Podcast 2-67 – 20 aprile 2025 – Domenica di Pasqua-Risurrezione del Signore. Alleluia! Cristo è risorto!
Prima Lettura: At 10,34.37-43 – Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. Salmo responsoriale: Sal 117 – Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo. Seconda Lettura: Col 3,1-4 – Cercate le cose di lassù, dove è Cristo. Vangelo: Gv 20,1-9 – Egli doveva risuscitare dai morti.
Il Signore è veramente risorto. Alleluia.
A lui gloria e potenza nei secoli eterni.
Alleluia, alleluia (Cf. Lc 24,34; Ap 1,6).
Alla vittima pasquale,
s’innalzi oggi il sacrificio di lode.
L’Agnello ha redento il suo gregge,
l’Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.
Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.
«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».
Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.
Sulla solennità di Pasqua, sulla Risurrezione di Gesù si fonda tutta la nostra fede. È Gesù la pietra scartata dai costruttori e divenuta pietra d’angolo.
L’evangelista ci dà il lieto annuncio della Risurrezione: il primo giorno dopo il sabato il sepolcro è vuoto. I discepoli di Gesù si trovarono all’improvviso di fronte ad una realtà nuova, umanamente incredibile, sconvolgente.
La prima ad accorgersi è stata Maria di Magdala, che si era recata di buon mattino con due amiche portando aromi per imbalsamare il corpo di Gesù. Preoccupate per come rimuovere la pietra della sepoltura, trovarono la pietra già rimossa mentre due angeli dicono loro: “Chi cercate? Gesù è risorto, come vi aveva annunziato. Anzi avvertite i suoi discepoli perché presto verrà a trovarvi”. Pietro e Giovanni accorsero subito al sepolcro e costatarono la verità, come avevano detto le donne.
La Risurrezione di Gesù non è una favola, ma un evento unico ed irrepetibile: lo afferma anche Paolo, dopo la sua conversione: “Se Cristo non è risorto, vana e vuota è la nostra fede, la nostra predicazione”. Sant’Agostino aggiunge: “La risurrezione di Gesù è la nostra speranza”. Anche noi, destinati alla morte, non disperiamo perché come Cristo è risorto anche noi risorgeremo!” La morte non sarà l’ultima parola, perché a trionfare sarà la vita. La nostra speranza non si fonda su vani ragionamenti o desideri umani, ma su un fatto storico: Cristo è davvero risorto. La Risurrezione di Cristo è la pietra fondamentale della nostra fede.
Il Sinedrio aveva voluto la condanna a morte di Gesù, ma mostra di avere paura di Gesù vivo e morto. Di Gesù vivo perché tutti correvano da Lui, di Gesù morto perché aveva chiaramente affermato: “Dopo tre giorni risusciterò”. I Sommi Sacerdoti e il Sinedrio avevano perciò convinto Pilato a fare custodire la sepoltura con due picchetti armati di soldati Ebrei e Romani. Nessuno poteva avvicinarsi per trafugare il corpo di Gesù. Nessuno vide Gesù nel suo risorgere: gli angeli scesero, tolsero la pietra, ostruirono la sepoltura per dire a tutti: “Chi cercate? Cercate il vivo in mezzo ai morti? È risorto, come Egli stesso aveva detto”.
I discepoli avrebbero dovuto credere alla Risurrezione sulla parola di Gesù. Essi invece si decidono a credere solo quando Gesù appare loro nel cenacolo. Credono dopo avere visto Gesù vivo, che esce ed entra a porte chiuse, si ferma con loro e dà le prove più eclatanti della sua Risurrezione. Sono costretti dall’evidenza ad accettare la realtà. La Risurrezione non è una teoria ma un evento; è una realtà storica già rivelata da Gesù stesso. Gesù mette gli Apostoli davanti all’evidenza: “Toccatemi e guardate! Il fantasma non ha carne ed ossa come vedete Io ho”.
Paolo di Tarso, che incontrò Cristo Gesù, scriverà poi ai Cristiani di Corinto esortandoli a rimanere saldi nella fede ricevuta. Il nostro cammino talvolta è frenato, è ostruito da una pietra tombale che bisogna rimuovere: è la pietra della sfiducia in chi confida solo nelle proprie forze ed è chiuso nel proprio egoismo, che non permette di guardare fuori, oltre il proprio io. Talvolta è la pietra del peccato che ferma il nostro cammino: il peccato che prima seduce e poi lascia solo l’amaro in bocca e spinge alla solitudine e alla morte.
È la Pasqua di Risurrezione, amico che leggi o ascolti, è veramente Pasqua di Risurrezione se ti decidi e togli la pietra tombale, che non ti permette di guardare la luce divina. Giuda tradì il Signore e, disperato, andò ad impiccarsi. Pietro rinnegò il Maestro divino, pianse il suo peccato e Gesù lo costituì “capo” della sua Chiesa: “Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle!” Ritornare all’amore vivo verso Gesù è essenziale: allora è veramente Pasqua.
La fede in Cristo Gesù crocifisso e risorto è il cuore del messaggio della Santa Pasqua. Ai piedi della croce Gesù ci ha offerto anche un’ancora di salvezza: è Maria sua madre. “Donna, disse Gesù a Maria, ecco tuo figlio”: Giovanni, l’uomo che ha bisogno del tuo amore materno; l’uomo amareggiato dalla vita e sfiduciato; l’uomo vittima della povertà o della guerra spietata. Maria, rivolgi a noi la tua mano pietosa; soccorrici nelle traversie della vita, portaci a Cristo, frutto benedetto del tuo seno.
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