La Delegazione Tuscia e Sabina partecipa al Rinnovo del Patto d’Amore con la Madonna della Quercia a Viterbo

Domenica 8 settembre 2024, XXIII Domenica del Tempo Ordinario, Natività della Beata Vergine Maria, ricorrendo la festa della Madonna della Quercia, la Città dei Papi ha rinnovato il tradizionale Patto d’Amore con la Custode della Città di Viterbo e dal 1986 la patrona principale della Diocesi. Si tratta di una tradizione che ha origine nel 1467, quando la Madonna della Quercia, invocata dai Viterbesi, liberò e salvò la Città dalla epidemia di peste che la stava flagellando. Come di consueto, una Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio è stata invitata a partecipare al Rito.
Madonna della Quercia

L’atto solenne del Rinnovo del Patto d’Amore fra la Comunità Civica e la Madonna della Quercia, invocando sui cittadini e la Città la benedizione di Dio e la protezione della Santissima Vergine Maria – accuratamente preparata da Mons. Massimiliano Balsi, Parroco-Rettore del santuario basilica di Santa Maria della Quercia, Cappellano di Merito con Placca d’Argento – è stato suggellato dall’accensione delle lampade che illumineranno l’effige della Vergine e dall’omaggio floreale, dalla lettura della formula di rito, sottoscritto con Mons. Orazio Francesco Piazza, Vescovo di Viterbo, da parte di Chiara Frontini, Sindaco di Viterbo.

La prima cittadina, presente assieme ad alcuni Assessori e Consiglieri dell’amministrazione comunale alle celebrazioni pomeridiane, ha donato oltre alla corona di fiori, pure un serto di rose e un rosario. “simbolo di comunione tra le istituzioni religiose e quelle laiche”. “Accolgo questo come segno simbolico di un cammino di vita, un percorso che si compie nel nome della fede, che oggi come allora sarà la nostra forza per superare i momenti difficili”, ha detto Mons. Piazza, in occasione del suo secondo Patto d’Amore. “È una giornata piena di gioia e commozione. La Madonna della Quercia è custode della città ma anche del nostro cuore. È la nostra quercia con radici solidi, forti e robuste. È il nostro riferimento, la nostra stella di vita, la nostra speranza”.

La Delegazione della Tuscia e Sabina, che ha partecipato in forma ufficiale al solenne Rito che suggella da oltre sei secoli il legame indissolubile del territorio viterbese con la Madre di Dio, è stata guidata dal Ten. Col. Dott. Francesco Genna, Cavaliere di Merito. Prima del Patto d’Amore, dalla chiesa di Santa Maria del Paradiso alle ore 16.30 è partita la tradizionale Grande Processione, che ha percorso viale Trento e ha raggiunto il santuario della Madonna della Quercia. È stata aperta dal Corteo Storico con gli sbandieratori, seguito dalle associazioni del territorio, le Confraternite con i loro stendardi, gli Ordini Cavallereschi, gli Ordini religiosi, il Clero e i Vescovi, i gonfaloni della provincia e dei comuni, le autorità civili e militari, e i fedeli tutti.

La Curia ha ribadito l’importanza del ruolo della Madonna della Quercia per la Diocesi di Viterbo e ha invitato a partecipare alle celebrazioni i sindaci delle cinque comunità che unendosi hanno dato vita alla diocesi 58 anni fa: Bagnoregio, Montefiascone, Acquapendente, Bolsena e appunto Viterbo. “Sono stati invitati a partecipare tutti i sindaci dei vari comuni della diocesi perché c’è sintonia e convergenza tra comunità ecclesiale e civile – ha spiegato Mons. Luigi Fabbri, Vicario Generale-Moderator Curiae della Diocesi di Viterbo -. I patti, come quello tra la Città e la Madonna, vanno rispettati in base ai propri ruoli e il nostro prevede di far convergere tutti verso il bene della comunità”.

Il Patto d’Amore si svolge in una settimana iniziata con le festività di Santa Rosa [QUI]. “Il patto avviene dopo santa Rosa ma non per questo è meno importante – ha dichiarato Chiara Frontini, Sindaco di Viterbo -. È un bel segnale l’invito dei sindaci delle altre comunità diocesane perché è una festa che deve essere sempre più centrale nel calendario. Negli scorsi anni abbiamo donato dei simboli alla Madonna per suggellare il valore che rappresenta per la città: una fede nunziale e uno stemma del Comune. Anche quest’anno doneremo un simbolo”.

Mons. Massimiliano Balsi, Parroco-Rettore del santuario basilica di Santa Maria della Quercia, ha ricordato il valore di questo evento per i Viterbesi: “Il Patto d’Amore non è qualcosa voluto dalla Chiesa, ma dai Priori e dai Viterbesi che sollecitarono il vescovo ad una presa di coscienza il 20 settembre 1467. In qualche modo sancisce la volontà di non fermarsi alle parole ma ai fatti”.

Il Santuario della Quercia è il più importante luogo di culto mariano della Provincia di Viterbo e uno dei più spettacolari e storicamente significativi. Venne eretto a partire dal 1467 nei pressi della località in cui era stata collocata secondo la tradizione l’icona della “Vergine Maria con un bambino tra le braccia” commissionata nel 1417 al pittore Monetto e collocata tra i rami di una quercia.

La basilica presenta una facciata semplice su cui si aprono tre portali d’ingresso sormontati da lunette in terracotta, opera di Andrea Della Robbia mentre l’alta torre campanaria, opera di Ambrogio da Milano, è situata a destra del santuario, isolata rispetto alla facciata. Il complesso è arricchito da due chiostri, uno del XV e l’altro del XVI secolo.

L’interno della chiesa è un capolavoro di armonie del Rinascimento, diviso a tre navate da due file di colonne reggenti ampie arcate a tutto sesto. Nella navata centrale il bellissimo soffitto a lacunari, realizzato da Giovanni di Pietro detto Pazera su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, vede lo stemma di Papa Paolo III e i gigli della famiglia Farnese, aggiunti nel 1536, quando il Papa a proprie spese fece realizzare la sfarzosa doratura.

Al centro del presbiterio troneggia l’edicola marmorea di Andrea Bregno che racchiude la quercia e la tegola miracolosa. Oltre il tabernacolo si apre un grandioso coro, intarsiato da Francesco di Domenico di Zanobi del Tasso e Giuliano di Giovanni detto il Pollastra, ora ridotto ai due terzi della sua primitiva lunghezza.

La storia del miracoloso dipinto della Madonna della Quercia è straordinaria. Esso venne commissionato nel 1417 per personale devozione da Mastro Battista Ruzzante al pittore Maestro Monetto, per porlo a protezione dei fedeli su una quercia. Lo incaricò di dipingere l’immagine della Vergine Maria con il Bambino su di una tegola piana. La tradizione tramanda, come riferisce lo storico Niccolò della Tuccia, che mentre il pittore stava lavorando al dipinto si addormentò e nel sogno vide gli angeli che completavano l’opera, disegnando e colorando il volto e gli occhi della Madonna. Al suo risveglio scoprì il dipinto completato e perfetto tanto da attribuirlo con certezza a mano angelica.

La storia del Patto d’Amore risale al 1467, quando durante i mesi di luglio e di agosto un terribile flagello si abbatté su tutto l’Alto Lazio: la peste. Moltissime persone furono colpite dal tremendo morbo. Nel mese di agosto, all’improvviso come chiamata da una voce misteriosa, una moltitudine di persone accorse intorno alla quercia con il dipinto della Madonna. In seguito arrivarono migliaia di persone proveniente da tutti i paesi della Tuscia. La peste alla fine cessò per il prodigioso intervento della Vergine. Il Popolo decise allora di fare una solenne processione di ringraziamento e i Priori di Viterbo ne chiesero il permesso al Vescovo Pietro, che autorizzò anche il culto alla Vergine ormai da tutti invocata come “Madonna della Quercia”. La prima processione del “Patto d’amore” fu fatta il 20 Settembre del 1467 e rinnovata lungo i secoli fino ai nostri giorni. Come avviene dal XV secolo, la Città dei Papi continua a rivolgersi con fervore alla Madre di Dio per chiedere la sua celeste protezione.

Preghiera alla Madonna della Quercia

Vergine Santa, Madonna della Quercia,
Patrona della Diocesi di Viterbo,
raccolti in questo santuario a Te consacrato,
Ti rivolgiamo una supplice e confidente preghiera:
vigila sul Successore di Pietro e sulla Chiesa affidata alle sue cure;
vigila su questa comunità diocesana e sui suoi pastori,
sull’Italia, sull’Europa e sugli altri continenti.
Regina della pace, ottieni il dono della concordia e della pace
per i popoli e per l’intera umanità.
Vergine obbediente, Madre di Cristo,
che, con il tuo docile “si” all’annuncio dell’Angelo,
sei diventata Madre dell’Onnipotente,
aiuta tutti i tuoi figli ad assecondare
i disegni che il Padre celeste ha su ciascuno,
per cooperare all’universale progetto di redenzione,
che Cristo ha compiuto morendo sulla croce.
Vergine di Nazareth, Regina della famiglia,
rendi le nostre famiglie cristiane fucine di vita evangelica,
arricchite dal dono di molte vocazioni
al sacerdozio e alla vita consacrata.
Mantieni salda l’unità delle nostre famiglie,
oggi tanto minacciata da ogni parte,
e rendile focolari di serenità e di concordia,
dove il dialogo paziente dissipi le difficoltà e i contrasti.
Veglia soprattutto su quelle divise e in crisi,
Madre di perdono e di riconciliazione.
Vergine Immacolata, Madre della Chiesa,
alimenta l’entusiasmo di tutte le componenti
della nostra Diocesi: delle parrocchie e dei gruppi ecclesiali,
delle associazioni e delle nuove forme di impegno apostolico
che il Signore va suscitando con il suo Santo Spirito;
rendi ferma e decisa la volontà di quanti
il Padrone della messe continua a chiamare
come operai nella sua vigna, perché,
resistendo a ogni lusinga ed insidia mondana,
perseverino generosamente nel seguire il cammino intrapreso,
e, con il tuo materno soccorso, diventino testimoni di Cristo
attratti dal fulgore del suo Amore, sorgente di gioia.
Vergine Clemente, Madre dell’umanità,
volgi il tuo sguardo sugli uomini e le donne del nostro tempo,
sui popoli e i loro governanti, sulle nazioni e i continenti;
consola chi piange, chi soffre, chi pena per l’umana ingiustizia,
sostieni chi vacilla sotto il peso della fatica
e guarda al futuro senza speranza;
incoraggia chi lavora per costruire un mondo migliore
dove trionfi la giustizia e regni la fraternità,
dove cessino l’egoismo e l’odio, e la violenza.
Ogni forma e manifestazione di violenza
sia vinta dalla forza pacificatrice di Cristo!
Vergine dell’ascolto, Stella della speranza,
Madre della Misericordia,
sorgente attraverso la quale è venuto nel mondo Gesù,
nostra vita e nostra gioia,
noi Ti ringraziamo e Ti rinnoviamo l’offerta della vita,
certi che non ci abbandoni mai,
specialmente nei momenti bui e difficili dell’esistenza.
Accompagnaci sempre: ora e nell’ora della nostra morte.
Amen!

Papa Benedetto XVI
Viterbo, 6 settembre 2009

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