La Delegazione Tuscia Sabina partecipa alla Santa Messa in suffragio di Papa Francesco

Un silenzio carico di emozione, una comunità unita nel dolore e nella preghiera. È questa l’immagine che resterà impressa nei cuori dei tantissimi fedeli, che mercoledì 23 aprile 2025 alle ore 18.30 si sono ritrovati nella basilica cattedrale di San Lorenzo, la chiesa madre della Diocesi di Viterbo, per partecipare alla celebrazione della Santa Messa in suffragio di Papa Francesco, scomparso a 88 anni la mattina del 21 aprile 2025, Lunedì dell’Angelo, secondo giorno dell’Ottava di Pasqua. Presenti al Sacro Rito una rappresentanza della Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, che ha assistito da uno speciale settore unitamente agli altri Ordini cavallereschi, il Sovrano Militare Ordine di Malta e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Locandina

Presenti alla Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Vescovo di Viterbo, Mons. Orazio Francesco Piazza, concelebranti i sacerdoti secolari e regolari della diocesi, anche le massime autorità civili e militari del territorio, tra cui il Prefetto Gennaro Capo; il Procuratore Paolo Auriemma; Alessandro Romoli, Presidente della Provincia di Viterbo; Chiara Frontini, Sindaco di Viterbo; Antonella Sberna, Presidente del Parlamento europeo; i rappresentanti delle forze armate e delle istituzioni. In tanti, cittadini comuni e religiosi, hanno voluto rendere omaggio a colui che per dodici anni ha guidato la Chiesa universale con semplicità, coraggio e misericordia.

La rappresentanza della Delegazione Tuscia e Sabina era guidata dal Vice Delegato Nob. Sandro Calista, Cavaliere de Jure Sanguinis con Placca d’Oro.

Omelia

«Siamo toccati dalla tristezza del distacco – ha esordito Mons. Piazza nella sua omelia -. Una tristezza che invita alla riflessione ma che è illuminata dalla luce del cero pasquale. Quella luce che ci ha insegnato cosa significa rinascere e mai rassegnarsi di fronte alle complessità del vivere».

Quindi, Mons. Piazza ha tracciato un bilancio simbolico del magistero di Papa Francesco, riconoscendone i segni più concreti: «È iniziato con la gioia del Vangelo e si è concluso con la speranza che non delude. Una speranza fondata sulla potenza dell’amore che redime, rigenera e chiama alla trasparenza interiore».

Mons. Piazza ha parlato di un pontefice che ha (anche) rivoluzionato il linguaggio con cui la Chiesa si relaziona al mondo: «Ha cambiato il vocabolario con cui leggere i contesti della vita, pronunciando anche parole politiche importanti. Ha chiamato la Chiesa a seguirlo sul suo tracciato fatto di pace, misericordia, giustizia e purezza di cuore per saper guardare alla realtà per ciò che è».

Mons. Piazza ha espresso un richiamo forte alla speranza nella resurrezione e all’impegno dei fedeli a proseguire nel cammino tracciato da Francesco, che ha posto al centro del suo pontificato l’attenzione ai poveri, la pace e la fraternità tra i popoli. «Per Francesco – ha aggiunto – l’agenda della Chiesa è sempre stata quella dei bisogni del mondo. La parola chiave era “contestualità”: parlare alle persone là dove si trovano, riconoscere la dignità di ogni essere umano, promuovere un’economia dal volto umano, custodire il creato con responsabilità e non con dominio. E per tenere insieme le tante realtà, la strada è solo una: il dialogo e l’inclusione, per ritrovare un mondo realmente umano”.

Mons. Piazza conclude con un ricordo personale: «Ho incontrato Papa Francesco in diverse occasioni, anche in modo privato. Due parole non sono mai mancate: “coraggio e creatività”. Per lui significavano la capacità di andare oltre, di varcare le soglie e aprire sentieri nuovi, dove tutto converge in una corresponsabilità condivisa».

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