Riflessioni sulle letture festive – I Domenica di Avvento: Siate pronti e vigilate

È stato pubblicato sul canale Speaker dell’Ufficio Stampa della Real Commissione per l’Italia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio il podcast con la meditazione per la I Domenica di Avvento, a cura di Prof. Don Pietro Pisciotta, letta dalla Dott.ssa Valentina Villano, Dama di Ufficio, di cui riportiamo di seguito l’audio e il testo. Il Vangelo di Luca è indirizzato ai Cristiani della sua epoca ma anche a quelli di tutti i tempi, che devono vivere nella fede del Signore in mezzo al mondo. Sono parole di consolazione e di speranza, di fronte alle tribolazioni e alle tristezze della vita. Gli avvenimenti che disorientano gli uomini sono per i Cristiani il segno che l’ora della salvezza si avvicina. Dietro le peripezie essi possono scoprire l’inizio di una nuova era. Il Vangelo mette in guardia contro il pericolo di rilassarsi nel quotidiano. Bisogna restare vigili, in preghiera, e chiedere forza, perché ogni affanno terreno smussa i cuori, distrae il pensiero e impedisce di vivere, senza angoscia né sorpresa, l’attesa gioiosa del Signore che è misericordia e vita nuova.

Podcast 2-27 –1° Dicembre 2024 – I Domenica di Avvento: Siate pronti e vigilate

«Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo» (Luca 21,36)

Inizia il nuovo anno liturgico: il termine Avvento dal latino significa arrivo, venuta, presenza. Indica infatti la realizzazione della promessa divina. Dio non dimentica l’uomo, creato a sua immagine e somiglianza. Dopo il peccato originale Dio promette “un salvatore” e nella pienezza dei tempi “il Verbo si fece carne”, nasce Gesù “germoglio di giustizia e di pace”.

L’Avvento è la preparazione alla solennità del Natale. Nel frattempo, oggi ci si prepara alla seconda venuta di Cristo Gesù. Due venute di Gesù: la prima in modo silenzioso e Gesù nasce in una grotta perché non ci fu posto per lui nella città. La seconda venuta sarà alla fine di questo mondo. Verrà allora come giudice della storia e giudicherà i buoni e i cattivi con un giudizio inappellabile.

Oggi ci prepariamo a celebrare la sua prima venuta, sulla quale si fonda tutta la speranza Cristiana. Dio mantiene la sua promessa: è arrivato il tempo. Dio mantiene la sua promessa: verrà il germoglio di giustizia, che rende giusti, che riapre le porte del Regno dei cieli, riappacificherà la terra con il cielo e Dio sarà per tutti “il Padre nostro che sei nei cieli”. Da qui la gioia Cristiana, la gioia del Natale.

Gesù, il Verbo incarnato arriva nel silenzio e nell’umiltà. Egli è il liberatore, colui che, come uomo, ha voluto patire e morire per liberarci da questa prigione di morte. Il messaggio che ci proviene da questa I Domenica di Avvento ci proietta subito verso il ritorno glorioso di Cristo Gesù quando, alla fine ritornerà come giudice della storia.

Durante questo primo periodo Gesù è rimasto con noi nell’Eucaristia per non lasciarci soli e così dare forza, vigore e consistenza alla nostra debolezza e fragilità. Con il peccato originale l’uomo era caduto sotto il dominio della morte, Dio però ha avuto pietà di noi. “Kyrie, eleison”. Dio aveva fatto una promessa ed è venuto incontro all’uomo ascoltando la supplica: “Vieni, Signore Gesù, si aprano i cieli e piova il Giusto”.

Ecco perché l’Avvento è tempo di gioia, di preghiera, è tempo di speranza perché Dio non delude. La speranza è essenziale nella vita Cristiana. Assieme alla Fede e alla Carità costituisce la triade indispensabile della vita Cristiana.

La Speranza spesso è rappresentata da un’ancora o da una vela: l’ancora tiene ferma la barca nel mare, la vela serve a spingere la barca avanti o verso la terra ferma. Ai figli bisogna dare la speranza prima del pane come agli studenti è necessario dare la speranza prima della dottrina e del sapere.

L’Avvento, mentre fa memoria della prima venuta del Signore nella carne, ci invita a risvegliare in noi l’attesa del ritorno glorioso di Cristo Gesù come Signore e Re della storia. Dio infatti è buono e misericordioso, è il Pastore che stringe a sé la pecorella smarrita. Ma Egli è anche giusto e santo e perciò giudice che premia e castiga. Da qui l’appello che in questa domenica Gesù ci ripropone: “Vegliate in ogni momento”, invito rivolto ai discepoli e a tutti i discepoli da Lui particolarmente amati, perché nell’ora che non conosciamo saremo chiamati a rendere conto.

Guardiamo, amici carissimi, anche oggi al futuro della nostra storia. Dio rispetta la nostra libertà, ma libertà non è libertinaggio ma presa di coscienza e di responsabilità. Resta la certezza che questo mondo finirà e su questo mondo Gesù, il “Figlio dell’uomo” tornerà giudice onnipotente, come d’altronde ripetiamo nel Credo o professione della fede: “Verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti” (vivi e i morti = buoni e cattivi), vero giudice della storia umana.

Un filosofo della storia, Karl Marx, aveva definito la religione “l’oppio dei popoli”. Povero illuso: la religione è vera presa di coscienza nell’umiltà del nostro essere, nella consapevolezza che proveniamo da Dio e ritorniamo a Dio. L’insegnamento di Cristo Gesù non è pura evasione ma vera spinta a un impegno serio e duraturo: fede vera e sincera, amore verso Dio e i fratelli in nome di Dio, perché figli di Dio e nostri fratelli e sorelle.

L’apostolo Paolo ci ricorda oggi come si attua l’impegno Cristiano: davanti all’insidia dell’individualismo sta il caloroso impegno a crescere nella fraternità, nell’amore verso Dio e i fratelli: vegliate e pregate per comparire davanti al Figlio dell’uomo.

“Fugit irreparabile tempus”: la fuga del tempo è una fuga inarrestabile; chi ha tempo non aspetti altro tempo. Guardati attorno, rifletti, discerni e poi vaglia sopra ogni cosa per distinguere bene la pula, che il vento disperde e porta via, dai valori eterni intramontabili.

È necessario alimentare ogni giorno la nostra Speranza che ha come fondamento la Parola irrevocabile di Dio. La Speranza è la sorella della Fede: con la Fede si vede e si conosce quello che é. Con la Speranza si intravede quello che sarà. La Speranza sostenne il popolo di Dio e vide realizzata l’attesa messianica. La Speranza ci fa guardare avanti con fiducia. Dio non delude, confida in Lui.

Inizia questo nuovo anno liturgico perché sia per tutti un anno di grazia e di amore. La Madonna, la Vergine Santissima, madre di Gesù e nostra, ci prenda per mano, ci rassicuri sotto il suo materno manto, ci porti a Cristo, frutto benedetto del suo seno.

Indice dei podcast trasmessi [QUI]

«Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: “Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta”. Gli domandarono: “Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?” Rispose: “Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: ‘Sono io’ e: ‘Il tempo è prossimo’; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine”. Poi disse loro: “Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo”» (Luca 21,5-11).

«In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo» (Lc 21,25-28.34-36 – La vostra liberazione è vicina).

Foto di copertina: Ludwig Ferdinand Schnorr von Carolsfeld, Der letzte Mensch (L’ultimo uomo) o Apocalisse, 1831, Museum Georg Schäfer, Schweinfurt, Bayern.

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