S.M. Maria Sofia von Wittelsbach fu Regina consorte delle Due Sicilie per meno di due anni, fino alla capitolazione della piazzaforte di Gaeta del 13 febbraio 1861. Divenne un mito come la “regina-soldato”, celebrata da storici e intellettuali, tra cui Marcel Proust e Gabriele D’Annunzio, e il simbolo stesso della resistenza del Regno delle Due Sicilie durante il lungo assedio piemontese della piazzaforte di Gaeta, dove con coraggio si espose costantemente al fuoco nemico e assistette di persona i feriti.
Ad accogliere le autorità istituzionali ed i membri dell’Ordine Costantiniano, intervenuti per onorare la figura di S.M. Maria Sofia è stato, in qualità di padrone di casa, l’Avv. Ugo de Flaviis, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento, Presidente della Fondazione e Soprintendente del Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera del Vestire i Nudi, insieme al Dott. Gennaro Ciccarelli ed altri collaboratori e componenti della Fondazione e Arciconfraternita.


In rappresentanza della Real Commissione per l’Italia hanno presenziato il Luogotenente per l’Italia Meridionale Peninsulare, S.E. il Marchese Don Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, Cavaliere Gran Croce di Giustizia, e il Vice-Presidente della Commissione Araldica, S. E. il Duca Don Landolfo Ambrogio Caracciolo di Melissano, Principe di Melissano e di Scanno, Cavaliere Gran Croce di Giustizia. Inoltre, guidati in vece del Delegato, Conte Don Gianluigi Gaetani dell’Aquila d’Aragona dei Duchi di Laurenzana, Cavaliere di Giustizia, dal Segretario Generale ad interim della Delegazione, Antonio Masselli, Cavaliere de Jure Sanguinis, hanno partecipato: il Responsabile della Comunicazione ad interim della Delegazione, Prof. Antonio De Stefano, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento; il Cavaliere di Giustizia Dott. Alfredo Buoninconti, Barone di Santa Maria Jacobi, Delegato della Delegazione della Campania del Real Circolo Francesco II di Borbone; i Cavalieri de Jure Sanguinis Dott. Luigi Catemario di Quadri e Ing. Patrizio Giangreco; i Cavalieri di Merito con Placca d’Argento Dott. Ettore Corrado Araimo, Avv. Alessandro Franchi e Avv. Gesualdo Marotta; i Cavalieri di Merito Dott. Domenico Giuseppe Costabile, P.I. Antonio Caputo, Prof. Luigi Cerciello, Arch. Carlo Iavazzo, Dott. Valerio Massimo Miletti, Dott. Luog.te Roberto Russo e Dott. Antonio Steardo; i Cavalieri di Ufficio: P.I. Luigi Scarano, Mar. Nicola Scarinzi e Nicola Di Frenna, Segretario della Delegazione della Campania del Real Circolo Francesco II di Borbone; i Postulanti Dott.ssa Valeria Pessetti, Silvio Beducci, Ing. Antonio Iannucci, Dott. Ciro Sommella, Dott. Gennaro Napoletano e Ing. Luigi Tullio; familiari ed amici dell’Ordine Costantiniano.


La solenne celebrazione della Santa Messa è stata presieduta alle ore 18.00 dal Cappellano Capo della Delegazione, Fra’ Sergio Galdi d’Aragona, OFM, Cappellano di Giustizia, Commissario Generale di Terra Santa in Napoli, assistito per il cerimoniale dal Dott. Domenico Giuseppe Costabile, Cavaliere di Merito.

La Prima Lettura (Eb 5,1-10 – Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì) ed il Salmo Responsoriale (Sal 109 – Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore) e la Preghiera dei fedeli sono stati recitati dal Dott. Domenico Giuseppe Costabile, Cavaliere di Merito.

Dopo la proclamazione del Vangelo (Mc 2,18-22 – Lo sposo è con loro) Fra’ Sergio Galdi d’Aragona ha tenuto l’omelia, rivolgendo anzitutto i ringraziamenti personali e a nome della Delegazione al Presidente della Fondazione e Soprintendente del Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di vestire i Nudi, nonché alle alte cariche istituzionali e ai membri della Delegazione intervenuti. Ha poi commentato le Letture, seguito da un excursus storico commemorativo della Regina Maria Sofia von Wittelsbach, narrando alcuni episodi e aneddoti legati alla sua persona e il suo impegno per la sua terra:
«La liturgia di oggi ci propone come Prima Lettura un brano tratto dalla Lettera agli Ebrei e vi sono due passaggi importanti, utili alla nostra riflessione. Innanzitutto viene ricordata la vocazione divina del sacerdozio. Colui che è prescelto è chiamato ad offrire il sacrificio per l’espiazione dei peccati del popolo ed anche per i suoi, essendo anche egli rivestito di debolezza. “Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza… Nessuno attribuisce a se stesso questo onore se non è chiamato da Dio” (Eb 5,2-4).
Il secondo passaggio ci presenta Gesù, il quale con “forti grida e lacrime offrì preghiere e suppliche a Dio che poteva salvarlo da morte” (Eb 5,7). Siamo nel momento dell’agonia spirituale nel Getsemani e Gesù ha una reazione scomposta e di paura nei confronti di ciò che dovrà accadergli, ma “imparò l’obbedienza dalle cose che patì e divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono” (Eb 5,9).
Ci sono stati due momenti storici, in cui ognuno di noi è stato presente nella mente di Dio: il momento della creazione, quando la Sapienza divina ha voluto che ognuno di noi vedesse la luce in un determinato momento della storia, nonché in un particolare luogo del mondo ed il secondo momento in cui siamo stati vividamente presenti dinanzi a Dio, è quello della passione al Getsemani, quando il Cristo si è caricato del singolo peccato di ognuno di noi.
La novità della meravigliosa storia della salvezza, il Vangelo, è come un buon vino novello, che fermenta e dunque necessita di nuovi otri di pelle, morbidi che accompagnino la fermentazione del vino, altrimenti qualora usassimo dei vecchi otri di pelle invecchiata ed irrigidita, come nella parabola che il Vangelo oggi ci presenta, si spaccherebbero ed il buon vino andrebbe perduto (cfr. Mc 2,22).
Il 19 gennaio ricorre il centenario della morte della Regina Maria Sofia, colei che per la sua audacia, il suo coraggio ed eroismo meritò da Marcel Proust il titolo di “Regina soldato”, ricordando il suo comportamento nell’assedio di Gaeta sotto i bombardamenti dell’insensibile Generale Cialdini. Nell’intervista che la Regina rilasciò al giornalista Giovanni Ansaldo e pubblicata sul Corriere della Sera nel novembre 1924, solo due mesi prima della sua morte, emerge tutta la sua amabilità, il suo amore per la nobile terra su cui regnò per così troppo poco tempo e l’attaccamento al suo popolo. In Austria durante la prima guerra mondiale, era solita recarsi in visita ai soldati prigionieri in ospedale, cercando sempre i “suoi Napoletani”, ai quali distribuiva sigari, cioccolatini e libri. Il personale che la seguiva, ridotta alla fine all’essenziale, era formato di uomini provenienti dalle varie province del Regno, uomini che non esitò a congedare, per amore delle loro vite, affinché giovani si creassero una famiglia e non “perdessero tempo attorno ad una vecchia signora”. La Duchessa Della Regina ogni anno per il 4 ottobre, giorno del suo compleanno, inviava alla Regina Maria Sofia una cassetta di maccheroni e delle conserve, così che anche a Monaco potessero ricordare un po’ dei sapori e dei profumi di Napoli. La Duchessa, anche lei anziana, confezionava personalmente il pacco con su scritta la misteriosa parola, il passe-partout che consentiva l’attraversamento delle frontiere: “Liebesgaben” (doni d’amore) e quando la preziosa cassetta arrivava a Monaco tanti erano gli invitati alla cena preparata con tanta nostalgia ed una volta l’ospite d’onore fu il Cardinal Pacelli, Nunzio Apostolico in Germania».

A conclusione del Sacro Rito, il Segretario Generale ad interim della Delegazione, Antonio Masselli, Cavaliere de Jure Sanguinis, ha recitato la Preghiera del Cavaliere Costantiniano.

Successivamente, il Responsabile della Comunicazione ad interim della Delegazione, il Prof. Antonio De Stefano, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento, ha reso omaggio alla figura di S.M. Maria Sofia von Wittelsbach, ultima Regina delle Due Sicilie:
«Questa sera, i Cavalieri, le Dame, i Postulanti e gli amici della Delegazione di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ricordano la Regina Maria Sofia von Wittelsbach, nel Centenario della morte.
Ultima Regina consorte del Regno delle Due Sicilie, in quanto moglie del Servo di Dio Francesco II di Borbone, ultimo Re delle Due Sicilie, nacque il 4 ottobre 1841 quale Duchessa in Baviera nel Castello di Possenhofen. Morì a Monaco di Baviera, il 19 gennaio 1925.
Dal Real Monte ed Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera del Vestire i Nudi la Regina viene annoverata quale Antica Consorella, Protettrice Perpetua e Benefattrice.
Questa sera rendiamo un profondo e sentito omaggio alla figura di S.M. Maria Sofia di Borbone delle Due Sicilie, un personaggio che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del Regno delle Due Sicilie e nella memoria collettiva. La sua dedizione al popolo, la sua straordinaria forza di carattere durante l’assedio di Gaeta, il suo coraggio e la sua fede la consacrano come una figura di grande valore storico e umano. La sua vita, pur segnata dalla caduta del Regno e dalle difficoltà del periodo, è un simbolo di resilienza, di amore per la sua Patria e di un profondo spirito di carità.
La vita di S.M. Maria Sofia di Borbone delle Due Sicilie è un racconto straordinario di amore, sacrificio e impegno per la sua terra e per la sua famiglia, una figura che ha attraversato momenti di grande tragedia ma anche di eroismo. La sua giovinezza, segnando l’unione tra le due dinastie europee, e il suo ruolo da regina consorte si intrecciano con le vicende storiche che hanno visto la fine del Regno delle Due Sicilie e la nascita dell’Italia unita. La sua capacità di affrontare le difficoltà durante l’assedio di Gaeta, dove si è distinta come una figura di grande coraggio e solidarietà, ha forgiato la sua immagine di “eroina di Gaeta”, amata e rispettata dalla popolazione napoletana.
La sua dedizione alla cura dei soldati e ai feriti durante l’assedio è una testimonianza del suo spirito di servizio, ma anche della sua umanità profonda, che l’ha fatta entrare nel cuore della gente, al di là delle sue funzioni politiche. Nonostante le difficoltà e la sconfitta, ha continuato a lottare per il suo popolo e il suo Regno, mantenendo una forte speranza nella restaurazione della monarchia borbonica. Le sue azioni durante gli anni di esilio, la sua resistenza a trasferirsi da Gaeta, la sua partecipazione ai tentativi di ribellione contro il nuovo regime italiano e la sua solidarietà verso i soldati Italiani durante la Prima Guerra Mondiale, nonostante le difficoltà politiche, mostrano una donna capace di navigare in un mondo di conflitti e incertezze, restando fedele ai propri ideali.
Nonostante le accuse ingiuste e le calunnie che hanno cercato di minare la sua reputazione, S.M. Maria Sofia ha saputo mantenere la sua dignità, meritandosi l’ammirazione di numerosi intellettuali e storici, tra cui Gabriele D’Annunzio e Marcel Proust, che l’hanno celebrata per il suo coraggio e la sua forza.
La sua morte nel 1925 a Monaco di Baviera, segnando la fine di un’epoca, è stata seguita da un ritorno a Napoli, dove le sue spoglie, insieme a quelle di suo marito il Servo di Dio Francesco II di Borbone e della loro figlioletta, Maria Cristina Pia, nata durante l’esilio e morta ad appena tre mesi, riposano ora nella basilica di Santa Chiara insieme a tutti i Reali della Famiglia Borbone.
S.M. Maria Sofia rimane un simbolo di fedeltà, coraggio e carità, una figura che ha scritto una pagina importante nella storia della monarchia borbonica e della sua terra».

Da sinistra in seconda fila: Dott. Alfredo Buoninconti, Ing. Antonio Iannucci, Dott. Antonio Steardo, Nicola Di Frenna, Dott. Ciro Sommella, Dott. Luog.te Roberto Russo, Mar. Nicola Scarinzi, Silvio Beducci, P.I. Luigi Scarano, Arch. Carlo Iavazzo.
Il servizio fotografico è a cura del Dott. Ciro Sommella, Postulante.
- S.M. Maria Sofia Amalia von Wittelsbach, ultima Regina delle Due Sicilie [QUI]

Foto di copertina: ritratto di Marie Sophie Amalie von Wittelsbach, Duchessa in Baviera, 1859.