Al termine del servizio – coordinato per l’Istituto dal Dott. Antonio Tocco, grande amico dell’Ordine Costantiniano – dopo aver servito i pasti e riassettato il refettorio per il giorno seguente, i Cavalieri e i Postulanti partecipanti hanno ricevuto in videoconferenza i ringraziamenti dal Delegato Prof. Salvatore Bordonali, Cavaliere Gran Croce di Giustizia.
“Una formidabile squadra, che come ormai consuetudine, più volte ogni anno, si impegna in questo momento di solidarietà nei confronti dei meno fortunati della città – ha commentato il Delegato nel suo ringraziamento -, ribadendo la ferma volontà di non creare alcun filtro burocratico per la fruizione della mensa. Chi ha bisogno, in maniera totalmente anonima, si presenta in Istituto e usufruisce della mensa per lui e la sua famiglia”.
L’Istituto Boccone del Povero di Palermo è stato fondato dal Beato Giacomo Cusmano, soprannominato “il medico dei poveri” per aver conseguito la laurea in medicina e chirurgia. Nato a Palermo il 15 marzo 1834, rimasto orfano di madre a soli tre anni, venne educato dalla sorella maggiore Vincenza. A sedici anni, mentre frequenta gli studi nel collegio dei Gesuiti, si accende in lui l’ideale delle missioni, dell’assistenza alle cure dei più bisognosi. Successivamente si laurea in medicina e chirurgia e, guidato dal suo direttore spirituale, Mons. Domenico Turano, il 22 dicembre 1860 venne ordinato sacerdote.
Il 23 maggio 1880, Don Giacomo Cusmano fonda la Congregazione delle Suore Serve dei Poveri e, nel 1887, quella dei Missionari Servi dei Poveri cioè l’attuale Opera del Boccone del Povero, istituto religioso maschile di diritto pontificio. Fondò altri istituti religiosi e laici che si trovano in diversi continenti.
Muore a Palermo il 14 marzo 1888 e fu beatificato il 30 ottobre 1983 in Piazza San Pietro da San Giovanni Paolo II. La sua memoria liturgica ricorre 14 marzo.
«Questo magnifico Servo dei Poveri che per sanare le piaghe della povertà e della miseria che affliggevano tanta parte della popolazione a causa di ricorrenti carestie ed epidemie, ma anche di una sperequazione sociale, scelse la via della carità: amore di Dio che si traduce nell’amore effettivo verso i fratelli e nel dono di sé ai più bisognosi e sofferenti in un servizio spinto sino al sacrificio eroico» (Papa Giovanni Paolo II – Omelia nella Santa Messa di Beatificazione, 30 ottobre 1983).