Il rito centrale è la “Ascesa” della statua della Madonna su un antico e festoso baldacchino in legno impreziosito da lacche e intarsi colorati, che viene poi portato in processione attraverso le vie del borgo, benedette dalla folla che canta le sue lodi. Il venerdì precedente la festa, dopo la recita del Santo Rosario e la Processione nella navata centrale della chiesa parrocchiale, la statua della Madonna del Rosario viene posta su un baldacchino e issata verso la sommità dell’altare con la “macchina”, un antico e ingegnoso meccanismo in legno, risalente al 1856, che permette questa straordinaria ascesa. Dopo l’Ascesa, la Madonna sul baldacchino resta esposta per una settimana, fino alla domenica successiva, quando esce in processione per benedire le vie del borgo, seguita dal grido “Viva Maria!”.

A Piansano, la fede ha radici profonde e si intreccia con la storia. La Madonna del Rosario, venerata fin dal Medioevo, è il cuore pulsante della spiritualità piansanese. La festa è espressione del profondo attaccamento alla Madonna del Rosario, che attira persone da tutto il mondo, che si uniscono ai Piansanesi per affidare alla Vergine preghiere, gioie e dolori.

La devozione si è rinnovata con la creazione della “Minimacchina”, portata in spalla da bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie nel pomeriggio del giovedì precedente alla festa.
Alla festività hanno presenziato le massime autorità civili e militari del territorio, a partire dal Prefetto, dal Sindaco e dai rappresentanti dei Carabinieri, dell’Esercito e della Guardia di Finanza, oltre che la Confraternita del Santissimo Sacramento, i portantini (i Facchini della Macchina della Madonna del Rosario, che indossano una stola candida con fascia celeste e monogramma mariano).


Ha partecipato – tradizionalmente invitato dal Parroco, Don Andrea Mareschi, ad una delle celebrazioni mariane più importanti della Diocesi di Viterbo – anche una rappresentanza della Delegazione della Tuscia e Sabina, guidata dal Delegato, Nob. Avv. Roberto Saccarello, Cavaliere Gran Croce de Jure Sanguinis con Placca d’Oro, in un posto distinto ai lati del presbiterio.
Il Vescovo di Viterbo, Mons. Orazio Francesco Piazza, nel suo saluto iniziale ha sottolineato come in questo momento storico dobbiamo invocare la Madre di Dio per la pace, così minacciata in questi giorni, e anche per la pace nelle famiglie e in tutta la società.
Intenso e partecipato il Rosario animato dal Parroco Don Andrea Mareschi prima della Santa Messa. Intime le preghiere, tradizionali i canti, illuminata la chiesa per una festa che reca in sé storia, fede, cultura e, appunto, tradizione. Poi, si leva il canto delle litanie lauretane. Tutti volgono lo sguardo lassù, verso l’alto, sulla sommità dell’altare maggiore dove è già posizionata la macchina che accoglierà la Madonna, un antico baldacchino in legno impreziosito da lacche e intarsi colorati.
C’è aria di attesa, di preghiera, di festa, mentre gli addetti alla macchina proseguono le operazioni: dispongono obliquamente sull’altare due lunghe travi di legno che vanno a incastrarsi con quelle che in alto sorreggono il baldacchino. I fedeli accompagnano ogni momento della preparazione della struttura sulla quale la macchina scenderà, fino a posarsi dolcemente a terra. Si invoca la Vergine con le espressioni di fede, poesia e spiritualità che generazioni di musicisti, autori, poeti hanno elaborato e i nostri avi tramandato. Si intona anche Mira il tuo popolo oh bella Signora, invocazione di aiuto, protezione e intercessione, che si usa cantare in molti borghi durante le processioni.
Ecco la macchina si muove, lentamente inizia la discesa, dapprima quasi impercettibile. Quando la macchina – accesa da lampadine – si posa lievemente a terra, la cerimonia entra nella sua fase di più intensa partecipazione.



Una breve processione di Ecclesiastici e di Cavalieri Costantiniani, guidata dal Vescovo, scende dal presbiterio e, percorrendo la navata centrale, si dirige verso la piccola sacrestia nei pressi dell’ingresso della chiesa. La processione è preceduta dai “Sacramenti”, ovvero gli accoliti della Confraternita del Santissimo Sacramento nel loro tradizionale saio bianco legato in vita e mozzetta rossa con scudetto argenteo. Giunti davanti alla sacrestia, i “Sacramenti” si dispongono di lato per aprire la strada agli ecclesiastici che entrano. Seguono istanti di palpitante attesa.
Il Vescovo si è raccolto in preghiera con i soli sacerdoti all’interno della nicchia dove si trova la sacra effige. Un momento intimo e privato dove il Presule ha pregato la Madonna per alcune intenzioni personali.
Finalmente, la statua della Madonna del Rosario esce e percorre la navata, tra gli inni dei fedeli, viene posta sul baldacchino che sarà di nuovo issato, come in una miracolosa ascesa, sopra al tabernacolo. Uscirà in processione solenne, solamente la domenica della festa, a benedire le vie del borgo.
Dopodiché è avvenuto il momento culminante della festa, con l’Ascesa della Madonna del Rosario tornata trionfante sul suo trono sopra all’altare maggiore. Il grido “Evviva Maria!” si leva nuovamente alto e forte al cielo verso la Vergine che guarda il suo popolo, la sua gente, i fedeli che la venerano, si inchinano e si affidano a Lei.
Per approfondire: La devozione alla Madonna del Rosario di Piansano.
