Luce e devozione. La Delegazione Sicilia Orientale celebra l’Esaltazione della Santa Croce a Piazza Armerina

La Sezione per la Provincia di Enna della Delegazione della Sicilia Orientale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ha organizzato un incontro dedicato all’Esaltazione della Santa Croce, che si svolto domenica 5 ottobre 2025, XXVII Domenica del Tempo Ordinario, presso la chiesa di San Giovanni Evangelista in via Umberto I – largo San Giovanni, a Piazza Armerina (Provincia e Diocesi di Enna). Con l’Esaltazione della Santa Croce non si celebra la crudeltà della Croce, ma l’Amore che Dio ha manifestato agli uomini accettando di morire su di essa. Pur essendo Dio, Cristo umiliò sé stesso facendosi servo: questa è la gloria della Croce di Gesù. “Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”, dice il Signore (Gv 12,32). O Croce Santa, per te il mondo è rinnovato e abbellito, in virtù della verità che splende e della giustizia che regna in Lui. Dobbiamo gloriarci nella Croce di nostro Signore Gesù Cristo: in essa sono la salvezza, la vita e la nostra risurrezione; per mezzo suo siamo stati salvati e liberati (cfr. Gal 6,14). L'incontro a Piazza Armerina - che ha visto la celebrazione della Santa Messa, un momento conviviale e una visita guidata ai celebri mosaici della Villa Romana del Casale, sito UNESCO - ha rappresentato un momento di intensa spiritualità, un cammino di fede, servizio e testimonianza, che continua a risplendere ad maiorem Dei gloriam.
Chiesa di San Giovanni

Si respirava un’atmosfera intensa di spiritualità, di preghiera e di fraternità, domenica 5 ottobre 2025, nella chiesa di San Giovanni Evangelista a Piazza Armerina, dove la Delegazione della Sicilia Orientale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio si è riunita per celebrare la festa dell’Esaltazione della Santa Croce.

Nel cuore barocco della Città di Piazza Armerina, tra gli affreschi secenteschi del pittore fiammingo Guglielmo Borremans e dorature della chiesa di San Giovanni Evangelista, che raccontano secoli di fede, la celebrazione della Santa Messa è stata presieduta da Mons. Antonino Scarcione, già Prevosto della Cattedrale di Piazza Armerina e Rettore di San Giovanni Evangelista, alla presenza del Delegato per la Sicilia Orientale, Nob. Avv. Ferdinando Testoni Blasco, Cavaliere Gran Croce di Giustizia.

La profonda partecipazione dei presenti – una comunità viva che rinnova ogni giorno il senso più autentico della Croce – ha ricordato come essa non sia simbolo di dolore, ma di amore che redime e di speranza, con la preghiera perché l’esempio luminoso della Santa Croce continui ad essere segno di unità e testimonianza di carità Cristiana.

Al termine del Sacro Rito, il Delegato ha recitato la Preghiera del Cavaliere Costantiniano, affidando al Signore, per intercessione della Beata Vergine Maria e di San Giorgio Martire, la missione di servizio cristiano e di testimonianza di fede nel mondo.

A seguire, i partecipanti si sono ritrovati per un momento conviviale presso l’Hotel Villa Romana, durante il quale i partecipanti hanno condiviso esperienze e riflessioni, rinnovando il legame di amicizia e di appartenenza alla Sacra Milizia.

Il Delegato – che guida con costanza e anima con sensibilità spirituale le attività della Delegazione – ha espresso la gratitudine al celebrante; ai Cavalieri e alle Dame presenti che, con la loro partecipazione, mantengono viva la testimonianza di fede e di carità dell’Ordine Costantiniano; a quanti hanno accolto con disponibilità e calore la Delegazione nella splendida cornice di Piazza Armerina; al Segretario Generale, Dott. Michele Lauro, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento, per l’impegno e la preziosa collaborazione che hanno reso possibile la riuscita dell’incontro; al Cerimoniere Laico, Sebastiano Antonio Ponzio, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento; e ai Referenti delle Sezioni provinciali per la costante dedizione, il coordinamento e la fattiva collaborazione che contribuiscono a mantenere viva la presenza dell’Ordine sul territorio: per Enna, Dott.ssa Salvatrice Lucia Giunta, Dama di Merito con Placca d’Argento, e Dott. Filippo Cuda, Cavaliere di Merito; per Catania, e per Ragusa e Siracusa (ad interim), Dott. Luigi Lauriola, Cavaliere di Merito; per Messina, Dott. Giuseppe Tortorici, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento.

L’incontro è proseguito nel pomeriggio, con un’esperienza di cultura e di bellezza: una visita alla Villa Romana del Casale, patrimonio mondiale dell’UNESCO. L’itinerario ha permesso ai partecipanti di ammirare i celeberrimi mosaici e di conoscere la storia del sito, straordinaria testimonianza della grandezza artistica e civile dell’antica Roma. L’attenta illustrazione della guida, Avv. Deborah Cristina, arricchita da riferimenti storici e artistici, ha reso la visita un’esperienza di profondo valore culturale e spirituale.

L’Esaltazione della Santa Croce

La festa dell’Esaltazione della Santa Croce ci rivela un aspetto del cuore di Dio che solo Lui poteva manifestarci: la ferita provocata dal peccato e dall’ingratitudine dell’uomo diventa fonte di sovrabbondanza d’amore e di nuova creazione nella gloria.

Attraverso la “follia” della Croce, lo scandalo della sofferenza si trasforma in sapienza, e la gloria promessa a Gesù diventa condivisibile da tutti coloro che lo seguono. La morte, la malattia, le molteplici ferite che l’uomo porta nella carne e nel cuore diventano occasioni per abbandonarsi più intensamente alla vita di Dio.

La Chiesa, con questa festa, ci invita a ricevere questa sapienza divina che Maria visse pienamente ai piedi della Croce: la sofferenza del mondo, follia e scandalo, diventa nel sangue di Cristo grido d’amore e seme di gloria per ciascuno di noi.

Il 13 settembre 335 fu dedicata a Gerusalemme la chiesa della Risurrezione e del Martyrium. Il giorno successivo, con solenne cerimonia, si fece l’ostensione della Santa Croce, ritrovata dall’imperatrice Elena il 14 settembre 320. Nel 614, Cosroe II, re dei Persiani, dopo aver sconfitto Gerusalemme, portò via con sé anche la Croce di Gesù. Eraclio, imperatore bizantino, propose la pace, ma al rifiuto di Cosroe mosse guerra, lo sconfisse a Ninive e ottenne la restituzione della Croce, che fu riportata a Gerusalemme.

Podcast 3-4 – 14 settembre 2025 – Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Ave crux, spes unica

La chiesa di San Giovanni Evangelista

La chiesa di San Giovanni Evangelista sorge sul Piano Padre Santo e misura 25 metri di lunghezza per 8 di larghezza. È a navata unica e vi si accede tramite due portali settecenteschi. Edificata sopra un oratorio dedicato a San Giovanni, che un tempo faceva parte del monastero delle Benedettine voluto dalla nobile Florentia Caldarera intorno al 1361, fu completata nel 1615. Nel 1721, per volontà della Badessa Angelica Cremona, l’edificio fu arricchito con affreschi, dorature, nuova pavimentazione e campanile.

Un incendio nel 1785 danneggiò gravemente la chiesa, in particolare l’altare maggiore, ricostruito nel 1792 con marmi pregiati (Verde di Calabria, Giallo di Siena, Libeccio di Trapani, Alabastro, Bardiglio e marmo bianco).

All’interno si conservano l’altare maggiore, ornato da statue marmoree raffiguranti la Fede e l’Innocenza, e due altari laterali, di cui uno dedicato a San Benedetto.

L’apparato pittorico, realizzato dal pittore fiammingo Willem Borremans nel 1721, raffigura: il Mistero dell’Eucaristia, la Natività, l’Adorazione dei pastori e dei Magi, il Battesimo di Gesù, la Crocifissione, l’Immacolata, le Virtù, il martirio di San Placido, la visione apocalittica di San Giovanni, scene della vita di San Benedetto e il riconoscimento della regola benedettina.

Di pregio anche il pulpito e la cantoria in ferro battuto dorato, collocata sulla parete antistante l’altare maggiore.

La Villa Romana del Casale

La Villa Romana del Casale è un’imponente residenza tardo-antica, definita comunemente “villa”, sebbene presenti più i tratti di un palazzo imperiale che di una residenza extraurbana. I suoi resti si trovano a circa quattro chilometri da Piazza Armerina.

La struttura, per la straordinaria ricchezza architettonica e decorativa, è uno dei più importanti siti archeologici della Sicilia e, dal 1997, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. La sua gestione è affidata al Parco Archeologico di Morgantina.

La Villa, centro di un vasto latifondo, univa funzioni amministrative, residenziali e di rappresentanza. I suoi oltre 3.000 metri quadrati di mosaici rispondono a un preciso programma ideologico e culturale, riflesso del rango del proprietario. L’identità di quest’ultimo non è certa: secondo gli studi più recenti, potrebbe essere stato un alto esponente dell’aristocrazia senatoria romana, forse un Praefectus Urbi (responsabile dell’ordine pubblico a Roma).

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