La Delegazione Napoli e Campania celebra l’Esaltazione della Santa Croce presso la Cappella Magistrale in Napoli

Sabato 14 settembre 2024, festa dell'Esaltazione della Santa Croce - che costituisce, insieme alla festa di San Giorgio, l’evento religioso più importante e sentito del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio - una rappresentanza della Delegazione di Napoli e Campania, guidata dal Delegato, il Conte Don Gianluigi Gaetani dell’Aquila d’Aragona dei Duchi di Laurenzana, Cavaliere di Giustizia, ha partecipato alla solenne Celebrazione Eucaristica presso la Chiesa Magistrale, al Real Monte ed Arciconfraternita di San Giuseppe dell'opera di Vestire i Nudi in Napoli.
Croce Costantiniana

Come padrone di casa, l’Avv. Ugo de Flaviis, Cavaliere di Merito, Soprintendente del Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe dell’Opera di Vestire i Nudi, ha accolto il Delegato per Napoli e Campania, Conte Don Gianluigi Gaetani dell’Aquila d’Aragona dei Duchi di Laurenzana, Cavaliere di Giustizia e le cariche istituzionali dell’Ordine intervenute, in particolare S.A.S. Don Maurizio Ferrante Gonzaga di Vescovato, Principe del Sacro Romano Impero, Marchese del Vodice, Cavaliere Gran Croce di Giustizia, Consigliere della Real Deputazione e della Real Commissione per l’Italia, Cavaliere del Real ed Insigne Ordine di San Gennaro, Presidente Vicario d’Onore del Real Circolo Francesco II di Borbone; e S.E. il Marchese Don Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, Cavaliere Gran Croce di Giustizia, Luogotenente per l’Italia Meridionale Peninsulare della Real Commissione per l’Italia, Delegato ad interim per la Calabria.

La solenne Celebrazione Eucaristica per l’Esaltazione della Santa Croce è stata presieduta alle ore 18.00 da Fra’ Sergio Galdi d’Aragona, O.F.M., Cappellano di Giustizia, Commissario Generale di Terra Santa in Napoli, concelebrante Don Lucio D’Abbraccio, Cappellano di Merito, assistiti dal Dott. Domenico Giuseppe Costabile, Cavaliere di Merito, e da un ministrante seminarista del Commissariato della Terra Santa a Napoli.

Le Letture e il Salmo Responsoriale sono stati letti dal Dott. Domenico Giuseppe Costabile, Cavaliere di Merito. Il Vangelo è stato proclamato da Don Lucio D’Abbraccio, Cappellano di Merito. La Preghiera dei fedeli è stata recitata dall’Avv. Alessandro Franchi, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento.

L’animazione liturgica della Santa Messa è stata curata dal Coro Polifonico della Fondazione di San Giuseppe dell’Opera di Vestire i Nudi e dall’ensemble strumentale Jubilius, diretti dal Maestro Ernesto Pagliaro.

Nella sua omelia, che riportiamo di seguito, Fra’ Sergio Galdi d’Aragona ha offerto un excursus storico sulla Vera Croce, iniziando dal ritrovamento operato da Sant’Elena, madre dell’Imperatore Costantino. Ha poi approfondito i temi della spiritualità, spiegando come la Croce, pur essendo un supremo mezzo di sofferenza, rappresenti anche un segno di speranza e di carità.

A conclusione del Sacro Rito, il Delegato per Napoli e Campania, Conte Don Gianluigi Gaetani dell’Aquila d’Aragona, ha recitato la Preghiera del Cavaliere Costantiniano.

Hanno partecipato, oltre i già menzionati, i Cavalieri di Giustizia Conte Avv. Don Gerardo Mariano Rocco di Torrepadula, Commendatore dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro, Delegato degli Ordini Dinastici di Casa Savoia in Napoli, e Dott. Alfredo Buoninconti, Barone di Santa Maria Jacobi, Delegato della Campania del Real Circolo Francesco II di Borbone; i Cavalieri de Jure Sanguinis Dott. Pietro Confessore d’Introna, Ing. Patrizio Giangreco, Antonio Masselli, Avv. Giuseppe Raimondo Maio Orsini, Avv. Giovanni Carlo Parente Zamparelli, Dott. Pietro Funaro; i Cavalieri di Merito con Placca d’Argento Prof. Antonio De Stefano, Avv. Gesualdo Marotta, Avv. Stefano d’Ambrosio, Dott. Ettore Corrado Araimo; i Cavalieri di Merito Dott. Maurizio Bava, Dott. Valerio Massimo Miletti, Arch. Carlo Iavazzo, Mar. Maurizio Barbato, Dott. Luog.te Mar. Roberto Russo, P.I. Antonio Caputo, Mar. Francesco Saverio Barbato Romano, Prof. Luigi Cerciello; i Cavalieri di Ufficio Ing. Michele Todino, P.I. Luigi Scarano, Mar. Nicola Scarinzi, Dott. Antonino Giunta, Mar. Nicola Carifi, Prof. Valerio Stefano Sacco, Nicola Di Frenna, Segretario della Delegazione della Campania del Real Circolo Francesco II di Borbone; i Postulanti Dott. Ten. Angelo De Luca, Ing. Luigi Tullio, Avv. Vincenzo Fusco, Dott. Ciro Sommella, Dott. Gennaro Napoletano, Silvio Beducci, Raffaele Piccolo, Matteo Scozzi, Adriano Zeni, Diego Molinari, Antonio Virgili, Raffaele Anatriello, Giovanni Tartaglione, con familiari ed amici dell’Ordine.

Dopo la Benedizione conclusiva ed il canto del Salve Regina, il Delegato per Napoli e Campania ha pronunciato un breve discorso, esprimendo dopo le parole di saluto e di ringraziamento, anche alcune linee guida del suo mandato. In riferimento alla festa dell’Esaltazione della Santa Croce, ha evidenziato che la Croce che i Cavalieri Costantiniani portano sul mantello da chiesa e lo spirito di servizio che ne deriva deve animare tutti i membri della Sacra Milizia. Attraverso lo spirito di servizio e sotto la guida di nostro Signore Gesù Cristo, è fondamentale attuare una sinergia che unisca fraternamente tutte le forze per raggiungere il fine comune di far del bene, aiutare il prossimo e le persone in difficoltà. Inoltre, ha espresso la volontà ed il desiderio di conoscere ogni singolo membro della Delegazione al fine di creare questa sinergia di servizio che contraddistingue l’Ordine Costantiniano da secoli.

A conclusione del Sacro Rito, il Conte Don Gianluigi Gaetani dell’Aquila d’Aragona, S.E. il Marchese Don Pierluigi Sanfelice di Bagnoli e Fra’ Sergio Galdi d’Aragona si sono intrattenuti con i convenuti, auspicando di rivederci al più presto.

Omelia di Fra’ Sergio Galdi d’Aragona

La scelta della data del 14 settembre, per festeggiare l’Esaltazione della Santa Croce, riporta la nostra mente ed il nostro cuore a Gerusalemme, dove il 14 settembre dell’anno 335 d.C. fu dedicata la Basilica costantiniana del Santo Sepolcro. Essa era composta di varie parti, tra le quali: la rotonda dell’Anastasis (che in greco significa Resurrezione), inglobante l’edicola che ancora oggi custodisce la Tomba di Gesù, preceduta da un triportico su un cui lato era inglobato lo sperone di roccia del Calvario, su cui era collocata la Santa Croce rivestita d’argento e gemmata e che pochi anni prima, provvidenzialmente, era stata rinvenuta dall’Imperatrice Elena, madre di Costantino nel 327-28.

Da quel momento la Croce, ma non Gesù Crocifisso, verrà riprodotta ovunque, nei mosaici, affreschi, monili. Soltanto secoli più tardi la comunità Cristiana sarà pronta a rappresentare anche il Crocifisso inchiodato alla Croce. Questo in quanto erano stati molto forti il clamore e lo sgomento tra la comunità Cristiana del II-III secolo, causati da quello che passerà alla storia come il graffito blasfemo del Palatino.

Nella meditazione della Santa Croce siamo chiamati a volgere l’attenzione alle Scritture e, particolarmente, al Vangelo di Giovanni. L’Evangelista presenta tutto l’Antico Testamento finalizzato alla persona di Gesù. Tutto nelle Scritture ci parla di Cristo. Così Giovanni ci presenta una triplice immagine della Croce.

La prima è introdotta dalla Prima Lettura tratta dal Libro dei Numeri: il popolo di Israele nella penisola del Sinai attraversa il deserto pieno di serpentelli dal morso bruciante e che ieri come oggi provocano una morte repentina. Dio ordina a Mosè di fare un serpente e metterlo sopra un’asta (Nm 21,8) e chiunque sarà stato morso e guarderà il serpente, resterà in vita, ovvero il serpente di bronzo innalzato da Mosè nel deserto è prefigurazione della Croce di Cristo che porta la salvezza a chiunque si rivolge ad Essa. “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto” (Zc.12,10).

La seconda immagine della Croce viene presentata dall’evangelista Giovanni alla fine del primo capitolo, Natanaele viene presentato a Gesù, il quale gli dice di averlo già visto sotto un albero di fichi e dinanzi lo stupore del discepolo Gesù risponde dicendo: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi tu credi? Vedrai cose più grandi di queste… Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”. Ovvero la Croce è come la scala di Giacobbe, che unisce il cielo alla terra, non può esserci ascesi, né mistica escludendo la croce. Per crucem ad lucem per aspera ad astra.

La terza figura che Giovanni ci presenta ci porta idealmente al momento della Crocifissione. “Essi allora presero Gesù, ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte ed uno dall’altra, e Gesù in mezzo” (Gv. 19,18). Sottolineare che Gesù fosse nel mezzo appare un pleonasmo, visto che l’evangelista già ha detto che i due malfattori fossero a destra e sinistra di Gesù. Giovanni scrive per la comunità ebraica che conosceva bene le Scritture e dunque ripetendo che nel mezzo vi fosse la Croce di Gesù, immediatamente ritornano alla mente i primi capitoli della Genesi e la descrizione del Paradiso Terrestre, dove nel mezzo vi era l’albero della vita. Dunque la Croce è il nuovo albero della vita e mentre il frutto del primo nella Genesi aveva portato la morte nel mondo, il frutto del nuovo albero, il Cristo, con la sua morte ci dona la vita.

Riflessioni sulle letture festive – Festa dell’Esaltazione della Santa Croce: “Vexilla regis prodeunt, fulget crucis mysterium” [QUI]

“Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”, dice il Signore (Gv 12,32).

O Croce Santa, per te il mondo è rinnovato, abbellito, in virtù della verità che splende e della giustizia che regna in Lui.

Non ci sia per noi altro vanto che nella Croce del Signore nostro Gesù Cristo. Egli è nostra salvezza, vita e risurrezione; per mezzo di lui siamo stati salvati e liberati (Cf. Gal 6,14).

Con la festa della Santa Croce non si esalta la crudeltà della Croce, ma dell’Amore che Dio ha manifestato agli uomini accettando di morire in Croce. Pur essendo Dio, Cristo umiliò se stesso facendosi servo. Questa è la gloria della Croce di Gesù. Per questo la celebrazione nel tempo moderno assume un significato ben più alto del semplice seppur favoloso ritrovamento da parte della pia madre dell’Imperatore Costantino, Sant’Elena.

Servizio fotografico a cura del Cav. Nicola Di Frenna e dei Postulanti Dott. Ciro Sommella e Dott. Gennaro Napoletano.

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