











La solenne Concelebrazione Eucaristica per il Giubileo della Vita Consacrata, parte degli eventi in ambito dell’Anno Santo 2025 nella Diocesi di Viterbo, è stata presieduta alle ore 18.30 dal Vescovo Orazio Francesco Piazza.







Dato il grande afflusso di religiosi e religiose, i Cavalieri e i Postulanti Costantiniani hanno prestato il servizio d’ordine, curando in particolare l’accoglienza e l’assistenza dei religiosi e delle religiose colpiti da malattia e disabilità. Con l’occasione ricordiamo, che la Delegazione della Tuscia e Sabina espleta un’intensa attività caritativa in favore dei Monasteri e delle Comunità religiose in grave difficoltà economica.
Dopo la Celebrazione Eucaristica è seguito un momento conviviale nelle sale del convento.

Presentazione
di Nostro Signore Gesù Cristo al Tempio
detta “Candelora”
Secondo la legge di Mosè, i genitori dovevano accompagnare i primogeniti maschi al tempio, quaranta giorni dopo la loro nascita, per presentarli ufficialmente. La Madonna e San Giuseppe non fecero eccezione per il piccolo Gesù, e quaranta giorni dopo Natale lo condussero a Gerusalemme, come raccontato nel Vangelo secondo Luca (Lc 2,22-40). Siccome ogni primogenito del popolo ebraico era considerato offerto a Dio, era necessario che i genitori lo riscattassero attraverso un’offerta. Fu in quel momento che San Simeone il Vecchio riconobbe il bambino come il Messia e affermò che sarebbe stato “luce per illuminare le genti”.
Da qui la liturgia della Chiesa Cattolica che prevede la benedizione delle candele, simbolo di colui che illumina gli esseri umani, e il nome di “Candelora”, con cui è popolarmente nota la festa della Presentazione del Signore.
Contestualmente alla cerimonia di riscatto del primogenito, era prevista anche quella di purificazione della madre, considerata impura. Per la Chiesa Cattolica Maria non avrebbe avuto bisogno di farlo, ma lasciò comunque un’offerta in segno di umiltà e di obbedienza ai precetti ebraici. Anche per questo motivo, fino alla riforma liturgica introdotta dopo il Concilio Vaticano II, la Candelora era chiamata la festa della Purificazione della Beata Vergine Maria. La riforma riportò l’attenzione sulla valenza cristologica del momento, intesa a manifestare più chiaramente la centralità della figura di Cristo.
La prima testimonianza scritta di questa festa risale al IV secolo. La festa viene osservata anche dalla Chiesa Ortodossa e da diverse confessioni protestanti. In molte zone e in diverse confessioni è tradizione comune che i fedeli portino le proprie candele alla chiesa locale per la benedizione.
In passato era una ricorrenza molto sentita soprattutto dalla civiltà contadina, legata alle antiche ritualità della terra. La tradizione vuole che il giorno della Candelora sia indicativo del tempo atmosferico che seguirà nel resto della stagione invernale, un giorno speciale in cui è possibile avere pronostici per il futuro.
La festività della Candelora coincide con la Giornata Nazionale della Vita e la Giornata Mondiale della Vita Consacrata.
La 47ª Giornata Nazionale per la Vita
È stata celebrata domenica 2 febbraio 2025 anche la 47ª Giornata Nazionale per la Vita, che quest’anno ha per tema Trasmettere la vita, speranza per il mondo. “Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita” (Sap 11, 26).
Per l’occasione, il Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana ha preparato un Messaggio che invoca “un’alleanza sociale che promuova la cultura della vita, mediante la proposta del valore della maternità e della paternità, della dignità inalienabile di ogni essere umano e della responsabilità di contribuire al futuro del Paese mediante la generazione e l’educazione di figli; che favorisca l’impegno legislativo degli stati per rimuovere le cause della denatalità con politiche familiari efficaci e stabili nel tempo; che impegni ogni persona di buona volontà ad agire per favorire le nuove nascite e custodirle come bene prezioso per tutti, non solo per i loro genitori”. “Tale alleanza – si legge nel Messaggio [QUI] – può e deve essere inclusiva e non ideologica, mettendo insieme tutte le persone e le realtà sinceramente interessate al futuro del Paese e al bene dei giovani”.
La 29ª Giornata Mondiale della Vita Consacrata
La ricorrenza della 29ª Giornata Mondiale della Vita Consacrata è stata un’occasione nella quale la Chiesa si è stretta con gioia e gratitudine attorno ai consacrati e alle consacrate, che hanno pronunciato il loro sì donando la vita a Dio per la Chiesa e per il mondo.
La Giornata, che si celebra ogni anno il 2 febbraio nella festa della Presentazione di Gesù al Tempio, si inserisce quest’anno giubilare nel cammino che consacrate e consacrati stanno percorrendo in vista del Giubileo della Vita Consacrata, che si celebrerà a livello mondiale l’8 e 9 ottobre 2025. Per questo evento giubilare sono invitati a Roma tutti i consacrati e le consacrata delle diverse forme di vita: religiosi e religiose, monaci e contemplative, membri degli istituti secolari, appartenenti all’ordo virginum, eremiti, membri appartenenti ai “nuovi istituti”. In tutto il mondo sarà anche occasione di preghiera per domandare al Signore il dono di sante vocazioni alla vita consacrata e accogliere la grazia di essere portatori dell’annuncio di speranza e costruttori di pace, testimoniando con la vita che nessuno è escluso dalla misericordia di Dio.
La speranza dona ali al cuore
Il Messaggio per la Vita Consacrata del 2 febbraio 2025 delle Monache Agostiniane di Rossano, l’unica realtà di vita contemplativa femminile agostiniana nell’intero Meridione.
Carissimi Fratelli e Sorelle,
quanta grazia si concentra per tutti noi, in questa luminosa festa della Presentazione di Gesù al Tempio! Anzitutto, perché stiamo vivendo l’Anno Giubilare: tempo in cui attingere dal Signore la grazia del nuovo, per noi e per le nostre comunità. Sì: il nuovo non è frutto dei nostri sforzi, per quanto nobili possano essere. Il nuovo è sempre e unicamente dono dall’alto, dono di Dio.
A noi spetta un compito forse meno impegnativo di quanto crediamo: lasciare spazio al Signore perché possa agire liberamente, nelle nostre vite personali e nelle nostre comunità. Quanta ansietà ci mangia vita, ci sottrae forze, ci rende meno luminoso il pensiero! Quante preoccupazioni, sul nostro presente o sul nostro futuro, rischiano di precipitarci in uno stato di scoraggiamento che fa ripiegare su se stessi e depriva di orizzonte!
Dalle speranze alla Grande Speranza
Papa Francesco ha voluto dare a questo Anno Santo una sottolineatura particolare, invitando tutti i fedeli ad essere pellegrini di speranza: noi pure ci mettiamo in cammino, anzitutto con il cuore, per bussare al cuore di Dio e chiedergli di rinnovare la nostra speranza.
Non ci bastano le piccole speranze, anche se belle e consolanti. Sentiamo che, attraverso tutto, si fa sempre più ardente la sete della Grande Speranza: nel dono di noi stessi per amore trovare compimento!
E, dal momento che l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, la Grande Speranza ci muove a lasciarci lavorare sempre di nuovo dallo Spirito del Signore, per crescere «nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo» (Ef 4,13).
La Grande Speranza carica di vita il nostro presente; diceva Agostino: «La vita della vita mortale è la speranza della vita immortale» (Esposizione sul Sal 103, D. 4,17). Ne deriva che attraverso ogni più piccolo gesto, caricato di amore, si crea un aggancio con l’Eterno e si spande profumo di eternità nei nostri giorni terreni: stupendo!
Direzione speranza per il cuore
Tutti soffriamo per il senso di “spaesamento” patito da tanti nostri fratelli e sorelle:
- spaesamento, disorientamento, confusione; perdita dei punti di riferimento, incapacità di trovare una direzione per la propria esistenza. La direzione sembra… la mancanza assoluta di direzione;
- esito drammatico per tanti, soprattutto giovani, che si trovano così, allo sbando, alla mercè dei propri impulsi o bisogni.
La speranza riapre l’orizzonte, mette in moto e indica la direzione. Solleva energie e forze interiori, fa protendere lo sguardo degli occhi e del cuore verso l’alto, cioè verso Dio. Agostino in tante occasioni raccomanda non solo di sperare cose buone da Dio, ma di sperare Dio stesso: «Non sperare qualcosa “dal” Signore Dio tuo, ma lo stesso tuo Signore sia la tua speranza… tu cerca lo stesso tuo Dio; … tendi a Lui; dimenticando le altre cose ricordati di Lui… protenditi verso di Lui; sia la tua speranza Egli che guida e conduce» (Esposizione sul Sal 39,7).
Insieme a tutto questo, la Grande Speranza dilata il cuore, rendendolo capace di entrare in dialogo con il Signore, un dialogo di intimità e conoscenza reciproca. Nella ricchissima Enciclica Dilexit nos, Papa Francesco sottolinea che Sant’Agostino «(…) presenta il cuore come simbolo dell’unione intima con Cristo, come luogo di un incontro d’amore. Lì sta l’origine della sapienza più preziosa, che è quella di conoscere Lui. Infatti, Agostino scrive che Giovanni, l’amato, quando nell’ultima Cena chinò il capo sul petto di Gesù, si accostò al luogo segreto della sapienza» (DN, 103).
La speranza riscalda il cuore, per un rinnovato incontro con l’umile Gesù che ci offre la sua amicizia sponsale, così da diventargli intimi, fino ad assomigliargli nei sentimenti, nella dedizione al Padre, nella sua predilezione per ogni forma di povertà.
Essere uomini e donne di speranza, proprio perché uomini e donne che sanno dedicare spazio, tempo, energie al colloquio cuore a cuore con Dio; ed essere, con le nostre comunità, piccole o grandi che siano, multietniche e plurigenerazionali, pozzi di speranza, in questa terra di Calabria che dell’acqua della speranza evangelica ha tanto bisogno.
Esercizi di speranza
Durante un incontro comunitario fra noi Sorelle, abbiamo riflettuto insieme su quali “esercizi di speranza” possano alimentare la nostra fraternità, in questo Anno specialmente. È venuto fuori un “puzzle” multicolore, che volentieri condividiamo con voi:
- la letizia, che rende dimentichi dei propri mali e infonde fiducia;
- il silenzio, mettere a tacere il proprio io;
- il tempo dedicato all’Adorazione Eucaristica silenziosa;
- la pazienza, il sapersi portare a vicenda;
- il senso della presenza di Dio;
- la magnanimità: avere occhi per le cose grandi che il Signore compie.
È tanto bello sentirci insieme oggi, in un rendimento di grazie corale per il dono della vita consacrata. Possiamo lanciare una proposta? Il ritaglio di un piccolo spazio per una preghiera reciproca, nell’ambito della giornata odierna. Ne risulterà sicuramente rafforzata la comunione, il sentimento bello di camminare insieme, di sostenerci a vicenda.
- Riflessioni sulle letture festive – Presentazione del Signore [QUI]
Prossimo appuntamento della Delegazione
Con l’occasione ricordiamo, che la prossima Santa Messa mensile della Delegazione sarà celebrata domenica 9 febbraio 2025 nella Chiesa della Santissima Trinità in Viterbo.
Venti domande e risposte sul Giubileo Ordinario 2025, sul Pellegrinaggio Costantiniano Internazionale e sul solenne Pontificale in onore di San Giorgio Martire, nell’Anno Santo 2025 per i Cavalieri, le Dame, i Postulanti e gli Amici del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.