Terza lezione del V Corso di Formazione Costantiniana. Persona e bene comune. Una prospettiva antropologica

Mercoledì 16 gennaio 2025 alle ore 18.30 si è tenuta la terza lezione del V Corso di Formazione Costantiniana, organizzato dalla Delegazione di Roma e Città del Vaticano del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, sotto l'alto patrocinio della Real Commissione per l'Italia, coinvolgendo tutte le Delegazioni d'Italia. Il Corso, composto da quattro lezioni rinnovate ad ogni edizione, si propone di diffondere, sotto i vari profili disciplinari, la conoscenza dell'Ordine e delle sue finalità. La partecipazione è riservata in particolar modo ai Postulanti e ai neo-Cavalieri e Dame che ne faranno richiesta alla propria Delegazione di riferimento. Le lezioni si tengono in videoconferenza tramite la piattaforma Zoom e si svolgono in quattro giovedì, dalle ore 18.30 alle 19.30.
Copertina

Relatrice della terza lezione dal tema Persona e bene comune. Una prospettiva antropologica è stata la Prof.ssa Cinzia Rossi, Tesoriera della Fondazione Communia [QUI], con la moderazione del Referente per la Formazione Costantiniana della Delegazione di Roma e Città del Vaticano, Prof. Enzo Cantarano, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento.

Persona e bene comune
Una prospettiva antropologica

La Relatrice ha approfondito diversi aspetti della persona e del bene comune di cui riportiamo i punti salienti.

Tratti psico-sociali dell’uomo

L’ipotesi di Eugen Bleuler si fonda sull’intuizione che “abbiamo molte personalità”, di cui una diventa egemone e la chiamiamo “io”. Tutto il resto rimane nell’inconscio di ciascuno di noi. Carl Gustav Jung ispeziona questo inconscio e ne focalizza alcune componente: ad esempio la Madre, il Senex, Puer, l’Anima, l’Ombra, la Persona, il Sé; l’Ombra, è la parte negativa che ciascuno di noi ha: è l’antagonista della nostra dimensione egoica, ma bisogna riconoscerla affinché si possano comprendere i propri limiti.

L’identità si comincia a creare, in noi, fin da bambini quando cominciamo a percepire di far parte di un gruppo (nello specifico quello umano) perché con questo abbiamo delle somiglianze molto forti che appunto ci identificano come tali. L’identità rappresenta l’insieme delle caratteristiche, delle credenze e delle esperienze, è la nostra essenza, ciò che ci definisce. Essa è influenzata da molti fattori: come l’ambiente in cui siamo cresciuti, la cultura di appartenenza e le relazioni personali. L’identità è soggettiva e può evolversi nel corso del tempo. Comprendere e accettare la propria identità è fondamentale per l’affermazione di sé e per sviluppare una sana autostima, per una visione più completa di noi stessi e per coltivare la nostra individualità in un modo autentico, anche riconoscendo la propria “Ombra”. Coltivare la propria individualità ci permette di abbracciare la nostra unicità, e di vivere nell’ambiente, nella cultura e nelle relazioni sociali senza perdere di vista la nostra identità interiore.

La natura dell’uomo

La nostra esistenza sulla Terra ha la sua “finitezza”, ognuno di noi sa per certo che nasce e muore, siamo esseri limitata, e in più, come dice il Premio Nobel Herbert Alexander Simon “siamo razionalità limitata”. Da sempre l’essere umano, in un modo o in un altro, si è interrogato sul senso della propria esistenza, sul proprio posto nell’ordine dell’universo, sull’origine e sul perché del vivere insieme. Questo è uno dei principali quesiti che indaga l’antropologia. La cultura predominante contemporanea formulerebbe così la questione: «Il perché della “Governance” dell’uomo sul Pianeta Terra».

L’uomo e la relazione con il Creato

Vediamo il nostro rapporto con l’ambiente: esso è potente e complesso. Come esseri viventi siamo stati posti sulla Terra, ma la Terra è un dono della creazione non è nostra, per questo dobbiamo amministrarla nell’interesse comune. Non è ad uso e consumo proprietario delle singole persone e/o dei singoli Stati.

Senza un rapporto rispettoso e “sostenibile” con la Natura l’uomo soccomberebbe al proprio destino perché da essa dipendiamo e traiamo risorse vitali, perché l’espressione vitale della Natura è straordinariamente più possente dell’esiguità umana.

E allora, l’essere umano, come è potuto divenire alleato della Natura, con la propria fragilità? Come è riuscito ad evolvere nel tempo, superando le manifestazioni estreme caratterizzanti la stessa Natura?

Producendo “cultura”, tramandando esperienze e informazioni utili di generazione in generazione utilizzando, segni, codici, linguaggi, racconti, modelli, che ne permettessero l’imitazione nel tempo e nello spazio, affinando il pensiero simbolico (la base antica e più autentica della psiche umana), e solo successivamente il pensiero logico-metafisico e razionale, così da garantire l’evoluzione della specie che mossa dal desiderio di conoscenza ha trovato sempre gradi superiori di relazione con la Natura e tra sé e gli altri esseri viventi, via via scoprendo nuove leggi cosmiche.

Producendo “organizzazione”, modelli di convivenza sociale: l’organizzazione si forma per traguardare quelle attività che gli individui non sanno esercitare per proprio conto, o che non possono essere eseguite con altrettanta efficacia ed efficienza rispetto a quanto possibile con lo sforzo di un gruppo organizzato. L’essere umano ha necessità di una relazione collaborativa e di fiducia con l’altro, questo è il principio perché possa avvenire la sua evoluzione ed il suo progresso sostenibile.

L’uomo e la complessità

Partiamo con il conforto di almeno due Encicliche di Papa Francesco, Laudato sì e Fratelli tutti.

Nella Laudato sì sta scritto: «Tutto è in relazione», «tutto è collegato», «tutto è connesso». Questo è il ritornello che la attraversa. È l’Enciclica sulla cura della casa comune, la vera e propria base su cui il testo è costruito. La prospettiva focale su cui si regge è quella dell’“ecologia integrale”. Da un punto di vista concettuale, Papa Francesco assume il termine “ecologia” nel significato più profondo di approccio a tutti i sistemi complessi, la cui comprensione richiede di mettere in primo piano la relazione delle singole parti tra loro e con il tutto. Il riferimento è all’immagine di ecosistema. L’ecologia integrale diventa così il paradigma capace di tenere insieme fenomeni e problemi sociali. È un modo semplice per spiegare a tutti il concetto di “complessità”, ovvero “tutto è connesso, tutto è in relazione, tutto è relazione”. Ancora di più, l’attenzione ai legami e alle relazioni consente di utilizzare l’ecologia integrale anche per leggere il rapporto con il proprio corpo (N. 155), o le dinamiche istituzionali a tutti i livelli, ne citiamo alcuni passaggi: “Se tuto è in relazione, anche lo stato di salute delle istituzioni di una società comporta conseguenze per l’ambiente e per la qualità della vita umana” (N. 142).

La natura relazionale dell’uomo e l’etica

Gli esseri umani sono per loro natura “sociali”, quindi, per definizione, relazionali. La relazione è un elemento costitutivo, uno dei due assunti principali per l’evoluzione personale e per quella della specie, è necessaria, e sta alla base di ogni intesa organizzativa e di ogni produzione culturale. La stessa teoria della complessità ci indica che in Natura tutto è connesso ed interdipendente. Ce lo spiegano bene tanto la scienza, quanto Papa Francesco nelle sue Encicliche.

La dignità umana e il bene comune

Dalla dignità deriva anche il principio del “bene comune” che, infatti, rappresenta l’insieme di quelle condizioni della vita sociale ed economica che permettono sia alla società che ai singoli membri, di raggiungere la propria dignità pienamene e rapidamente.

Pertanto il rispetto della dignità si costruisce insieme, nell’immenso intreccio di relazioni personali, sociali ed economiche che quotidianamente l’umanità vive a tutti i livelli. L’identità, ricordiamoci, è un dono sociale, e di riflesso lo diviene anche la dignità della persona.

L’etica ci aiuta a ricomporre una “simmetria”, un equilibrio, di dignità tra gli esseri umani; cerca di fare in modo che la dignità umana sia garantita a tutti, contemporaneamente, nell’immensa babele di interazioni e relazioni personali e sociali, a tutti i livelli.

Il bene comune è inclusivo del proprio interesse particolare, in una logica genuinamente mutualistica.

La Prof.ssa Cinzia Rossi, Etrusca, vive a Roma. Insegna Antropologia Organizzativa in Università italiane, pontificie e americane. Esperta in Politiche Attive, di strategia, gestione del personale, formazione all’intrapresa. Pioniera italiana di: politiche attive del lavoro, orientamento scolastico e professionale, consulenza di carriera, sviluppo territoriale di aree interne e di comunità, incubatori d’impresa e di cooperative, si occupa dal 1994 di crisi di ristrutturazioni organizzative, partendo da aziende dell’IRI. Già Amministratore Unico di enti formativi e di outplacement. Partecipa a task force istituzionali e governative, ricerche europee, dipartimenti scientifici transdisciplinari, associazioni culturali. Componente di Task Force riforma ITS presso il MIUR. Responsabile Organizzazione Relazioni Sindacali e Datoriali in ASA Tivoli SpA. Già Presidente di Associazioni di Rappresentanza in Confindustria; di varie Associazioni nazionali di categoria, culturali, professionali e valoriali; di osservatorio Universitario. Membro di Fondazioni, Comitati Scientifici. Autrice di libri, saggi e pubblicazioni.

Prossima lezione

20 febbraio 2025
Il sistema giuridico vaticano e i reati economico-finanziari
Avv. Anita Titomanlio
Responsabile Ufficio legale dell’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria della Santa Sede (ASIF) [QUI]

Coordinamento

Il Corso è coordinato dal Prof. Enzo Cantarano, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento, Referente per la Formazione Costantiniana della Delegazione di Roma e Città del Vaticano, e Curatore della Redazione e Produzione audio del Servizio Podcast dell’Ufficio Stampa della Real Commissione per l’Italia [QUI].

Iscrizione

Per le iscrizioni, coloro che sono interessati a seguire il Corso di Formazione Costantiniana sono pregati di contattare – almeno una settimana prima dell’inizio di ogni lezione – la Segreteria Generale della propria Delegazione di riferimento, che comunicherà i nominativi alla Segreteria Generale della Delegazione di Roma e Città del Vaticano.

Attestato

Verrà rilasciato un attestato di partecipazione a coloro che avranno partecipato a tutte e quattro le lezioni.

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