Podcast 2-64 – 6 aprile 2025 – V Domenica di Quaresima. La nuova legge: misericordia e perdono
Prima Lettura: Is 43,16-21 – Ecco, io faccio una cosa nuova e darò acqua per dissetare il mio popolo. Salmo responsoriale: Sal 125 – Grandi cose ha fatto il Signore per noi. Seconda Lettura: Fil 3,8-14 – A motivo di Cristo, ritengo che tutto sia una perdita, facendomi conforme alla sua morte. Vangelo: Gv 8,1-11 – Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.
Fammi giustizia, o Dio,
difendi la mia causa contro gente spietata;
liberami dall’uomo perfido e perverso.
Tu sei il Dio della mia difesa (Sal 41,1-2).
Il Vangelo oggi ci presenta un fatto concreto di misericordia e perdono: scribi e farisei presentano a Gesù una donna colta in flagrante adulterio e chiedono: “Signore, Mosè nella legge ci ordina di lapidarla. Tu cosa dici?”. Gesù aveva sempre parlato di misericordia e perdono: Dio è il Dio della misericordia. È il Padre che abbraccia e perdona il figlio prodigo ed invita il figlio maggiore a fare la stessa cosa. Gesù oggi è chiamato a dare una risposta: dire “sì” oppure “no”, è un tranello preparato contro Gesù, perché se, conforme alla legge di Mosè, avesse detto “lapidatela”, poteva benissimo essere accusato alle autorità romane come sobillatore (in Palestina solo Roma poteva autorizzare una pena di morte). Se Gesù avesse detto “no, perdonatela!”, allora dichiaratamente andava contro la legge di Mosè e doveva risponderne davanti al Sinedrio.
Scribi e Farisei attendono una risposta da Gesù mentre questi scrive a terra con il dito e la donna sta là, a tremare. Gesù infine dà una risposta: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra!”. Gesù invita i suoi interlocutori ad un esame di coscienza: i santi di Dio, gli amici veri del Signore è giusto che osservino la legge: chi è santo scagli la pietra. Quelli (scribi e farisei) buttano la pietra, ed uno ad uno vanno tutti via. Rimane solo Gesù e la donna sempre tremante in mezzo alla strada.
Dio ama il suo popolo e non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva. Gesù non è venuto per condannare ma per riconciliare l’uomo con sé stesso, con gli altri e con Dio. Per questo agli infelici deportati a Babilonia il profeta Isaia aveva annunciato che Dio non li avrebbe abbandonati; aveva inoltre liberato il popolo ebreo dalla schiavitù dell’Egitto trasferendolo nel deserto e nutrendolo per quaranta anni con la manna, sino al trasferimento nella terra promessa: la Palestina. Al suo popolo Dio aveva dato la legge: “Ascolta Israele: amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, il prossimo come te stesso”.
Amare è il perdono; il dono più bello è dimenticare tutto, se sei pentito. Gesù mostra il suo amore con la sua passione, morte in croce e risurrezione. Gesù è venuto ad instaurare la Nuova Alleanza basata sulla misericordia e il perdono. A Gesù preme solo la salvezza dell’uomo. In croce al buon ladrone dirà: oggi sarai con me in paradiso. Nell’episodio evangelico gli scribi e i farisei buttano via la pietra e vanno via. Gesù vede la donna rimasta sola e tremante e le dice: “Dove sono? Nessuno ti ha condannata? Vai e d’ora in poi non peccare più”: cosi trionfa la misericordia e il perdono.
L’episodio oggi è un monito anche per noi: siamo in Quaresima, tempo di conversione, è il momento di seppellire l’uomo vecchio per rinascere a vita nuova. È necessario rinascere, rinnovarsi ogni giorno: più profondo e vasto è il rinnovamento, più alta è la vitalità. Gesù fa appello alla coscienza; è pronto sempre a perdonare e ci apre la via nuova per andare avanti. Il perdono mentre ci riconcilia con Dio, ci dona la pace interiore e una spinta sempre avanti. Il Vangelo colpisce sempre le nostre abitudini: siamo sempre facili a vedere il male degli altri, riflettiamo poco sulla nostra vita quotidiana. Tutti parliamo sempre di giustizia, ma la giustizia per la giustizia non ha senso. È necessario punire chi sbaglia, ma la nostra condizione di uomini esige una condotta amorevole anche verso chi sbaglia. L’episodio del Vangelo è assai eloquente; la giustizia deve avere sempre un valore terapeutico: deve guarire e salvare dove e quando si può salvare. L’amore, il perdono, la misericordia devono sempre trionfare. Il profeta Isaia evidenzia che Dio vuole sempre aprire nel deserto una via: la via del perdono e della misericordia e il Signore immette in questa via quanti si avvicinano a Lui.
Imploriamo dalla Santissima Vergine, madre di Gesù e nostra: “Rivolgi a noi, madre, gli occhi tuoi misericordiosi”.
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Foto di copertina: Rembrandt Harmenszoon van Rijn, Cristo e l’adultera, 1644, olio su legno di quercia, 83,8×65,4 cm, National Gallery, Londra.
La scena del dipinto è ambientata all’interno del Tempio di Gerusalemme, fra i bagliori misteriosi delle dorature e gli accenni grandiosi ed insieme cupi dell’architettura: sullo sfondo, al di sopra di un alto podio, il Sommo Sacerdote troneggia su un altare sfarzoso circondato da numerosi fedeli.
Nel dipinto compaiono:
Gesù, in piedi, saldo e sicuro al centro dell’attenzione.
La donna adultera, in ginocchio, davanti a Gesù, piange di vergogna e di pentimento.
Scribi e farisei, accorsi nel Tempio, che presentano con enfasi la donna adultera. Il pittore sottolinea come la possibile lapidazione della donna sia in realtà una vera e propria provocazione nei confronti di Gesù, per mettere alla prova la sua osservanza della Legge di Mosè. Infatti, il loro atteggiamento tradisce apprensione e curiosità, rispecchiando la nota che Rembrandt scrisse su un disegno preparatorio: «Erano così ansiosi di prendere in fallo Gesù, che non vedevano l’ora di sentire la sua risposta».