Un pomeriggio di studi alla Fondazione Real Monte Manso di Scala sulla riscoperta di una “nuova” Cappella Capece Minutolo nel duomo di Napoli

Martedì 15 aprile 2025, nella cappella della Fondazione Real Monte Manso di Scala in Napoli, ha avuto luogo la conferenza Riscoprire il patrimonio. Una “nuova” Cappella Capece Minutolo nel Duomo di Napoli organizzata dalla Fondazione in collaborazione con la Bibliotheca Hertziana-Max-Planck-Institut für Kunstgeschichte di Roma, il Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e con il patrocinio del Console Onorario della Repubblica Federale di Germania. Il pomeriggio di studi, che è servito ad accendere i riflettori sulla riscoperta di una cappella quattrocentesca dimenticata a Napoli e a promuovere una gestione che ne consenta la riqualificazione e la riapertura al pubblico, ha visto la partecipazione fattiva di Cavalieri della Delegazione di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. La conferenza è stata anche un'occasione per riflettere sul complesso contesto topografico della Cattedrale e sulla necessità di valorizzare questo straordinario patrimonio.
Panoramica conferenza

Il tesoro nascosto, murata e dimenticata, è ancora sorprendentemente intatta nel livello inferiore della celebre Cappella Capece Minutolo nel duomo di Napoli, con l’altare e un affresco raffigurante la Vergine Annunziata sopravvissuti alle trasformazioni del tempo.

Nei primi anni del XV secolo il Cardinale Enrico Minutolo volle ampliare la cappella di famiglia all’interno del duomo di Napoli per accogliere il proprio monumento funebre, una straordinaria struttura gotica che ancora oggi domina la parete di fondo del sacello. Durante i lavori, nel vano ipogeo creato dall’ingrandimento della cappella superiore, fu costruita una cappella dedicata alla Vergine Annunziata, accessibile non dal duomo, ma attraverso una stradina collegata al giardino del palazzo di famiglia, situato dietro la tribuna della Cattedrale.

Nel corso dei secoli, però, la vicinanza con il palazzo ha compromesso la sopravvivenza stessa della cappella e nel XIX secolo le fu affiancato persino un pollaio e venne sconsacrata. Forse nel secondo dopoguerra, l’unico ingresso fu murato e oggi risulta nascosto dal terrazzo di un B&B.

Una lunga ricerca dello storico dell’arte Dott. Mariano Saggiomo, culminata in una campagna fotografica finanziata dalla Bibliotheca Hertziana-Max-Planck-Institut für Kunstgeschichte di Roma e realizzata dallo Studio Fotografico Pedicini, ha permesso di documentare la cappella attraverso una piccola feritoia nella cripta della Cappella Capece Minutolo. I risultati di questa indagine sono stati pubblicati di recente nella rivista internazionale Römisches Jahrbuch der Bibliotheca Hertziana.

La Cappella dell’Annunziata dei Minutolo riveste un grande valore storico e culturale, sorgendo in un contesto unico come quello della Cappella Minutolo nel duomo, un luogo immortalato addirittura dal Boccaccio nel Decamerone, con la novella di Andreuccio da Perugia che alla fine di tante peripezie viene a trovarsi all’interno della Cappella Capece Minutolo, dentro l’arca che contiene il corpo del Vescovo Filippo, riuscendo poi a fuggire con il prezioso anello del morto. Oggi, però, questo gioiello dell’architettura quattrocentesca rischia di scomparire definitivamente, celato e inaccessibile.

Il pomeriggio di studi presso la Fondazione Real Monte Manso di Scala, con grande successo di pubblico, per spiegare il senso e il valore della scoperta, moderato dal Prof. Giovanni Muto dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, è stato aperto dai saluti istituzionali:

– del Governatore Decano della Fondazione Real Monte Manso di Scala, Antonino Sersale dei Marchesi Sersale, Cavaliere di Giustizia, Responsabile alla Cultura ad interim della Delegazione di Napoli e Campania, che ha sottolineato «l’appartenenza al Monte dell’illustre Famiglia dei Capece Minutolo e come la nostra Fondazione su indirizzo del suo Comitato Scientifico (costituito dai Professori dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Giovanni Muto e Encarnación Sánchez García, e dall’archivista paleografo Mario Quarantiello, Cavaliere di Merito) intenda promuovere incontri di approfondimento sulle Famiglie ascritte al Real Monte Manso di Scala;

– del rappresentante del Patronato della Cappella Capece Minutolo, Don Ernesto Capece Minutolo di Canosa, Principe di Canosa, Cavaliere di Giustizia, che ha ricordato la costituzione nel 1935 del regolamento del Patronato gentilizio tra le Famiglie Capece Minutolo nei rami di Canosa, San Valentino, Dal Sasso, Bugnano, Ruoti. «Successivamente la cappella è stata chiusa al pubblico per diversi anni, sottoposta ad una serie di lavori di restauro, curati dalla Soprintendenza che hanno interessato la preziosa pavimentazione, gli affreschi e le sculture interne; La conclusione dei lavori (1996-1997) è stata possibile grazie al significativo intervento di Ferdinando Capece Minutolo, del ramo di San Valentino, un notevole apporto è stato dato anche da Giovannibattista dal Sasso e poi non posso esimermi dal citare anche il forte interessamento che ha avuto mio padre Antonio Capece Minutolo di Canosa che mi ha trasmesso il profondo legame con la storia e le tradizioni legate alla cappella. Oggi il Compatronato è molto attivo nel promuovere iniziative volte a far conoscere la bellezza e l’unicità della Cappella ad un pubblico sempre più ampio, ponendo particolare cura e attenzione alla sua preservazione, com’è avvenuto con il recente lavoro di restauro eseguito con perizia e accuratezza dall’associazione Friends of Naples». Infine ha ringraziato Dott. Mariano Saggiomo per i suoi studi, che hanno portato all’importante scoperta;

– della Dott.ssa Tanja Michalsky, Direttrice della Bibliotheca Hertziana-Max-Planck-Institut für Kunstgeschichte, che ha sottolineato «come molti sapranno, da tanti anni, ormai, il dipartimento che dirigo presso la Bibliotheca Hertziana di Roma, Istituto Max Planck per la storia dell’arte, si occupa di Napoli. Nonostante le inevitabili trasformazioni dovute al cambiamento dei tempi, la città è ancora capace di riservare sorprese nei meandri della propria imprevedibilità. Lo confermano questa volta le brillanti ricerche di Mariano Saggiomo, che è nostro borsista dal luglio del 2023. Il suo spirito critico, la sua curiosità e la sua tenacia hanno portato a risultati che sono ben oltre quelli che è lecito aspettarsi da una comune ricerca. Per questi motivi sono stata felice di accordargli la mia piena fiducia e di facilitare il suo lavoro con tutti i mezzi a disposizione dell’Istituto che dirigo»;

– del Console Onorario della Repubblica Federale di Germania Dott. Stefano Ducceschi, che ha ringraziato la rappresentanza consolare, in particolare il Console Generale di Algeria Chaouki Chemmam, il Console Onorario dello Sri Lanka Avv. Carmine Capasso, Cavaliere di Merito, il Console Onorario della Norvegia Francesca Aloia, il Console Onorario della Malaysia Dott.ssa Anna Ceppaluni, il Console Onorario del Cile Ing. Arch. Maurizio di Stefano; e il Dott. Giuseppe Nardini, Governatore Rotary International Distretto Campania.

L’incontro di studi si è avvalso delle competenze:

– della Dott.ssa Elisabetta Scirocco della Bibliotheca Hertziana–Max-Planck-Institut für Kunstgeschichte, che ha illustrato alcuni progetti curati dalla Hertziana per la realizzazione di strumenti digitali utili allo studio della topografia urbana del Regno di Sicilia e della Città di Napoli;

– del Prof. Francesco Aceto dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha ricostruito brevemente la genesi, la funzione originaria e le trasformazioni d’uso della cappella Minutolo intervenute nel corso del Trecento, culminanti nel nuovo assetto architettonico e figurativo conferito ad essa agli inizi del Quattrocento dal Cardinale Enrico Minutolo;

– e in conclusione del Dott. Mariano Saggiomo della Bibliotheca Hertziana-Max-Planck-Institut für Kunstgeschichte e del Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha presentato per la prima volta al pubblico la ricerca che lo ha condotto alla riscoperta di una cappella quattrocentesca situata al di sotto della nota cappella Minutolo nel duomo di Napoli. L’intervento ha portato all’attenzione del pubblico la struttura quattrocentesca, che conserva ancora un altare e un affresco raffigurante l’Annunciazione della Vergine, con la speranza, quanto prima, di poterla recuperare anche materialmente.

Alla Conferenza ha partecipato, in rappresentanza della Delegazione di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, il Delegato Conte Don Gianluigi Gaetani dell’Aquila d’Aragona dei Duchi di Laurenzana, Cavaliere di Giustizia, Governatore del Real Monte Manso di Scala. Inoltre, oltre ai Cavalieri Costantiniani già menzionati, ha partecipato il Vice-Presidente della Commissione Araldica della Real Commissione per l’Italia, S.E. il Duca Don Landolfo Ambrogio Caracciolo di Melissano, Principe di Melissano e di Scanno, Cavaliere Gran Croce di Giustizia.

Hanno partecipato tra gli altri: i Governatori del Real Monte Manso di Scala Riccardo d’Andria dei Baroni di Montelungo e Don Giuseppe Carignani dei Duchi di Novoli; Nob. Umberto Taccone dei Marchesi di Sitizano, Cancelliere del Gran Priorato di Napoli e Sicilia del Sovrano Militare Ordine di Malta; Don Giuseppe dei Duchi de Vargas Machuca, Primo Governatore della Reale Arciconfraternita del Monte del Santissimo Sacramento dei Nobili Spagnoli; Alessandro Capece Minutolo del Sasso, Presidente del Compatronato Capece Minutolo; Massimiliano Capece Minutolo del Sasso, Presidente del Consiglio di Amministrazione de Il Mattino Spa; Dott.ssa Antonella Cucciniello, Direttrice Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini; Susanne Kubersky, Managing Editor del Römisches Jahrbuch der Bibliotheca Hertziana; Margherita Helga Groeben, della Stazione Zoologica Anton Dohrn; Dott.ssa Maria Carmen Morese, Direttrice del Goethe-Institut di Napoli; i Professori dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Leonardo Di Mauro e Stefano d’Ovidio; Stefano De Mieri, dell’Università degli Studi Suor Orsola Benicasa; Prof. Andrea Zezza dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli; Renato Ruotolo, Storico dell’Arte; Sabrina Jorio e Andrea Zappulli, dell’Archivio Storico Banco di Napoli; Arch. Sergio Attanasio, Presidente dell’Associazione Palazzi Napoletani; Lorella Starita, dell’Associazione Progetto Museo; Ida Mauro, dell’Università di Barcelona; Manuela Saez Gonzalez, Storica dell’Arte Monforte de Lemos; Mons. Vincenzo De Gregorio, Abate Prelato della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro; Mons. Luigi Castiello, Cappellano della Delegazione del Sovrano Militare Ordine di Malta di Benevento, Segretario Generale del Comitato Disabilità Unite; Don Antonio Loffredo, Parroco del Rione Sanità, Fondatore della cooperativa sociale “La paranza”; Avv. Robert Von Sachsen Bellony; Barone Cav Dott. Patrizio Imperato di Montecorvino; Avv. Nicola Pesacane; Antonio Milone, Università degli Studi di Napoli Federico II.

Approfondimenti

Nel Duomo di Napoli la riscoperta di una cappella quattrocentesca
Arte Magazine, 11 aprile 2025

Nel cuore più profondo del Duomo di Napoli, celato da mura, dimenticato dal tempo e da una topografia urbana stratificata, un frammento sorprendentemente intatto del Quattrocento torna oggi all’attenzione degli studiosi e della città: una cappella ipogea dedicata alla Vergine Annunziata, realizzata nei primi anni del XV secolo per volontà del Cardinale Enrico Minutolo.

A custodire questo spazio, sigillato e invisibile per decenni, è il livello inferiore della celebre Cappella Minutolo, tra le architetture più complesse e affascinanti del Duomo partenopeo, immortalata anche da Boccaccio nella novella di Andreuccio da Perugia. Sopravvissuta a trasformazioni, incurie e oblìi, la cappella conserva ancora l’altare originario e un affresco della Vergine Annunziata, straordinariamente preservati nonostante le alterazioni che ne hanno segnato la storia.

Il vano sotterraneo fu costruito quando il Cardinale Minutolo decise di ampliare la cappella familiare per accogliervi il proprio monumento funebre: una magniloquente struttura gotica che ancora oggi sovrasta la parete di fondo del sacello. L’intervento generò una spazialità ipogea, destinata a diventare una cappella autonoma, raggiungibile non dal Duomo ma da un passaggio privato collegato al giardino del palazzo di famiglia, posto dietro la tribuna della Cattedrale.

Nel corso dei secoli, l’isolamento fisico e simbolico di questo spazio ha messo a rischio la sua sopravvivenza: nel XIX secolo vi fu costruito accanto addirittura un pollaio, e la cappella venne sconsacrata. In un momento imprecisato, forse nel secondo dopoguerra, l’unico ingresso venne murato, lasciando il vano occultato sotto il terrazzo di un moderno bed & breakfast.

La riscoperta della cappella è il frutto di una paziente e rigorosa indagine condotta dallo storico dell’arte Mariano Saggiomo, culminata in una documentazione fotografica realizzata grazie al sostegno della Bibliotheca Hertziana-Max-Planck-Institut für Kunstgeschichte e curata dallo Studio Fotografico Pedicini.

Uno spiraglio nella cripta della Cappella Minutolo ha permesso di intravedere e fotografare l’interno. Ma è stato l’uso del drone, in una serie di riprese aeree inedite, a restituire finalmente l’esatta collocazione del vano, confermando con precisione quanto ipotizzato dalla ricerca.

I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati sulle pagine del prestigioso Römisches Jahrbuch der Bibliotheca Hertziana, contribuendo a portare alla luce un tassello prezioso della storia napoletana, rimasto finora escluso dalle narrazioni ufficiali.

Martedì 15 aprile 2025, alle ore 16:30, la Fondazione Real Monte Manso di Scala in via Nilo 34 a Napoli ha ospitato un pomeriggio di studi dedicato a questa eccezionale scoperta. L’incontro stata l’occasione per interrogarsi sul complesso contesto topografico del Duomo, sulle dinamiche di stratificazione architettonica e sulla necessità di recuperare una testimonianza che, per la sua rilevanza storica, meriterebbe di tornare accessibile.

Napoli, dal duomo emerge una cappella sotterranea
Sotto il tempietto dei Capece Minutolo spunta un altare con un affresco, di probabile datazione quattrocentesca
di Cristiano Tarsia
Il Messaggero, 15 aprile 2025

Scoperto un altro, l’ennesimo, tesoro del centro storico di Napoli. Parliamo della cappella dell’Annunziata, di cui si erano perse le tracce, appartenente ai Capece Minutolo, una delle storiche famiglie di Napoli, coinvolti per secoli nei regni, nelle dinastie e nel potere del Meridione. Cappella posta proprio sotto quella di famiglia, eretta già nell’VIII secolo dopo Cristo, ben prima, quindi, dell’attuale cattedrale, a cui è addossata.

Una scoperta nata da un’intuizione di un giovane ricercatore universitario. Se poco tempo fa, grazie a Stefano De Mieri, del Suor Orsola Benincasa, si è attribuito al Mantegna un anonimo quadro conservato all’interno del santuario di Pompei, stavolta grazie a Mariano Saggiomo, della Federico II, e alle sue ricerche archivistiche, si è scoperta questo ennesimo esempio di devozione. In cui ora è rimasto solo un altare con un affresco quattrocentesco, ovviamente rovinato dal tempo.

Una vicenda intricata, che si dipana nei secoli, tra i tesori dell’arte e le spine della cronaca, che tale arte mette a repentaglio. Nella stanzetta, che confina da un lato con un B&B, non si può entrare. Ma grazie a una feritoia posta nella cripta si è riuscito a illuminare, e a fotografare, l’interno. La volta è a botte, da un lato dei 5 metri x5 c’è un altare con l’affresco. Per terra immondizia con materiale di risulta, frutto di lavori edilizi. Dall’altro lato una porta murata, proprio in corrispondenza del B&B. È l’unico accesso di un ambiente devastato dall’umidità, visto che le stesse prese d’aria, da cui filtrava anche la luce, sono state chiuse dalla casa vacanze che occupa una palazzina addossata al duomo, ristrutturata a inizio degli anni Duemila.

Saggiomo scrive in un articolo scientifico che è preclusa «la possibilità stessa di accedere a questo ambiente, poiché il vano centinato e murato insiste sul terrazzo abusivo dell’abitazione vicina».

Il ricercatore nella sua intuizione è partito dallo studio del Palazzo Capece Minutolo, edificato nel ‘400 alle spalle del duomo, inbattendosi poi in un saggio di Benedetto Croce del 1911 che cita la cappella dimenticata. «Purtroppo – spiega Ernesto Capece Minutolo, principe di Canosa – gli archivi familiari sono andati persi nelle varie diramazioni e vicende familiari». A reggere la cappella è infatti una congrega dal 1935, comprendente anche i rami Del Sasso e di San Valentino. «Negli anni ‘90 abbiamo anche intentato causa nei confronti dei proprietari della palazzina». Infatti un altro problema è quello degli affreschi della cappella principale «rovinati dalle infiltrazioni d’acqua portate da un bagno costruito nel medesimo B&B».

Ma è una storia che si ripete. Basti pensare che in questo palazzetto nel 1851 il sagrestano spiegava che nella palazzina a fianco della cappella dell’Annunziata «vi è un gran pollaio di fabbrica coverto da tetti, e questo, oltre che dà molestia per lo gridar dei polli, quando per l’umido che cagiona ha marcito il muro ed ha smorte le pitture non da molto con ingenti spese ripigliate».

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