Riflessioni sulle letture festive – Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Ave Crux, spes unica

È stato pubblicato sul canale Spreaker dell’Ufficio Stampa della Real Commissione per l’Italia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio il podcast con la meditazione per la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce, a cura del Prof. Don Pietro Pisciotta, letta dalla Dott.ssa Valentina Villano, Dama di Ufficio, di cui riportiamo di seguito l’audio e il testo. L’Esaltazione della Santa Croce ci fa conoscere un aspetto del suo cuore che solo Dio stesso poteva rivelarci: la ferita provocata dal peccato e dall’ingratitudine dell’uomo diventa fonte, non solo di una sovrabbondanza d’amore, ma anche di una nuova creazione nella gloria. Attraverso la follia della Croce, lo scandalo della sofferenza può diventare sapienza, e la gloria promessa a Gesù può essere condivisa da tutti coloro che desideravano seguirlo. La morte, la malattia, le molteplici ferite che l’uomo riceve nella carne e nel cuore, tutto questo diventa, per la piccola creatura, un’occasione per lasciarsi prendere più intensamente dalla vita stessa di Dio. Con questa festa la Chiesa ci invita a ricevere questa sapienza divina, che Maria ha vissuto pienamente presso la Croce: la sofferenza del mondo, follia e scandalo, diventa, nel sangue di Cristo, grido d’amore e seme di gloria per ciascuno di noi.
Esaltazione della Santa Croce

Il 13 settembre 335 venne dedicata a Gerusalemme la chiesa della Risurrezione e del Martyrium. Il giorno seguente con solenne cerimonia si fece l’ostensione della Santa Croce, che l’Imperatrice Elena aveva ritrovato il 14 settembre 320. Nel 614, il Re dei Persiani, Cosroe II, mosse guerra ai Romani e dopo aver sconfitto Gerusalemme, portò via con sé, tra i tesori, anche la Croce di Gesù. Eraclio, Imperatore bizantino, propose a Cosroe la pace, che venne però respinta: di fronte al diniego, mosse guerra e vinse presso Ninive, chiedendo la restituzione della Croce, che tornò a Gerusalemme.
Con la festa della Santa Croce non si esalta la crudeltà della Croce, ma dell’Amore che Dio ha manifestato agli uomini accettando di morire in Croce. Pur essendo Dio, Cristo umiliò se stesso facendosi servo. Questa è la gloria della Croce di Gesù.
“Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”, dice il Signore (Gv 12,32).
O Croce Santa, per te il mondo è rinnovato, abbellito, in virtù della verità che splende e della giustizia che regna in Lui.
Non ci sia per noi altro vanto che nella Croce del Signore nostro Gesù Cristo. Egli è nostra salvezza, vita e risurrezione. Per mezzo di lui siamo stati salvati e liberati (Cfr. Gal 6,14).

Podcast 3-4 – 14 settembre 2025 – Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Ave crux, spes unica

Prima Lettura: Nm 21,4-9 – Chiunque sarà stato morso e guarderà il serpente, resterà in vita. Salmo responsoriale: Sal 77 – Non dimenticate le opere del Signore! Fil 2,6-11 – Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò. Vangelo: Gv 3,13-17 – Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.

Ave Crux, spes unica

L’odierna domenica coincide con la solennità dell’Esaltazione della Santa Croce: una felice coincidenza perché la Croce gloriosa di Cristo Gesù è per tutti segno di speranza, di riscatto e di pace. La pace che oggi tutta l’umanità desidera e la invoca ricordando le parole di Gesù: sono venuto a portare la pace, la serenità e la vita. La pace è veramente il più grande dono di Dio.

Da strumento di supplizio e di morte, la Croce di Gesù è circonfusa di gioia e di vita. Gesù, infatti, pur essendo di natura divina, spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e per salvare l’uomo, per riconciliare la terra con il cielo, ha offerto sé stesso al Padre, sacrificato sulla Croce e offrendo la sua vita in riscatto per tutta l’umanità.

La condanna a morte in croce era riservata solo ai servi. Gesù, creatore del cielo e della terra, umiliò sé stesso assumendo la condizione di servo. Non c’è amore più grande di chi dà la vita per la salvezza di tutti. La Croce, strumento di sofferenza ed umiliazione, diventa per noi Cristiani il segno più alto dell’amore di Dio per l’umanità.

Dio già aveva prefigurato nell’Antico Testamento la salvezza per mezzo della Croce quando il popolo ebreo, liberato dalla schiavitù dell’Egitto, nel deserto aveva imprecato contro Dio e Mosè, non contento della manna e desideroso di pane e acqua. Dio aveva inviato allora contro il popolo serpenti velenosi che mordevano la gente e parecchi morirono. Il popolo allora corse da Mosè chiedendo perdono e pregandolo di intercedere per tutto il popolo presso Dio. Mosè pregò l’Altissimo e Dio consigliò a Mosè: “Fai un serpente di bronzo, mettilo sopra un’asta e chi guarderà con fede quel serpente sarà guarito”. Così avvenne. Dio aveva già prefigurato nell’Antico Testamento la forza salvifica della Croce. Gesù dirà ai suoi Apostoli: come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.

Quando guardiamo Cristo Gesù crocifisso, contempliamo il segno di amore infinito di Dio per l’umanità. La Croce ci parla solo dell’altezza e profondità dell’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza. Da qui la celebrazione della Messa inizia con il segno della Croce e si conclude con lo stesso segno. Possiamo veramente dire: O Crux, ave spes unica! La croce non è più sinonimo di maledizione ma di vera benedizione. La Chiesa presenta al mondo la Croce come “albero della vita” dal quale si può cogliere oggi il senso ultimo e pieno di ogni singola esistenza e della intera storia umana.

Nel giardino del Paradiso, si legge nella Bibbia, ai piedi dell’albero c’era una donna, Eva, che sedotta dal Maligno mangiò il frutto proibito. Sul Calvario, ai piedi dell’albero della Croce c’è un’altra donna, Maria, che docile al progetto di Dio, partecipa all’offerta che il Figlio fa di sé al Padre e diventa la madre dell’umanità redenta da Cristo Gesù. Alla Vergine Addolorata noi oggi affidiamo i giovani e le famiglie tutte, affidiamo l’umanità intera perché viva nella pace e nell’amore instaurato da Cristo Gesù. Vergine Immacolata, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. Siamo peccatori, ma figli tuoi, a Te affidati dallo stesso Gesù, figlio tuo e fratello nostro.

La Croce sarà sempre la nostra bandiera, perché in essa scopriamo l’amore incommensurabile di Cristo Gesù, il salvatore. Ave Crux, spes unica.

Indice dei podcast trasmessi [QUI]

Foto di copertina: La festa del 14 settembre nella Cristianità Ortodossa è chiamata “Esaltazione della Preziosa e Vivificante Croce”.
Le raffigurazioni iconografiche dell’evento dell’Esaltazione sono conosciute dal IX secolo (la miniatura nelle “Omelie di Gregorio Nazianzeno”). Nella sua fase iniziale l’iconografia dell’Esaltazione non si basava sulla scena storica con il Patriarca Macario, ma sulla rappresentazione del rito dell’erezione della Croce nella Santa Sofia a Costantinopoli.
Il centro dell’icona è ovviamente la Santissima Croce, ai cui lati si trovano quasi sempre il beatissimo Costantino e Santa Elena sua madre, Imperatori romani, vestiti con sfarzo nei loro abiti regali.
Elena spesso regge la Croce con la mano destra mentre la indica con la mano sinistra, gesto analogo a quello figurato sulle Madonne Odigitrie.
Sulla parte posteriore troviamo la legenda “IC XC NIKA” ovvero “Gesù Cristo vince”, in riferimento alla visione del beatissimo Costantino che lo ispirò a dipingere il segno cristiano sugli scudi e che gli meritò la vittoria contro il rivale Massenzio, pagano.
Il piedistallo della Croce, inclinato, è spiegato dal tropario dell’Ora Nona che si recita ogni giorno: “Tra i due ladroni è apparsa la tua croce, qual bilancia di giustizia: ad uno venne inclinato verso l’inferno il suo destino a causa della bestemmia; all’altro alleggerito dai peccati fu concesso di innalzarsi per la confessione della tua divinità”.
Dal XV-XVI secolo, nelle Icone dell’Esaltazione si presenta l’iconografia ulteriormente sviluppata: si narra l’evento intero dell’elevazione della Croce e la benedizione della città. Il centro della figura si sposta e la Croce è sorretta dal Patriarca di Gerusalemme, Macario, e la scena è urbana. Sono presenti figure anonime di clero e fedeli che assistono al ritrovamento miracoloso, con gli Imperatori dotati di nimbo, che si trovano spostati rispetto all’epicentro della scena.


Venti domande e risposte sul Giubileo Ordinario 2025, sul Pellegrinaggio Costantiniano Internazionale e sul solenne Pontificale in onore di San Giorgio Martire, nell’Anno Santo 2025 per i Cavalieri, le Dame, i Postulanti e gli Amici del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

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