Al termine della Santa Messa mattutina, Mons. Marco Salvi ha ringraziato la Delegazione delle Tuscia e Sabina per l’intensa attività caritativa espletata nel territorio di Orte. Al termine della Santa Messa vespertina, il Cardinale Francesco Coccopalmerio si è benignato accogliere l’ossequio dei Cavalieri Costantiniani.

Nella sua omelia, il Cardinal Coccopalmerio ha ricordato l’esempio di fede e testimonianza dei santi patroni, invitando la comunità a vivere ogni giorno con speranza e solidarietà: «Fidenzio e Terenzio ci insegnano a non avere paura di testimoniare il Vangelo e a custodire la fede come dono prezioso».




Al termine della Celebrazione Eucaristica è stata svolta la tradizionale Processione accompagnata da canti e preghiere, con la partecipazione delle autorità civili e religiose del territorio e dei cittadini guidati dal Sindaco, Dott. Alessandro Romoli, rinnovando una tradizione che unisce fede e senso di comunità. In occasione del Giubileo della Speranza che non delude, la Parrocchia e la Confraternita dei Santi Terenzio e Fidenzo, l’Amministrazione Comunale, il Comitato Festeggiamenti e la Banda Musicale di Bassano in Teverina “A. Bianchi”, hanno proposto un segno straordinario di fede: una Processione straordinaria, più lunga del consueto per le vie del Borgo, con l’effige dei santi patroni martiri Fidenzio e Terenzio, e le Sante Reliquie.





Partita dalla chiesa parrocchiale, la Processione – alla quale, oltre alle rappresentanze del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e del Sovrano Militare Ordine di Malta, hanno preso parte anche le principali autorità della Tuscia – ha percorso, attraversando tutto il centro storico della cittadina, via Cesare Battisti fino alla strada Ortana, proseguendo per via San Giovanni e via dei Santi Fidenzio e Terenzio fino alla Chiesa presso il Cimitero, luogo leggendario dove i santi scamparono al martirio. Dopo un momento di preghiera, la Processione ha ripreso il cammino lungo via dei Santi Fidenzio e Terenzio fino a raggiungere piazza della Libertà e la chiesa dell’Immacolata Concezione.
L’amministrazione comunale ha invitato tutti i Bassanesi a prendere parte a questo importante appuntamento, segno di identità e condivisione per l’intera collettività, invitando i residenti ad esporre in segno di festa drappeggi e bandiere lungo il percorso.
La festa si è conclusa in un clima di gioia e devozione, con momenti di fraternità e ringraziamento da parte di tutta la cittadinanza.

Bassano in Teverina
Bassano in Teverina è un piccolo comune del Lazio in Provincia di Viterbo, al confine con l’Umbria, di circa 1.100 abitanti, situato a 22 km da Viterbo e 9 km da Orte, con una storia antica che risale all’epoca etrusca, come dimostrano reperti come tratti di fortificazioni in opera quadrata e una necropoli di tombe a camera in località Poggio Zucco. Posto in una posizione a 304 m s.l.m. che domina dall’alto la Valle del Tevere, il borgo si estende in prossimità delle propaggini dei Monti Cimini.
A valle del centro storico, a non molta distanza dal Tevere è il lago Vadimone, descritto da Plinio il Giovane come “una ruota messa a giacere, con un circonferenza in tutto regolare… di colore, più pallido, più verde e più intenso del marino”, oggi quasi del tutto interrato, ma alimentato da sorgenti sulfuree. In prossimità delle sue sponde gli Etruschi compivano riti e feste periodiche, mentre nelle sue acque i Romani immergevano le armi per renderle invitte. La romanizzazione di questa parte dell’Etruria comportò una riorganizzazione della viabilità: il territorio fu attraversato dalla Via Amerina, una delle poche strade consolari rimaste fino al Medioevo. Altra importantissima strada che attraversava il territorio passando sotto il centro antico era “la strada della barca” o “delle coste”. Dal suo famoso belvedere, si può ammirare uno splendido panorama sulla Valle del Tevere e sulla vicina Umbria. Passeggiando nel centro storico, riconosciuto dall’Associazione dei Borghi più Belli d’Italia, quale uno dei più bei borghi del nostro Paese, dove si incontrano Chiese di varie epoche a testimonianza di un’epoca e di una storia antiche.

Chiesa dei Santi Fidenzio e Terenzio
Poche e scarne sono le notizie di una chiesa a Bassano in Teverina, dedicata ai due santi patroni della città, i Santi Fidenzio e Terenzio, citata per la prima volta nel 1677 assieme a quella di S. Rocco che andò distrutta nel XIX secolo.
La chiesa, con facciata a salienti rialzata su cinque ampi gradini, l’interno spoglio e disadorno, originariamente suddiviso in tre ampie navate da quattro ampie arcate, oggi si presenta a navata unica con abside e soffitto a capriate spioventi. Sulla parete di destra è posto un affresco staccato e riportato su tela (176 x129 cm), proveniente forse dalla diruta chiesa di San Rocco. Risale al XVI secolo ed è attribuito ad un maestro umbro-laziale, purtroppo in pessime condizioni.
L’abside è completamente affrescata, dominata dalla figura della Vergine col Bambino fra i santi patroni, assisa su un trono verosimilmente ligneo di sapore rinascimentale. Si notano due figure angeliche che sovrastano il trono ma ritoccate e lo stile si contrappone alla figura più plastica della Vergine raffaellesca. I santi sono rappresentati in armatura di soldati romani, Fidenzio con la palma del martirio, Terenzio con la bandiera recante una croce rossa in campo bianco e alle spalle un cavallo. Sovrasta l’immagine di Dio Padre in gloria fra cherubini e Santi Carlo Borromeo e Biagio.
Sulla chiave dell’arco presbiteriale è dipinta una targa recante l’iscrizione: “Confraternita santi Fidenzio e Terenzio- Interventi di restauro 1793”, data alla quale sono verosimilmente da riferire tutti i motivi ornamentali dell’abside.

Santi Fidenzio e Terenzio di Todi Martiri
Esistono due recensioni del Passio di Fidenzio e Terenzio, secondo la quale essi sarebbero venuti a Roma ex Calcedona Syriae, per desiderio del martirio, durante l’Impero di Diocleziano e Massimiano. Arrestati e sottoposti a tormenti e al supplizio del fuoco, ne uscirono illesi. Mentre venivano condotti fuori Roma per esser decapitati in luogo a tutti ignoto, alcuni orsi sbranarono i soldati ed essi furono da un angelo nascosti in una cripta, donde poi furono guidati verso l’Umbria. Ripresi presso Todi in civitate Martana furono decapitati un 27 settembre. Sul loro sepolcro fu eretta una chiesa che ancora si vede presso Massa Martana.
Questo Passio non è che una favola redatta verso il secolo IX sulla falsariga di quella dei dodici fratelli siri e di quella dei Santi Mauro e Felice.
Il Lanzoni fa presente che il Terenzio di Todi potrebbe essere il medesimo santo omonimo di Luni e di Pesaro. Il Delehaye, dopo aver osservato, che di questi santi non si hanno notizie all’infuori di quelle forniteci dal favoloso Passio, fa notare come il 1° settembre a Todi si commemora Terenziano, avanzando l’ipotesi che il Terenzio del 27 settembre non sia altro che uno sdoppiamento del vescovo tudertino.
Le reliquie dei due santi sarebbero state asportate da Teodorico di Metz, nel 970, come narra Sigeberto di Gembloux nella sua Vita.
Fidenzio e Terenzio sono ricordati nel Martirologio Romano al 27 settembre.

Il Cardinale Francesco Coccopalmerio
S.Em.R. il Signor Cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, è nato il 6 marzo 1938 a San Giuliano Milanese, nell’Arcidiocesi di Milano, dove il 14 marzo ha ricevuto il battesimo. Sua madre, Giuseppina Ceppi, era originaria di Sernio in Valtellina; suo padre, Alberto, nativo di Scontrone, in Abruzzo.
Dopo aver ottenuto, al termine dell’anno scolastico 1956-1957, la maturità classica presso il Liceo statale di Busto Arsizio (Varese), è entrato a Vengono Inferiore nel Seminario arcivescovile di Milano, di cui è stato alunno dal 1957 al 1962. Qui ha frequentato i primi due anni dei corsi della Facoltà teologica milanese, raggiungendo il baccellierato. Completata la formazione seminaristica e accademica, il 29 giugno 1962 è stato ordinato sacerdote dall’Arcivescovo metropolita di Milano, Cardinale Giovanni Battista Montini, futuro Papa San Paolo VI.
Dopo un anno di insegnamento nel Seminario minore di Masnago (Varese), il 26 giugno 1963 ha ottenuto la licenza in teologia. Inviato a Roma per specializzarsi in diritto canonico, ha frequentato la Facoltà di diritto canonico della Pontificia Università Gregoriana, fino a raggiungere nel 1968, sotto la guida del Gesuita Wilhelm Bertrams, il dottorato con una dissertazione dal titolo La partecipazione degli acattolici al culto della Chiesa Cattolica nella pratica e nella dottrina della Santa Sede dall’inizio del secolo XVII ai nostri giorni. Contestualmente si è iscritto alla Pontificia Accademia Alfonsiana, ottenendo nel 1970 il diploma di specializzazione in teologia morale. Ha frequentato poi la Facoltà di giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, dove nel 1976 ha conseguito la laurea con il Prof. Orio Giacchi.
I più significativi incarichi svolti nella diocesi ambrosiana sono stati quelli di addetto all’Avvocatura generale della Curia arcivescovile dal 1966 e, a partire dal 1980, di avvocato generale. Nel 1985 è divenuto Pro-vicario generale dell’Arcidiocesi.
Otto anni più tardi, l’8 aprile 1993, è stato nominato da Papa San Giovanni Paolo II Vescovo titolare di Celiana di Numidia e Vescovo ausiliare di Milano. Il successivo 22 maggio ha ricevuto l’ordinazione episcopale nella basilica di Sant’Ambrogio dall’Arcivescovo metropolita, Cardinale Carlo Maria Martini. Come Vescovo ausiliare si è occupato soprattutto dei settori della cultura e dell’ecumenismo, e di questioni giuridiche, mettendo a disposizione la propria competenza in tali settori anche a favore della regione ecclesiastica lombarda.
Nella Conferenza Episcopale Italiana è stato membro del Consiglio per gli affari giuridici dal 1993 e poi Presidente del medesimo organismo dal 1999.
Il 15 febbraio 2007 è stato chiamato a Roma da Papa Benedetto XVI come Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Sotto la sua Presidenza sono stati celebrati i Venticinque anni dalla promulgazione del Codice di Diritto Canonico (1983-2008) e il Ventennale dall’entrata in vigore del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali (1990-2010). È stato anche membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Dal 2008 è Consulente centrale dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani.
Ha insegnato Diritto canonico nella Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, sia nella sede del Seminario di Venegono sia nella sede centrale di Milano, a partire dall’anno accademico 1966. Dal 1981 Professore invitato nella Facoltà di diritto canonico della Pontificia Università Gregoriana. È stato fondatore, con il Gesuita Jean Beyer, della rivista Quaderni di Diritto Ecclesiale ed è autore di numerose pubblicazioni scientifiche nelle quali ha affrontato soprattutto i temi riguardanti la riflessione sulla identità del diritto ecclesiale, il Secondo libro del Codice (in particolare la comunione con la Chiesa e la parrocchia), la communicatio in sacris e il diritto penale.
È Cappellano Conventuale ad honorem del Sovrano Militare Ordine di Malta e nel 2010 ha ricevuto il premio internazionale Empedocle per il diritto, l’economia e l’etica.
Da Papa Benedetto XVI creato e pubblicato cardinale nel Concistoro del 18 febbraio 2012, del Titolo di San Giuseppe dei Falegnami, Diaconia elevata pro hac vice a Titolo presbiteriale (4 marzo 2022).
Ha partecipato al Conclave del marzo 2013 che ha eletto Papa Francesco.