Podcast 2-42 – 19 gennaio 2025 – II Domenica del Tempo Ordinario. La famiglia: vera Chiesa domestica
Prima Lettura: Is 62,1-5 – Gioirà lo sposo per la sposa. Salmo responsoriale: Sal 95 – Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore – Seconda Lettura: 1Cor 12,4-11 – L’unico e medesimo Spirito distribuisce a ciascuno come vuole. Vangelo: Gv 2,1-11 – Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù. Un racconto che parla di festa, di famiglia, di imprevisti, di intercessione e di misericordia infinita.
Gesù dà il via alla vita pubblica santificando la famiglia, realtà dove l’uomo realizza pienamente se stesso, la famiglia intesa come legame intimo voluto da Dio tra un uomo e una donna; vincolo unitario ed indissolubile. Questo legame ci riporta all’alleanza sancita tra Dio e il suo popolo che si coniuga in “amore sponsale”: Dio ama la sua Chiesa come lo sposo è chiamato ad amare la sua sposa.
Gesù dà inizio alla sua vita pubblica partecipando ad una cena di matrimonio, dove compie il primo miracolo in favore della famiglia; conclude la vita pubblica con l’ultima cena dove istituisce il sacramento dell’Eucaristia: coincidenza assai significativa.
La famiglia si costituisce con il sacramento dell’amore tra un uomo e una donna, ma al vertice di questo amore necessita la presenza di Cristo Gesù, il Figlio di Dio incarnato nel quale l’umanità è assunta dalla divinità. È grande il sacramento del matrimonio: ma non c’è vera famiglia senza amore; “amare”, bada bene, non è solo piacere o solo eros; è necessario che nella famiglia l’amore diventi “donazione” o “agape”: cioè “ti voglio bene” (io voglio il tuo bene); questo amore, mirabile agli occhi di Dio, trova in Cristo Gesù il santificatore della famiglia. È necessario invitare Cristo a nozze per costruire la famiglia (Chiesa domestica) alla maniera della Chiesa di Cristo (che è la Famiglia delle famiglie): solo allora si dà una base solida ed indiscussa alla famiglia.
Anche Gesù nell’istituire la Chiesa cercò di darle una base solida, l’ha costruita su una pietra forte ed indiscussa: riunì attorno ad essa i Dodici, ne scelse uno: Simone, figlio di Giovanni, al quale disse: d’oggi innanzi ti chiamerai “pietra”, roccia, perché su questa pietra io edificherò la mia Chiesa: la Chiesa di Cristo Gesù, anche se è come una barca in un mare tempestoso, non affonderà mai, perché al timone della barca c’è Pietro, elemento visibile di una realtà invisibile: lo Spirito Santo che guida la Chiesa e lo stesso Gesù sempre presente sulla barca e, pertanto, “le porte degli inferi non prevarranno”.
Ciò che conta è la presenza reale di Gesù nella famiglia. Il miracolo delle nozze di Cana è significativo: alla cena di nozze era presente Gesù con i Dodici e con Maria, sua madre. L’occhio vigile di Maria si accorge che il vino sta per finire ed invita Gesù ad intervenire con la sua forza divina. Maria invita poi i servi a recarsi da Gesù e questi ordina loro di riempire le anfore di acqua, poi benedice e questa diventa ottimo vino: un vino così squisito che spinse il maggiordomo a richiamare lo sposo: tutti recano a tavola il vino buono all’inizio, tu lo hai riservato solo per la fine; non sapeva, poverino, che era il vino del miracolo.
La crisi che oggi incombe sula società è crisi della famiglia; oggi si amano più i cani e i gatti che i bambini; oggi si preferisce la convivenza (amore provvisorio) al matrimonio (unione stabile per tutta la vita); oggi domina soprattutto l’eros, il piacere piuttosto che l’amore, che è sacrificio e donazione. È necessario ormai solo ricostruire la vera famiglia; questo è un tempo prezioso che richiede responsabilità ed amore. È necessario aprirsi al vero orizzonte dell’amore, alla luce della parola di Dio.
Il matrimonio è un dono: la donazione di sé all’altro, la gioia del dare e del fare felice. Il termine “coniuge”, cum iugo, due persone poste sotto lo stesso giogo, che si aiutano a vicenda e nell’aiuto realizzano se stesse, anche in chiave carismatica, per il bene della famiglia e della stessa società. Chi dà la forza e l’aiuto è sempre lo Spirito Santo: è il vino di cui si parla nel Vangelo, elemento essenziale ed insostituibile nella vita della famiglia. Se il vino diminuisce o minaccia di finire: il vino della gioia, dell’amore, della donazione reciproca, alzate gli occhi al cielo, invocate Maria, madre del Cristo e madre della Chiesa: Maria collaborerà perché l’acqua diventi ottimo vino, Maria non abbandona i figli che si rivolgono a lei. Da soli si rimane vittima dell’egoismo, dell’orgoglio, della perfidia e della solitudine; con Cristo Gesù risplende la vera luce, si diradano le tenebre, torna a risplendere la gioia dell’amore vero e della vita. L’Eucaristia aiuta sempre gli sposi a rinnovare la loro alleanza di amore.
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Foto di copertina; Vasily Igorevich Nesterenko, Le Nozze di Cana di Galilea, 2001, 400×300 cm, olio su tela, Refettorio Patriarcale della Cattedrale di Cristo Salvatore, Mosca.
Il passaggio dal XX al XXI secolo è un’epoca storica complessa , che dà vita a nuovi movimenti artistici, direzioni e valori. L’opera del pittore moscovita Nesterenko è inseparabile dal suo tempo. È uno di quei maestri che introducono l’arte russa nel nuovo secolo. L’eccellente preparazione accademica, la profonda sensibilità alla modernità e la rara diligenza hanno aiutato Nesterenko a entrare rapidamente nella vita artistica del paese. Raggiunge rapidamente l’indipendenza, la maturità di stile e riceve ampi riconoscimenti. Possedendo una significativa gamma creativa, dipinge ritratti, paesaggi, grandi tele storiche e composizioni religiose.
Il vero successo creativo di Nesterenko fu la sua partecipazione alla ricreazione della decorazione della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Questo lavoro molto difficile richiese non solo la massima abilità professionale, ma anche la capacità di lavorare alla maniera dei più grandi pittori del XIX secolo. Le scene evangeliche eseguite da Nesterenko – L’ingresso del Signore a Gerusalemme, La Resurrezione di Cristo, L’apostolo Matteo, Il Battesimo del Signore – si trovano nella parte più importante e centrale della Cattedrale di Cristo Salvatore.
Un posto speciale nell’opera dell’artista è occupato dal suo lavoro nel Refettorio Patriarcale della Cattedrale di Cristo Salvatore. Con la benedizione del Patriarca, l’artista esegue cinque scene del Vangelo: L’Ultima Cena, Le Nozze di Cana di Galilea, La moltiplicazione miracolosa dei pani, La pesca miracolosa, Cristo e la Samaritana.