La Santa Messa è stata officiata alle ore 10.00 nella chiesetta alpina di Santa Margherita da Don Reinhard Lazzeri, in parte in tedesco ed in parte in italiana.






Tra gli ospiti, erano presenti S.E. Mario Carotenuto, Ambasciatore del Sovrano Militare Ordine di Malta in Egitto e l’esimio araldista e conosciutissimo artista Marco Foppoli, Cavaliere de Jure Sanguinis.




Conclusa la Celebrazione Eucaristica, per ringraziare sia il coro parrocchiale che ha animato la liturgia, sia la comunità che oramai da tre anni ospita questo evento, i Confratelli del Trentino Alto Adige hanno offerto un simpaticissimo e gustosissimo aperitivo.


L’incontro è poi proseguito con un pranzo conviviale con amici e simpatizzanti dell’Ordine Costantiniano nell’adiacente ristorante Fichtenhof, ove sono state degustate specialità sudtirolesi, mostrando ancora una volta come a Cauria si respiri una grande atmosfera cavalleresca, così ebbra degli antichi valori che l’Ordine Costantiniano ha sempre portato avanti sotto l’insegna di San Giorgio.

La chiesa parrocchiale di Santa Margherita, menzionata per la prima volta in un documento del 1276, venne consacrata nel 1404 da “frater Vitali”, suffraganeo e vicario del principe vescovo Giorgio di Liechtenstein. Anche se le origini risalgono al XIII secolo, il suo stile è il tardo-gotico, essendo stata completamente restaurata intorno al 1500. Navata e coro hanno soffitti a volta, rispettivamente a nido d’ape e a stella, con costoloni sorretti da mensole e da teste umane. Pienamente gotici sono finestroni archiacuti a traforo, come pure a traforo sono le decorazioni delle finestre del campanile che ha una cuspide ottagonale. L’arredo interno della chiesa è di stile neogotico. L’altare maggiore, a colonne e con ampio frontone, presentava la statua di San Giorgio e la pala di Santa Margherita, trafugate qualche anno fa, ricomposto con elementi più antichi nel 1655. Un incendio scoppiato il giorno dell’Assunzione del 1895 provocò la distruzione del tetto della chiesa e della torre, che fu rifatto utilizzando 20.000 scandole di larice ma, solo cento anni dopo, dovette essere nuovamente ricostruito per le infiltrazioni di acqua nel sottotetto. La sua navata venne ampliata nel 1913/14 e proprio a questo periodo risale la maggior parte degli arredi interni.