La Delegazione Tuscia e Sabina alla celebrazione per il X Anniversario della ricostituzione dell’Arciconfraternita del Gonfalone in Viterbo

Su invito della Parrocchia di Santa Maria Nuova in Viterbo, la Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ha partecipato alla celebrazione della Santa Messa che è stata presieduta dal Vescovo di Viterbo, domenica 26 gennaio 2025 presso la chiesa di San Giovanni Battista, detta del Gonfalone, in via Cardinal La Fontaine11, in memoria del X Anniversario della ricostituzione dell’Arciconfraternita del Gonfalone e Araldi Madonna del Carmelo, avvenuta il 29 gennaio 2015 quando è iniziato il suo percorso dell’esercizio del culto pubblico, la conduzione dei momenti religiosi con i confratelli sul territorio e nelle opere di carità. Sono stati ricordati i particolari legami tra l'antico Sodalizio e la Delegazione della Tuscia e Sabina, anche a motivo della comune devozione verso la Madonna del Carmelo.
Stemma dell'Arciconfraternita del Gonfalone

La celebrazione della Santa Messa in occasione di quest’ anniversario è stata presieduta alle ore 16.30 dal Vescovo di Viterbo, Mons. Orazio Francesco Piazza, alla presenza del Sindaco di Viterbo, Chiara Frontini, e del Presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli, che hanno espresso la gratitudine ai Confratelli, guidati dal Priore Franco Chiaravalli, per l’attività di custodia e valorizzazione del patrimonio religioso che rappresenta un esempio di devozione e di fede.

Inoltre, hanno partecipato il Segretario provinciale di Confartigianato, Andrea De Simone; i parrocchiani di Santa Maria Nuova; delle rappresentanze delle confraternite della Diocesi di Viterbo; Suor Francesca Pizzaia; i Portatori della Madonna Liberatrice della Trinità e una rappresentanza dell’associazione culturale “La Rosa”, che contribuiscono all’attività della Confraternita; e una rappresentanza della Delegazione della Tuscia e Sabina, guidata dal Delegato e dal Vice Delegato, il Nob. Avv. Roberto Saccarello, Cavaliere Gran Croce de Jure Sanguinis con Placca d’Oro, e il Nob. Sandro Calista, Cavaliere de Jure Sanguinis con Placca d’Oro.

Hanno concelebrato il Cappellano Don Mario Brizi; il legale rappresentante della chiesa Santa Maria Nuova, Don Giusto Neri; il Vicario Generale, Don Luigi Fabbri; il Segretario particolare del Vescovo, Don Roberto Bracaccini; assistiti dal diacono Vincenzo Mirto. Si sono alternati nelle letture Alessandra Cortese, due confratelli dell’Arciconfraternita del Gonfalone e il diacono Vincenzo Mirto. L’animazione liturgica è stata curata dalla Schola Cantorum “Santa Maria della Quercia”, diretta da Laura Scarponi.

«La speranza è la motivazione profonda del Giubileo – ha affermato il Vescovo Orazio Francesco Piazza nella sua omelia –. La speranza non viene da fuori, ma dal Signore e ci porta consolazione. Infatti, la stiamo sperimentando è dentro la nostra vita. Non è un termine astratto, è fatto di noi. Vivere le proprie esperienze, rendere positive le nostre risorse e costruire una trama, dove il volto della speranza, emerge attraverso i nostri piccoli impegni giornalieri, le nostre fatiche e quello che possiamo offrire. È quello che noi chiamiamo il carisma della vocazione confraternale, che trasforma le vostre semplici azioni in azioni virtuose, fatte di rispetto, amicizia, impegno, ognuno con la propria “testa”; senza tralasciare la parte della disponibilità e accoglienza, nei confronti dell’altro».

Nel corso della celebrazione è stata svolta anche l’investitura di due nuovi confratelli, Renzo Bisti e Sergio Morazzini.

Al termine del Sacro Rito, il Cappellano Don Mario Brizi ha ringraziato il Vescovo di Viterbo per la sua presenza in occasione della cerimonia, le autorità cittadine presenti, tutti i confratelli per l’impegno e la dedizione che esprimono nella loro opera, ricordando e ripercorrendo i dieci anni di attività, aver trasmesso un senso di comunione tra le varie confraternite distinguendosi nelle attività sociali e religiose.

La chiesa di San Giovanni Battista in via Cardinal La Fontaine è uno dei massimi capolavori del Settecento neobarocco a Viterbo per il ciclo pittorico degli affreschi. È chiamata “del Gonfalone” dal nome della confraternita che la custodisce e che accogliere i visitatori alla scoperta delle opere e della loro storia.

In origine si chiamò Confraternita di San Giovanni Battista che dal XII secolo aveva la propria sede a valle Faul, presso un oratorio. Nel 1561 si aggregò la Confraternita del Gonfalone di Roma, che era stata fondata nel 1264 da San Bonaventura da Bagnoregio. La Confraternita viterbese ne assunse il nome, l’insegna e la divisa. L’abbigliamento era costituito da un sacco bianco con un cappuccio ed un cordone dello stesso colore e da una croce bianca e rossa in campo azzurro posta sulla spalla destra. Nel 1581 si unì a loro la Confraternita della Misericordia, ormai ridotta nel numero dei confratelli, che aveva la sua sede nella Chiesa di Santa Maria della Carbonara.

La costruzione della chiesa iniziò nel 1675 per volontà della Confraternita del Gonfalone – che allora era una delle più importanti tra le varie Confraternite presenti a Viterbo, sia per i suoi vasti possedimenti che per il numero di confratelli facoltosi – per spostare la sua sede in un luogo più prestigioso. Fra alti e bassi, nel 1746 intervenne l’Architetto Nicola Salvi che aveva già progettato la Fontana di Trevi a Roma. Venne così realizzato un unico ambiente interno con quattro altari laterali e diviso in una area iniziale e un oratorio separati da un altare centrale. I due spazi sono stati decorati ed affrescati con stili diversi in momenti diversi.

La confraternita era nata riscattare attraverso le elemosine i Cristiani prigionieri dei turchi, di visitare le persone malate, di occuparsi della dote per due fanciulle orfane e di sani principi, e per custodire il Gonfalone della città.

Nella chiesa si può ammirare lo stendardo realizzato da Giovan Francesco Romanelli e dipinto su entrambi i lati. Sul davanti è rappresentato il battesimo di Cristo mentre sul retro si ammira Maria Santissima del Riscatto (detta Madonna del Gonfalone) con San Bonaventura. Lo stendardo è messo in modo che in primo piano si ammira il Battesimo di Gesù da 1° novembre (tutti i Santi) fino al 14 agosto, mentre i restanti giorni è la Madonna ad apparire come immagine principale. Vista la delicatezza dell’opera, la Confraternita ha poi commissionato una copia di questa opera per portarla in processione.

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