Nella processione, partita alle ore 10.30 dalla piccola chiesa di Sant’Andrea a Ponte Milvio in piazza Cardinal Consalvi, percorrendo le strade del quartiere Flaminio fino alla basilica in via Guido Reni, su un percorso di circa 1 km, è stata portata la reliquia della Vera Croce recuperata da Sant’Elena, la madre dell’Imperatore Costantino, il 14 settembre 320, che viene custodita nella Basilica Magistrale.
A seguire, alle ore 11.00 i Cavalieri Costantiniani hanno partecipato in comunione di intenti con i fedeli della Parrocchia alla celebrazione della Santa Messa officiata dal Superiore Generale della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signor Gesù Cristo, comunemente chiamata dei Padri Stimmatini, Padre Claudio Montolli, C.S.S., che nella sua omelia ha approfondito il mistero della Croce che ogni Cristiano, seguendo l’insegnamento di Gesù, deve portare nella fede e nella gioia di Cristo.
Facevano parte della rappresentanza Costantiniana: il Consigliere della Real Commissione per l’Italia, Curatore della Basilica Magistrale di Santa Croce al Flaminio, Dott. Lorenzo De Notaristefani, Cavaliere Gran Croce di Giustizia; il Segretario della Delegazione e Segretario Generale della Cancelleria della Real Commissione per l’Italia, Dott. Michele Cantarano, Cavaliere de Jure Sanguinis; il Responsabile della Comunicazione e Referente per le Attività Caritatevoli della Delegazione, Prof. Ing. Luca Mazzola, Cavaliere di Merito; il Referente per l’Area dei Castelli Romani, Dott. Franco Iacobini, Cavaliere de Jure Sanguinis con Placca d’Oro; Dott. Maurizio Bettoja, Cavaliere di Giustizia; Avv. Giovanni Carlo Parente Zamparelli, Cavaliere de Jure Sanguinis; Dott. Fabrizio Gregori e Avv. Fabio Costa, Cavalieri di Merito con Placca d’Argento.
Il 13 settembre 335 venne dedicata a Gerusalemme la chiesa della Risurrezione e del Martyrium. Il giorno seguente con solenne cerimonia si fece l’ostensione della Santa Croce, che l’Imperatrice Elena aveva ritrovato il 14 settembre 320. Nel 614, il Re dei Persiani, Cosroe II, mosse guerra ai Romani e dopo aver sconfitto Gerusalemme, portò via con sé, tra i tesori, anche la Croce di Gesù. Eraclio, Imperatore bizantino, propose a Cosroe la pace, che venne però respinta: di fronte al diniego, mosse guerra e vinse presso Ninive, chiedendo la restituzione della Croce, che tornò a Gerusalemme.
Con la festa della Santa Croce non si esalta la crudeltà della Croce, ma dell’Amore che Dio ha manifestato agli uomini accettando di morire in Croce. Pur essendo Dio, Cristo umiliò se stesso facendosi servo. Questa è la gloria della Croce di Gesù.
“Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”, dice il Signore (Gv 12,32).
O Croce Santa, per te il mondo è rinnovato, abbellito, in virtù della verità che splende e della giustizia che regna in Lui.
Non ci sia per noi altro vanto che nella Croce del Signore nostro Gesù Cristo. Egli è nostra salvezza, vita e risurrezione; per mezzo di lui siamo stati salvati e liberati (Cf. Gal 6,14).
Nella preghiera del Cavaliere Costantiniano si recita: “Datemi infine le virtù necessarie (…) per la maggior Gloria di Dio, la glorificazione della Santa Croce e la Propaganda della Fede (…)”. Proprio su queste parole si basa il forte impegno dell’Ordine Costantiniano nella custodia e venerazione della Croce e ciò che Ella rappresenta per la Chiesa e i Cristiani. La glorificazione della Santa Croce è richiamata solo nell’Ordine Costantiniano e ciò a seguito della visione celeste del Sacro Segno da parte dell’Imperatore Costantino dal quale deriva la sua origine e ne costituisce il simbolo distintivo: la Croce Costantiniana posta sulla sinistra del mantello da chiesa dei Cavalieri.
Riflessioni sulle letture festive – Festa dell’Esaltazione della Santa Croce: “Vexilla regis prodeunt, fulget crucis mysterium” [QUI]