà andò a coprire il mendicante, e lui si accontentò dell’altra metà. Quindi, senza dire una parola, rimontò in sella e si allontanò nella nebbia, sotto lo sguardo riconoscente dell’uomo.

Subito dopo avvenne una cosa davvero incredibile: la nebbia sparì di colpo per lasciar filtrare i raggi del sole, ed erano raggi caldi come in estate, capaci di scaldare tutto il paese. Martino si tolse anche il pezzo di mantello rimasto, tanto faceva caldo.

Quella notte sognò che Gesù si recava da lui e gli restituiva la metà di mantello che aveva condiviso. Udì Gesù dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il cavaliere che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. E capì che era il momento di tornare nel suo regno.

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