La Sezione di Enna della Delegazione Sicilia Orientale dedica la Santa Messa mensile a San Giovanni Battista

Domenica 23 giugno 2024 alle ore 10.30 presso il santuario di San Giuseppe, la Sezione di Enna della Delegazione della Sicilia Orientale del Sacro Militare Ordine Costantino di San Giorgio ha dedicato la celebrazione della Santa Messa mensile a San Giovanni Battista, nella prossimità della solennità della sua nascita. Era l’ultimo dei grandi profeti d’Israele; precursore e primo testimone di Gesù Signore; predicatore della conversione e dell’amore del prossimo perché è vicino il regno dei cieli; impartisce ai discepoli il battesimo di conversione in remissione dei peccati (Matteo 3,2; Marco 1,4) e in questo contesto battezzatore di Gesù; martire per la difesa della legge morale.
Foto di gruppo

La Santa Messa è stata officiata dal Parroco del Santuario di San Giuseppe di Enna, Don Giacomo Zangara, Cappellano di Merito con Placca d’Argento, che dedicato la sua omelia alla figura di San Giovanni Battista.

«”Venne un uomo mandato da Dio: e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce”. I versetti 6-8 del Prologo mostrano la figura di Giovanni Battista come l’elemento iniziale della missione pubblica di Gesù e presentano Giovanni come un uomo mandato da Dio con il compito di testimone. È un’idea fondamentale per delineare la figura del Battista: egli è colui che dà testimonianza; non tanto un maestro, quanto piuttosto un testimone, non uno che spiega delle teorie ma uno che comunica la forza della propria esperienza» (Don Claudio Doglio, Conversazioni bibliche).

Cristo lo definì “il più grande tra i nati da donna”. San Giovanni Battista, il precursore di Gesù, è uno dei santi più venerati nel mondo cristiano ed è l’unico di cui la Chiesa celebra il giorno della nascita terrena, il 24 giugno, oltre a quello del martirio, il 29 agosto. La solennità della Natività di San Giovanni Battista, fin dal tempo di Sant’Agostino, era celebrata al 24 giugno, perché, essendo la nascita di Gesù fissata al 25 dicembre, quella di Giovanni doveva essere celebrata sei mesi prima, secondo quanto annunciò l’Arcangelo Gabriele a Maria.

Nel Vangelo secondo Luca (1,5) si dice che era nato in una famiglia sacerdotale. Suo padre Zaccaria era della classe di Abia e la madre Elisabetta, discendeva da Aronne. Essi erano osservanti di tutte le leggi del Signore, ma non avevano avuto figli, perché Elisabetta era sterile e ormai anziana.

Un giorno, mentre Zaccaria offriva l’incenso nel Tempio, gli comparve l’Arcangelo Gabriele che gli disse: “Non temere Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché sarà grande davanti al Signore” e proseguendo nel descrivere le sue virtù, cioè pieno di Spirito Santo, operatore di conversioni in Israele, precursore del Signore con lo spirito e la forza di Elia.

Della sua infanzia e giovinezza non si sa niente, ma quando ebbe un’età conveniente, Giovanni, conscio della sua missione, andò a vivere nel deserto, conducendo una vita di penitenza e di preghiera, secondo la tradizione ebraica del voto di nazireato: “Giovanni portava un vestito di peli di dromedario e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico” (Vangelo secondo Marco 1,6).

Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio (28-29 d.C.), iniziò la sua missione lungo il fiume Giordano e con l’annuncio dell’avvento del regno messianico ormai vicino, esortava alla conversione e predicava la penitenza. Da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dalla regione intorno al Giordano, tanta gente accorreva ad ascoltarlo, considerandolo un profeta. Ma Giovanni usava definire se stesso e la sua missione come “voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, raddrizzate i Suoi sentieri!”

Coloro che accoglievano la sua parola, in segno di purificazione dai peccati e di nascita a nuova vita, usava immergerli nelle acque del Giordano, dando in tal modo un Battesimo di pentimento per la remissione dei peccati. Da ciò il nome di Battista, che gli fu dato.

Anche i soldati del Re Erode Antipa andavano da lui, a chiedergli cosa potevano fare se il loro mestiere era così disgraziato e malvisto dalla popolazione; e lui rispondeva: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno e contentatevi delle vostre paghe” (Lc 3,13).

Molti cominciarono a pensare che egli fosse il Messia tanto atteso, ma Giovanni assicurava loro di essere solo il Precursore. Un giorno, sulle rive del Giordano, avviene l’incontro con lo stesso Messia, che gli chiede di essere anche lui battezzato. Giovanni quando se lo vide davanti disse: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato dal mondo!” e a Gesù: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?” e Gesù: “Lascia fare per ora, poiché conviene che adempiamo ogni giustizia”. Allora Giovanni acconsentì e lo battezzò e vide scendere lo Spirito Santo su di Lui come una colomba, mentre una voce diceva: “Questo è il mio Figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto”. Da quel momento Giovanni confidava ai suoi discepoli “Ora la mia gioia è completa. Egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3, 29-30).

«La sua missione era compiuta: “Questa mia gioia è piena, io devo diminuire perché lui deve crescere”. Questo è un principio fondamentale della nostra esperienza Cristiana, che il Battista ci ha insegnato come testimone-profeta. Cristo deve crescere nella mia vita, il mio io deve diminuire. Più decresce il mio io, più in me cresce il Cristo. Più avviene questo e più la mia gioia è piena e io mi realizzo personalmente come amico dello sposo, strettamente unito a lui e in ascolto della sua parola. La liturgia ha scelto anche le date di nascita del Battista e di Gesù proprio con questo gioco simbolico: al solstizio d’inverno, quando è collocata la nascita di Cristo, il sole comincia a crescere, le giornate si allungano; al solstizio d’estate, quando è collocata la nascita del Battista, le giornate cominciano ad accorciarsi ed è proprio il gioco inverso: nasce la voce che deve diminuire per preparare la parola che deve crescere» (Don Claudio Doglio, Conversazioni bibliche).

Giovanni il Battista, uomo giusto e amante della verità, per i suoi forti ideali, morì decapitato in prigione. Lo aveva fatto arrestare il Re Erode a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che aveva sposata. Giovanni, infatti, gli aveva ricordato che non gli era lecito stare con la moglie di suo fratello. Erode però riconoscendo in lui un uomo giusto, non avrebbe voluto farlo uccidere. Ma Erodiade l’ebbe vinta, convincendo la figlia a chiedere, come premio per la sua danza ad un banchetto, proprio la testa del Battista.

Salomé chiese alla madre consiglio ed Erodiade prese la palla al balzo, e le disse di chiedere la testa del Battista. A tale richiesta fattagli dalla ragazza davanti a tutti, Erode ne rimase rattristato, ma per il giuramento fatto pubblicamente (“Chiedimi qualsiasi cosa e io te la darò”), non volle rifiutare e ordinò alle guardie che gli fosse portata la testa di Giovanni, che era nelle prigioni della reggia. Il Battista fu decapitato e la sua testa fu portata su un vassoio e data alla ragazza che la diede alla madre. I suoi discepoli saputo del martirio, vennero a recuperare il corpo per deporlo in un sepolcro.

L’ uccisione suscitando grande orrore, accrebbe così tanto la fama del Battista, che il suo culto si diffuse prestissimo in tutta la Cristianità e nel corso dei secoli presentato magro, ascetico, vestito con abiti rozzi, un agnello in braccio o accanto a lui e un alto bastone che spesso termina con una croce, divenne il Santo più raffigurato nell’arte sacra.

Patrono di svariate città, le celebrazioni devozionali legate alla sua venerazione sono ovunque. Cosa ben diversa riguarda le reliquie, come per tante di esse del periodo delle Crociate, dove si faceva a gara a portare in Occidente reliquie sante e importanti. Per esempio, la testa si sdoppiò: una a Roma nel XII secolo e un’altra ad Amiens nel XIII secolo. A Roma si custodisce la testa senza la mandibola nella chiesa di S. Silvestro in Capite, mentre la cattedrale di San Lorenzo di Viterbo, custodirebbe il Sacro Mento. Le ceneri, invece, sebbene siano state sparse al vento, sono venerate a Genova nella Cattedrale di San Lorenzo [QUI]. Risparmiamo infine la descrizione di braccia, dita, denti, diffusi in numero veramente spropositato in centinaia di chiese europee.

Al di là di queste storture – frutto del desiderio di possedere ad ogni costo una reliquia del grande profeta – ciò testimonia, alla fine, la grande devozione e popolarità di quest’uomo, che condensò in sé tanti grandi caratteri identificativi della sua santità, come parente di Gesù, precursore di Cristo, ultimo dei grandi profeti d’Israele, primo testimone-apostolo di Gesù, battezzatore di Cristo, eremita, predicatore e trascinatore di folle, istitutore di un Battesimo di perdono dei peccati, martire per la difesa della legge giudaica.

Podcast – Riflessioni sulle letture festive – Solennità della Natività di San Giovanni Battista: “Ti renderò luce delle nazioni” (Isaia 49, 6) [QUI]

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