Al termine del corteo sacro, che ha attraversato tutto il centro storico della Città dei Papi, i Confratelli Costantiniani hanno preso posto in un settore distinto nel presbiterio della chiesa di Santa Maria Nuova, per partecipare alla solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Vescovo di Viterbo, Mons. Orazio Francesco Piazza, concelebranti il Parroco Don Mario Brizi e il Cancelliere vescovile Don Roberto Bracaccini.
Il Vescovo Piazza ha sottolineato: “Questa festa è un’occasione per ritrovarsi, per condividere ricordi e rafforzare legami di comunità, Una identità culturale nella memoria collettiva. Le arti dei lavoratori che hanno sfilato, ci ricordano quanto il lavoro sia importante per l’uomo e per il bene condiviso. Cari fratelli, teniamo sempre una mano verso il creatore e l’altra verso il prossimo. Ricordiamo di curare sempre la trama sociale. Proprio il nostro Trittico, il modo benedicente orientale nella teologia bizantina antica, rappresentano le tre persone: Padre, Figlio e Spirito, unite con le altre due dita. La congiunzione del Divino con l’Umano. Una chiara lettura della vita che ci indica il cammino da perseguire”.







Al termine del Sacro Rito, il Delegato per la Tuscia e Sabina ha presentato a Mons. Piazza un’offerta per le sue attività caritatevoli e ha salutato il Sindaco di Viterbo Dott.ssa Chiara Frontini e la Autorità civili e militari che hanno presenziato alle celebrazioni.

La devozione per il Santissimo Salvatore
A Viterbo, città profondamente legata alle sue tradizioni religiose, la processione del Santissimo Salvatore rappresenta un evento carico di significato spirituale e storico. Un rito che si rinnova ogni anno con la stessa devozione con cui fu celebrato per secoli, mantenendo viva la memoria di un prodigioso ritrovamento avvenuto nel lontano 1283.
Il ritrovamento del Trittico miracoloso
Secondo la tradizione, due contadini che stavano arando un campo nella zona dei Bagni si imbatterono con il loro aratro in una cassa di pietra sepolta sotto terra. Al suo interno si trovava un trittico raffigurante il Santissimo Salvatore. Il ritrovamento, considerato miracoloso, scosse profondamente la popolazione che, insieme al clero e alle autorità, decise di trasportare l’immagine nella chiesa di Santa Maria Nuova. All’epoca, questo edificio non era solo il principale luogo di culto della città, ma anche centro della vita civile, custode dei documenti comunali e sede delle assemblee popolari.

Una devozione che attraversa i secoli
Da quel momento, il culto del Santissimo Salvatore si radicò profondamente nel cuore dei Viterbesi. L’Immagine sacra divenne oggetto di venerazione collettiva, soprattutto in occasione di calamità naturali o malattie. I fedeli erano soliti accostare ai piedi del trittico indumenti o oggetti personali, invocando guarigione o protezione, in un gesto semplice ma intriso di speranza e fede. Il gesto si fonda sulla convinzione che Gesù, chinandosi sui dolori dell’umanità, non rifiuti mai chi chiede: “Se vuoi, puoi guarirmi”.
La Processione solenne: storia e rievocazione
Già gli Statuti del 1344 disciplinavano minuziosamente lo svolgimento della processione, che si teneva la sera del 14 agosto con la partecipazione delle delle Autorità civili, del Clero e delle Corporazioni delle Arti cittadine con i rispettivi gonfaloni. Una tradizione che vide anche la presenza, dal XVII secolo, di un membro della famiglia Crochi, discendente di uno dei contadini che scoprì il trittico.
Purtroppo, dopo secoli di celebrazioni solenni, la festa del Santissimo Salvatore perse centralità a causa della crescente popolarità del culto di Santa Rosa e delle sue spettacolari macchine processionali. La processione fu sospesa alla fine del XIX secolo e ripresa solo nel 1918, in forma più contenuta.
Il ritorno della devozione pubblica
Negli ultimi decenni, la processione con il Trittico sacro è tornata a essere un appuntamento sentito dalla Comunità viterbese. Il Comitato del Santissimo Salvatore ha valorizzato la componente storica, includendo rievocazioni con figuranti in costume e la rappresentazione delle antiche Corporazioni delle Arti.
Costante poi, dal 2005, con la Autorità municipali, la partecipazione all’evento della Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.



