Convegno della Delegazione Sicilia Occidentale ad Agrigento “Nonni e nipoti digitali. Dai servizi offerti dalla rete alla telemedicina”

Sabato 8 febbraio 2025 alle ore 10.30, la Delegazione della Sicilia Occidentale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ha svolto un convegno dal tema Nonni e nipoti digitali. Dai servizi offerti dalla rete alla telemedicina, presso la Sala Conferenze “Tommaso Fazello” del Museo Archeologico Regionale “Pietro Griffo” di Agrigento, a pochi passi dalla Valle dei Templi. I lavori del Convegno sono stati trasmessi anche in diretta Facebook. Molto vasto gli argomenti trattati, dagli aspetti sani della tecnologia attraverso l’utilizzo delle App, agli interventi di soccorso tramite la telemedicina, per passare all’utilizzo dei sistemi informatici e alla catalogazione e digitalizzazione del patrimonio archivistico, poi il monitoraggio degli alunni e delle attività scolastiche tramite l’informatizzazione e l’utilizzo delle tecnologie per la realizzazione di audiolibri.
Resti di maschera femminile nel Museo

Curato dalla Dott.ssa Maria Luisa Tornambè, Dama di Merito con Placca d’Argento, Referente per la Sezione di Agrigento della Delegazione della Sicilia Occidentale, il Convegno è stato ideato e progettato dalla Prof.ssa Giovanna Arnone, Dama di Ufficio, che ha anche svolto il ruolo di Moderatrice dei lavori, introducendo i Relatori, e dal Prof. Antonio Salvatore Sciortino, Cavaliere di Ufficio, che ha svolto anche una Relazione.

I lavori del Convegno sono stati aperti dal Vice Delegato, l’Avv. Carlo Varvaro, Cavaliere de Jure Sanguinis, con la lettura del Messaggio inviato dal Delegato, il Nob. Prof. Avv. Salvatore Bordonali, Signore di Pirato, Cavaliere Gran Croce di Giustizia:

«Anzitutto ringrazio tutti gli organizzatori e gli oratori e in particolare la Referente per la Sezione di Agrigento, la Dott.ssa Maria Luisa Tornambè, Dama di Merito con Placca d’Argento.
Purtroppo, oggi non posso essere qui con voi, per discutere di un tema così attuale, com’è quello del rapporto tra nonni e nipoti nell’era digitale, che tocca l’essenza delle dinamiche familiari oggi, con le sfide ma anche le opportunità che le moderne tecnologie comportano.
Il nostro impegno è quella di difendere i valori senza cadere nelle trappole delle mode correnti, spesso passeggere. Come è stato quella di depotenziare il valore dei nonni in seno alla famiglia, con delle sentenze che addirittura hanno affermato l’inutilità di quel rapporto, recuperato poi a opera della giurisprudenza europea, che ha imposto un cambiamento di rotta.
Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia ha trasformato profondamente le nostre vite e le abitudini di vita. Questo cambiamento risulta impegnativo soprattutto impegnativo per le generazioni più anziane e oggi vorrei focalizzarmi su alcuni aspetti principali: l’importanza della digitalizzazione per i nonni, i servizi online a loro disposizione e il ruolo cruciale della telemedicina.
Molti di noi che abbiamo raggiunto gli “anta” possiamo sentirci sopraffatti dalla rapidità con cui la tecnologia evolve. Tuttavia, è fondamentale ribadire che la digitalizzazione è anche ma anche un’opportunità, perché consente di rimanere in contatto con i nostri nipoti, di acquisire informazioni e di partecipare attivamente alla vita sociale.
Infatti, oggi il modo più diffuso e accessibile è costituito dalle piattaforme social, videochiamate e messaggi istantanei, con le quali i “nonni” possono sentirsi più connessi e meno isolati e possono più facilmente raggiungere le nuove generazioni. Sono strumenti non privi di difetti ma che hanno il pregio innegabile di fornire anche occasioni per condividere esperienze, storie, come le favole per bambino, e tradizioni. Attraverso il cellulare è possibile ristabilire interazioni che arricchiscono i legami familiari e promuovono la continuità generazionale.
Infine, desidero fare un cenno alla telemedicina, un campo in forte espansione che ha dimostrato il suo valore, soprattutto durante la pandemia. La telemedicina consente di ricevere assistenza medica senza doversi spostare da casa, riducendo l’ansia legata agli spostamenti e migliorando l’accesso alle cure. È fondamentale che i “nonni e non solo” siano informati su come utilizzare questi servizi e che abbiano il supporto necessario per farlo.
In questo contesto, la Delegazione della Sicilia Occidentale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, che ho l’onore di guidare, si è impegnata e continuerà a promuovere iniziative come quella che oggi si svolge qui, per costruire una società più inclusiva e coesa.
Grazie per l’attenzione e scusandomi ancora per non essere qui oggi e per avere profittato con questo messaggio forse troppo a lungo della vostra attenzione. Buon lavoro».

A seguire, la Curatrice del Convegno, Dott.ssa Maria Luisa Tornambè, ha ringraziato gli Organizzatori, il Responsabile della sede museale che ha consentito di ospitare l’evento, i Confratelli e i loro familiari intervenuti, e i Relatori, a cui ha augurato un buon lavoro.

Quindi, è intervenuto l’Ing. Giuseppe Callea, docente di Informatica presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “E. Fermi” di Aragona, che ha sviluppato il tema Monitoraggio di parametri vitali per l’uomo tramite APP, illustrando le molteplici interventi che la tecnologia, in riferimento alla medicina, consente di fare.

Collegato in video conferenza, il Dott. Claudio Ales, Presidente di PTEN. Italia e Componente del Comitato bioetico regionale, nella sua Relazione sul tema Malattie rare e telemedicina, ha spiegato la grande importanza della tecnologia nello studio delle malattie rare. Ha spiegato che PTEN Italia, federata in Italia e in Europa con associazioni per lo studio delle malattie rare, è un’associazione di volontariato fondata il 2 marzo 2013 a Milano, in occasione della marcia dei pazienti affetti da malattie rare, per volontà di tre famiglie con pazienti affetti da patologie PHTS riconducibili alla mutazione di questo gene:

«Si stima che le PHTS colpiscano circa una persona su 200.000. Si tratta cioè di geni la cui attività è in grado di controllare i meccanismi di riproduzione delle cellule. Non esistono, allo stato attuale, né cure né farmaci e la prevenzione assume un ruolo importante per la scoperta di queste malattie che possono colpire anche bambini, che talvolta nascono con questa spada di Damocle sulla testa. L’unico centro di ricerca al mondo si trova a Cleveland, negli Stati Uniti, che ho avuto modo di visitare dopo parecchi anni di lavoro, dove ho avuto modo di conoscere gli scienziati che lavorano lì, tra i quali Terry Singh e Pierpaolo Pandolfi, che hanno contribuito alla scoperta della relazione del PTEN con l’insorgenza di diverse patologie tumorali e disabilità intellettive, collaborando a siglare protocolli di ricerca per la cura di queste malattie. Le malattie rare codificate sono circa 8.000 e incidono in percentuale di 1 su 5000 nuovi nati. In Italia ne soffrono circa 5 milioni di persone mentre in Europa 36 milioni».

Quindi, è intervenuto la Dott.ssa Valentina Grifo, Psicologa del Centro Terapia e Studi presso l’Ospedale di Canicattì, sul tema Le malattie rare e in riabilitazione, in rappresentanza del Prof. Antonino Vetro, Direttore Sanitario del Centro, impossibilitato ad intervenire al convegno:

«Al Centro mi occupo anche del progetto di telemedicina e seguiamo dei pazienti in questo ambito attraverso i quali monitoriamo i parametri vitali quali pressione sanguigna, la prima derivata per quanto riguarda l’elettrocardiogramma, la temperatura corporea, la saturazione dell’ossigeno. In caso alcuni di questi parametri risultino irregolari, vengono inviati degli avvisi al medico, il quale costantemente sincronizzato con la cartella clinica virtuale del paziente. In questa equipe di telemedicina che segue diversi pazienti, operano anche assistenti sociali, psicologi, i quali possono offrire immediatamente un consulto medico senza che il paziente si rechi in ospedale. Il punto di forza di questo progetto di telemedicina è l’immediata raggiungibilità del medico da parte del paziente, che consente una tempestiva diagnosi e la cura pur non condividendo lo stesso spazio fisico, quindi lo strumento utilizzato in questi casi consente un’immediata relazione tra gli operatori e il paziente».

Il Prof. Antonio Salvatore Sciortino, Cavaliere di Ufficio, docente di Animazione digitale all’Istituto Comprensivo “Vitalino Brancati” di Favara, ha svolto una relazione sul tema Fruibilità semplificata delle APP della pubblica amministrazione e nella didattica. Responsabile della piattaforma Google Workspace, il Prof. Sciortino ha vinto con gli alunni dell’Istituto Comprensivo il Premio Nazionale di Scuola Digitale, trattando il tema Didattica digitale e casa domotica nell’anno scolastico 2020-2021, indetto dal Ministero della Ricerca e dell’Istruzione.

Successivamente è intervenuta la Dott.ssa Rossana Florio, Direttore dell’Archivio di Stato di Agrigento, una figura di indiscusso valore nel campo della conservazione archivistica e della divulgazione culturale, con una carriera straordinaria dedicata alla salvaguardia, allo studio e alla valorizzazione del patrimonio documentale, con un particolare impegno nell’accessibilità e nella promozione del patrimonio archivistico come strumento di crescita culturale e storica. La Dott.ssa Floria ha svolto una Relazione sul tema Divulgazione della conoscenza del patrimonio archivistico conservato presso l’Archivio di Stato. Un’attività per rendere più visibile, accessibile e utilizzabile l’Archivio, delle strategie di digitalizzazione e delle tecnologie avanzate adottate dall’Archivio, creando un ponte tra passato e presente. Infine, ha illustrato le attività di sensibilizzazione per la scoperta e valorizzazione dell’Archivio.

La Prof.ssa Carmelina Broccia, Dirigente dell’Istituto Comprensivo “Vitaliano Brancati” di Favara, ha svolto una Relazione sul tema Le competenze digitali nella scuola di oggi, un argomento di particolare rilevanza:

«Ringrazio i relatori che mi hanno preceduta perché i loro interventi sono stati un arricchimento della nostra cultura personale. Viviamo in un’era in cui la tecnologia è sempre più presente nella nostra quotidianità, e la scuola deve preparare i giovani non solo a utilizzare strumenti digitali, ma a diventare cittadini digitali consapevoli, in grado di affrontare le sfide del futuro.
Nel mio Istituto vengono adottate metodologie innovative per integrare la tecnologia nella didattica.
È importante sviluppare competenze digitali non solo tra gli studenti, ma anche tra i docenti, attraverso una formazione continua che garantisca l’uso efficace degli strumenti digitali in aula.
L’alfabetizzazione informatica è importante, infatti durante la pandemia c’è stata la maggiore espansione delle piattaforme digitali per la didattica a distanza, che ha consentito le progettazioni e le lezioni e che ha consentito di non lasciare soli i nostri ragazzi».

Infine è intervenuto il Prof. Filippo Portera, rinomato compositore e maestro della musica, con una lunga carriera dedicata alla creazione di opere che uniscono la tradizione musicale classica con forme innovative di espressione, che da sempre nutra una passione per la mitologia greco-romana, un tema che ha ispirato molte delle sue composizioni. Al Convegno ha presentato il suo audiolibro Metamorfosi, pubblicato con le Edizioni Aracne e ha menzionato anche un’altra sua recentissima opera, Empedocle:

«Oggi vi parlerò sul come la musica possa dare vita a questi miti greco-romani, rendendo accessibile in un formato moderno come l’audiolibro la storia. Sono convinto che questa nuova forma di divulgazione possa attrarre un pubblico ampio, dai giovani agli adulti.
L’audiolibro Metamorfosi” da me pubblicato, si compone di sedici racconti fantastici sui miti greco-romani tratti da il capolavoro di Ovidio. È un’opera che fonde narrazione, musica e suoni per immergere l’ascoltatore nel cuore degli antichi miti.
Sedici “Immago fonie” per voce narrante, coro, orchestra ed elettronica in cui utilizzo la musica per rendere queste storie ancora più coinvolgenti, aggiungendo elementi sonori e melodie originali che permettono agli ascoltatori di vivere un’esperienza sensoriale unica.
Tutte le musiche originali per soli coro e orchestra, che spaziano dalla musica classica alla sperimentazione, all’elettronica e al jazz, sono state da me composte e registrate in quattro anni di lavoro intenso, di scoperta e di continua meraviglia.
L’opera completa consta di sedici composizioni con voce narrante, coro, orchestra ed elettronica, per i quindici libri delle Metamorfosi di Ovidio e ripercorre miti e leggende di quella straordinaria opera che fonde e confonde ogni confine, fra l’irrazionale e la cosiddetta realtà.
Le musiche originali, oltre che esprimere il racconto in una lingua universale, preparano la narrazione e fungono anche da scenografia in cui si sviluppa l’azione, per completare la messinscena e dare corpo alla fantasia. In questo modo musica e parole si fondono in una unica metrica espressiva.
Sono anche autore anche della recentissima opera Empedocle, che ha ottenuto grande successo, prima opera monotematica al mondo dedicata al grande filosofo agrigentino, considerato l’ultimo filosofo greco ad aver fissato per iscritto e in versi il proprio pensiero, un affascinante viaggio nel tempo alla scoperta della nostra grande storia, attraverso i miti e leggende della cultura greco-romana, presenti ancora oggi nella lingua italiana».

Terminato il convegno, si è svolta un’agape fraterna presso un ristorante del luogo.

Il Museo Archeologico Regionale di Agrigento

Il Museo Archeologico Regionale di Agrigento [QUI] è intitolato alla memoria di Pietro Griffo, archeologo e Soprintendente ad Agrigento dal 1941 al 1968.

La località scelta per il Museo, il poggio di San Nicola, ha un alto valore simbolico, in quanto al centro dell’area pubblica della città classica. L’edificio, progettato dall’Architetto Franco Minissi e inaugurato nel 1967, ingloba in parte i resti di un monastero cistercense, annesso alla chiesa di San Nicola e risalente al XIV secolo.

Le collezioni esposte provengono in parte dai fondi del Museo Civico agrigentino, da acquisizioni di collezioni private e, per la parte più consistente, dalle indagini archeologiche condotte fino alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso dalla Soprintendenza di Agrigento.

L’allestimento museale si articola in 17 sale secondo un criterio topografico e cronologico.

Due i percorsi espositivi: le prime 11 sale sono dedicate all’antica città di Akrágas/Agrigentum, le rimanenti 6 espongono i materiali provenienti dai siti più importanti del vasto territorio della Soprintendenza alle Antichità centro – meridionale di Agrigento, le cui competenze si sono estese, per un lungo periodo, anche alle province di Caltanissetta e di Enna. Oltre ad essere una delle più importanti istituzioni museali esistenti al mondo, tappa irrinunciabile per il visitatore che voglia comprendere a pieno la storia della Valle dei Templi, oggi il Museo Archeologico Regionale “Pietro Griffo” rappresenta anche un vivace luogo di cultura, animato da frequenti mostre temporanee, concerti ed attività didattico-educative.

Il Museo raccoglie le collezioni di materiali archeologici statali, civiche e diocesane, e costituisce un insieme organico e di particolare importanza per la comprensione della storia della città di Agrigento e del suo territorio. Vi sono custoditi materiali pre-protostorico, relativo alle culture di Serraferlicchio, eneolitica, di Monserrato e Cannatello, dell’età del bronzo, e di Sant’Angelo Muxaro, dell’età del ferro (notevole il vaso a staffa miceneo, proveniente da Cannatello); inoltre, materiali arcaici (Palma di Montechiaro e Licata), ivi collocati con lo scopo di far seguire il processo di penetrazione della cultura greca (ossia dell’acculturazione al mondo greco) tra le culture indigene, tra l’epoca della fondazione di Gela  e quella di Agrigento.

Notevoli i materiali dalla necropoli di Montelusa, con le tombe più antiche sinora note dell’antica Akragas.

Ospita le collezioni ceramiche già nel Museo Civico e la collezione Giudice (materiali non tutti di provenienza agrigentina), con vasi dalle necropoli saccheggiate nell’Ottocento, oltre a materiali di recente rinvenimento. Uno dei capolavori custoditi è senza dubbio il cratere a fondo bianco con Perseo in procinto di liberare Andromeda (450 a.C.), oltre al torso di guerriero in stile severo. Sono presenti materiali architettonici proveniente dai diversi santuari: oltre alla transizione dalla moda arcaica dei rivestimenti fittili a quella in pietra d’età classica, il visitatore potrà facilmente apprezzare, confrontando le gronde con teste leonine, le differenze stilistiche e cronologiche fra i templi da cui sono state recuperate le trabeazioni. Vi sono conservati materiali dell’Olympeion, con il colossale Telamone dell’Olympeion ricostruito nella parete di fondo, e tre altre teste di Telamone, il plastico con l’ipotesi di ricostruzione del tempio, e sei modelli con le ipotesi della posizione del telamone rispetto alle colonne del tempio. La sala ospita tre sculture greche: il kouros o “efebo” di Agrigento, l’Afrodite al bagno e un torso maschile. Il kouros è un esempio di raffinata plasticità ed equilibrio realizzato in marmo greco e databile ai primi decenni del V sec a.C. Notevoli le tombe di epoca romana relative al II e III secolo.

Foto di copertina: resti di una maschera femminile nel Museo Archeologico Regionale di Agrigento.

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