La Delegazione Tuscia e Sabina a Viterbo fa memoria dei Confratelli e delle Consorelle defunti

Nel mese in cui la Chiesa commemora tutti i fedeli defunti, domenica 10 novembre 2024, in occasione della Santa Messa mensile alla chiesa della Santissima Trinità-Santuario Cittadino di Maria Santissima Liberatrice, i Cavalieri e le Dame della Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio hanno ricordato i Confratelli e le Consorelle ritornati alla Casa del Padre, rivolgendo una speciale preghiera a San Nicola da Tolentino, il grande taumaturgo agostiniano, protettore delle anime del Purgatorio e guaritore degli indemoniati, che sentendo la predica di un frate agostiniano sulla frase latina Nolite diligere mundum, nec ea quae sunt in mundo, quia mundus transit et concupiscenzia ejus (Non amate il mondo, né le cose che sono del mondo, perché il mondo passa e passa la sua concupiscenza), avvertì la chiamata alla vita religiosa.
Foto di gruppo

Non amate il mondo,
né le cose che sono del mondo,
perché il mondo passa
e passa la sua concupiscenza

Al termine del Sacro Rito, i partecipanti si sono adunati nell’antico coro degli Agostiniani facendo memoria in particolare dell’Infante di Spagna S.A.R. il Principe Don Carlos di Borbone delle Due Sicilie e Borbone Parma, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo della Real Casa delle Due Sicilie, Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, morto il 5 ottobre 2015 [QUI], padre di S.A.R. il Principe Don Pietro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, che gli è succeduto in tutti i titoli e negli obblighi dinastici.

Inoltre, hanno fatto memoria di S.E. il Duca Don Diego de Vargas Machuca, Presidente della Real Commissione per l’Italia, morto il 25 maggio 2023 [QUI]. Il Duca Don Diego de Vargas Machuca era entrato nell’Ordine Costantiniano intorno al 1963. Fu coinvolto attivamente nell’Ordine Costantiniano dal S.A.R. il Gran Maestro Don Carlos di Borbone delle Due Sicilie, che lo nominò prima Responsabile del Nord Italia e successivamente Presidente della Real Commissione per l’Italia.

Successivamente, il Delegato Nob. Avv. Roberto Saccarello, Cavaliere Gran Croce de Jure Sanguinis con Placca d’Oro, ha presentato il programma relativo all’incontro prenatalizio della Delegazione di domenica 1° dicembre 2024 e delle iniziative caritatevoli in occasione dell’Avvento.

Quadro

San Nicola da Tolentino nacque nel 1245 a Sant’Angelo in Pontano, vicino Fermo. La leggenda della sua vita, rappresentata da un ignoto pittore giottesco detto Maestro della Cappella di San Nicola, narra come i suoi genitori, ormai anziani, si fossero recati a Bari su consiglio di un angelo in pellegrinaggio alla tomba di San Nicola di Mira per ottenere la grazia di un figlio. Ritornati a Sant’Angelo ebbero il figlio desiderato e, ritenendo di aver ricevuto la grazia richiesta, lo chiamarono Nicola.

Il giovane si distinse subito per viva intelligenza ed impegno nello studio. Ascoltando, un giorno, la predica di un frate agostiniano sulla frase latina Nolite diligere mundum, nec ea quae sunt in mundo, quia mundus transit et concupiscenzia ejus (Non amate il mondo, né le cose che sono del mondo, perché il mondo passa e passa la sua concupiscenza), avvertì la chiamata alla vita religiosa. Chiese allora di essere ammesso nell’Ordine degli Eremitani di Sant’Agostino ed i suoi genitori acconsentirono con gioia. Fece i voti solenni a meno di diciannove anni e nel 1269 fu ordinato sacerdote.

Dopo la sua ordinazione, predicò soprattutto a Tolentino, dove fu trasferito intorno al 1275. Nel convento di Sant’Agostino della cittadina marchigiana è rimasto fino alla morte, avvenuta nel 1305. Trascorse gli ultimi 30 anni della sua vita, predicando quasi ogni giorno. Dagli agiografi vengono soprattutto evidenziate la mitezza, la semplicità e la scrupolosa osservanza dei voti religiosi.

Il processo di canonizzazione di Nicola iniziò nel 1325 sotto Papa Giovanni XXII, ma si concluse soltanto nel 1446 sotto Papa Eugenio IV. Tuttavia, già fin dalla metà del ‘300 veniva già raffigurato con l’aureola, come nel cappellone della Basilica di Tolentino, Papa Bonifacio IX concesse con la Bolla Splendor paternae gloriae del 1º gennaio 1390 l’indulgenza plenaria a chi visitasse la tomba di Nicola, com’è riportato dalle cronache di Gaetano Moroni.

È considerato un Santo mariano poiché sostenne di aver avuto il 10 dicembre del 1294 la visione degli angeli che trasportavano la Santa Casa di Loreto nella città marchigiana.

La sua protezione è invocata dai devoti in particolare per le anime del Purgatorio. San Nicola fu anche un famoso esorcista, uno dei pannelli della sua vita affrescati nel Cappellone di Tolentino lo mostra proprio nell’atto di liberare una donna posseduta dal demonio; questa sua facoltà rimase integra anche dopo la sua morte visto che numerosi ex voto lo indicano come guaritore di indemoniati.

Il suo corpo, dopo il fortunato ritrovamento nel 1926, è esposto alla venerazione dei fedeli nella cripta sotterranea, edificata nel 1932, esattamente sotto il pavimento del Cappellone della Basilica di Tolentino.

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