La solenne celebrazione della Santa Messa è stata presieduta da Mons. Alberto Albertin, Cappellano di Merito, concelebranti Mons. Giancarlo Battistuzzi, Cappellano Gran Croce di Merito, e Don Alberto Ferro, Cappellano di Merito, alla presenza del Nob. Paolo dei Conti Borin, Cavaliere Gran Croce di Giustizia, Luogotenente per l’Italia Settentrionale della Real Commissione per l’Italia.
Dopo la celebrazione si è provveduto alla consegna del diploma di Cavaliere di Giustizia al N.H. Paolo Cappello, Patrizio Veneto, Tesoriere della Delegazione.
L’incontro è terminato con un’agape fraterna, momento di unione e fratellanza tra i membri e gli amici della Sacra Milizia.
La basilica di Santa Maria del Carmine è chiamata popolarmente “i Carmini”, dal nome dell’ordine monastico dei Carmelitani che si insediò a Padova verso la fine del XIII secolo. La prima chiesa, la più antica di cui si ha notizia, fu edificata nel 1212, mentre avvenne nel 1446 la consacrazione della nuova chiesa dedicata a Santa Maria del Carmine, più volte ampliata e restaurata nel corso dei secoli.
Riflessioni sulle letture festive – Festa dell’Esaltazione della Santa Croce: “Vexilla regis prodeunt, fulget crucis mysterium” [QUI]
Con l’Esaltazione della Santa Croce, la Chiesa celebra una festa di grande significato che commemora il ritrovamento e l’esaltazione della Croce su cui Cristo fu crocifisso. Questa festività è profondamente radicata nella tradizione Cristiana e rappresenta un momento di riflessione e gratitudine per il sacrificio di Gesù e la redenzione portata dalla Sua Croce. La festa assume anche un grande significato per il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, poiché secondo la tradizione la Santa Croce apparve nel 312 all’Imperatore Costantino prima della battaglia a Ponte Milvio, nei pressi dell’Urbe, contro Massenzio, rendendolo vittorioso. E il nucleo primitivo della Sacra Milizia sarebbe pertanto stato formato da cinquanta Comites scelti per la guardia personale dell’Imperatore, ai quali era stato affidato il Labaro imperiale su cui risplendeva la Croce e il monogramma di Cristo.
La celebrazione per l’Esaltazione della Santa Croce si collega alla dedicazione delle basiliche costantiniane costruite sul Golgota e sul Sepolcro di Cristo e in ricordo del ritrovamento della Croce di Gesù da parte di Sant’Elena, madre dell’Imperatore Costantino, avvenuto, secondo la tradizione, il 14 settembre 320 e della successiva consacrazione il 13 settembre 335 a Gerusalemme delle chiese della Risurrezione e del Martyrium. Il giorno seguente con solenne cerimonia si fece l’ostensione della Santa Croce.
Secondo la tradizione, Sant’Elena avrebbe portato una parte della Croce a Roma, in quella che diventerà la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, e una parte rimase a Gerusalemme. Nel 614, il Re dei Persiani, Cosroe II, mosse guerra ai Romani e dopo aver sconfitto Gerusalemme, portò via con sé, tra i tesori, anche la Croce di Gesù. Eraclio, Imperatore bizantino, propose a Cosroe la pace, che venne però respinta: di fronte al diniego, mosse guerra e vinse presso Ninive, chiedendo la restituzione della Croce, che fu riportata trionfalmente a Gerusalemme.
“Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”, dice il Signore (Gv 12,32).
O Croce Santa, per te il mondo è rinnovato, abbellito, in virtù della verità che splende e della giustizia che regna in Lui.
Non ci sia per noi altro vanto che nella Croce del Signore nostro Gesù Cristo. Egli è nostra salvezza, vita e risurrezione; per mezzo di lui siamo stati salvati e liberati (Cf. Gal 6,14).
Con la festa della Santa Croce non si esalta la crudeltà della Croce, ma dell’Amore che Dio ha manifestato agli uomini accettando di morire in Croce. Pur essendo Dio, Cristo umiliò se stesso facendosi servo. Questa è la gloria della Croce di Gesù. Per questo la celebrazione nel tempo moderno assume un significato ben più alto del semplice seppur favoloso ritrovamento da parte della pia madre dell’Imperatore Costantino, Sant’Elena.