
Domenica 8 dicembre 2024
Solennità dell’Immacolata Concezione
Nella ricorrenza della solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, Patrona dell’antico Regno delle Due Sicilie, la Delegazione di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e la Luogotenenza per l’Italia Meridionale Tirrenica dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme hanno organizzato per domenica 8 dicembre 2024 alle ore 18.30, presso la basilica-santuario mariano diocesano dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio e Regina della Cattolica Chiesa a Capodimonte in Napoli, la celebrazione di una solenne Santa Messa, presieduta da Fra’ Sergio Galdi d’Aragona, OFM, Cappellano di Giustizia dell’Ordine Costantiniano, Commissario Generale di Terra Santa in Napoli (Campania, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria e Puglia).
Con la partecipazione
della Guardia d’Onore alle Reali Tombe dei Sovrani Borbone
e
di Rappresentanze
del Real Circolo Francesco II di Borbone
e del Corpo Internazionale di Soccorso O.d.V.

Sabato 7 dicembre 2024
Vigilia
della solennità dell’Immacolata Concezione
Nella vigilia della solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, antica Festa Nazionale delle Due Sicilie, e nel CXXX anniversario della morte del Servo di Dio Francesco II di Borbone, ultimo Re delle Due Sicilie, che ricorre il 27 dicembre, il Real Circolo Francesco II di Borbone – il cui Presidente Onorario è S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo della Real Casa delle Due Sicilie, Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio – ha organizzato per sabato 7 dicembre 2024 alle ore 18.30, presso la chiesa di Santa Brigida in via Santa Brigida a Napoli, la celebrazione di una Santa Messa, presieduta da Padre Domenico Aiuti, O.M.D.
Seguirà alle ore 19.00 un Concerto di beneficenza per l’Immacolata, a sostegno dei ragazzi autistici della Cooperativa Sociale Aliter dal tema Una nota per un sorriso: sosteniamo insieme i ragazzi di Aliter, creando una comunità solidale che crede nell’importanza dell’inclusione. Con il ricavato della serata #UnaNotaPerUnSorriro, si potrà offrire ai ragazzi di Aliter nuove opportunità di crescita, laboratori educativi e momenti di socializzazione, aiutandoli a sviluppare tutto il loro potenziale.
Il Baritono Maurizio Esposito e l’Orchestra d’archi San Giovanni diretti dal Maestro Keith Goodman eseguiranno musiche di Haendel, Paisiello, Durante, Stradella, Caccini e Mascagni.
In collaborazione
con il Rotaract Napoli Posillipo
e con la Cooperativa Sociale Aliter
e
con la partecipazione
di una Rappresentanza
della Delegazione di Napoli e Campania
del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio


Approfondimenti
- La solennità dell’Immacolata Concezione
- La basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio e Regina della Cattolica Chiesa
- La Società Cooperativa Sociale Aliter
- L’Orchestra San Giovanni
- Il Maestro Keith Goodman
- La foto di copertina: L’Immacolata Concezione di Giambattista Tiepolo
La solennità
dell’Immacolata Concezione
L’8 dicembre celebriamo la solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, che veramente piena di grazia e benedetta tra le donne, in vista della nascita e della morte salvifica del Figlio di Dio, fu sin dal primo momento della sua concezione, per singolare privilegio di Dio, preservata immune da ogni macchia della colpa originale, come solennemente definito come dogma di fede da Papa Pio IX, sulla base di una dottrina di antica tradizione.
L’assenza della macchia del peccato nella vita di Maria Santissima è fonte di consolazione e di speranza per l’intera umanità: vuol dire che il cuore di ognuno ha la possibilità di essere specchio cristallino della vita di Dio. Significa che l’essere umano può generare in questo mondo l’essere divino. Questo privilegio di Maria, nata senza peccato, è in realtà un dono per tutti gli uomini. Lo hanno sempre saputo i fedeli, anche i più semplici, che nei secoli hanno venerato la Madonna come la creatura più vicina a Dio e a loro. La Chiesa ha fatto di questa verità un dogma, proclamato da Pio IX l’8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus. La realtà teologica che sottende al concetto dell’Immacolata Concezione di Maria è proprio questa: la vita toccata da Dio è vita piena di luce, realizzata in ogni aspetto, resa trasparente in ogni suo momento.
La solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria che si celebra l’8 dicembre in ricordo del dogma formulato da San Pio IX, con cui dichiarò la Santissima Vergine Maria immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Chiuse così un dibattito teologico plurisecolare, dando rilievo alla continuità della fede e alla tradizione devota. Per mezzo del suo Vicario, il Cardinale Costantino Patrizi, fece sapere ai fedeli di Roma, che tutto il mondo alzava inni di lode alla Santissima Vergine Immacolata Madre di Dio. Schiere di fedeli esprimevano con esultanza la loro devozione e rivolgevano le loro preghiere alla Madre del Signore. Tanto più il giubilo e la festa in onore dell’Immacolata Concezione pervadevano Roma, la città santa.
Poi l’evento successivo all’8 dicembre 1854, tanto più significativo quanto lo si connette alla formulazione del dogma. L’11 febbraio 1858 si avrà a Lourdes (Lorda in lingua occitana) la prima apparizione della Vergine Maria a Santa Benedette Soubirous. Ma delle diciotto apparizioni in totale, una delle più importanti fu la sedicesima, che avverrà il 25 marzo 1858. “La bella signora” rispose alla domanda della piccola contadina, che le aveva chiesto chi fosse. Bernadette raccontò: «Lei, allora, alzò gli occhi al cielo, unendo, in segno di preghiera, le Sue mani che erano tese e aperte verso la Terra, e mi disse: “Que soy era Immaculada Councepciou” (Io sono l’Immacolata Concezione)». La Madonna parlò con Bernadette nel dialetto guascone di quel territorio, l’unica lingua che la piccola contadina parla. Bisogna tener presente che Bernadette, analfabeta, non sapeva neanche cosa volessero dire quelle parole, certamente incomprensibili a una bambina che non aveva neanche frequentato il catechismo e che, anche se così fosse stato, era nell’impossibilità di entrare in un mistero di “alta teologia” così profondo, come quello della concezione immacolata della Vergine Maria. Eppure, furono proprio quelle parole a colpirla così tanto che rimasero impresse nella su memoria durante il camino per andare riferire al suo parroco, Don Peyramale che sorpreso da tale espressione, tanto che fu proprio questa a dissipare ogni dubbio sulla veridicità della testimonianza di Bernadette, perché quattro anni prima Papa Pio IX aveva promulgato il dogma dell’Immacolata Concezione. Rendere autentiche le parole della piccola contadina, in questa maniera fu la Beata Vergine Maria stessa, a confermare il dogma.
Il mistero della Madre Celeste Immacolata custodito a Gaeta: «A Gaeta, nella Cappella d’oro, qualcosa accadde, sino a indurre il Segretario di Sua Santità a predisporre il massimo silenzio ed isolamento. In quella notte fredda, l’altare era rimasto illuminato non solo dai ceri quando la Madre Celeste appoggiò il suo sguardo d’amore sul volto del suo servo prediletto» (Don Paolo Capobianco).
Dal 24 novembre 1848 al 12 aprile 1850 Papa Pio IX fu esule a Gaeta a seguito della rivolta della Repubblica Romana, ospite di Re Ferdinando II di Borbone (sovrano del Regno delle Due Sicilie dall’8 novembre 1830 al 22 maggio 1859). Nel suo soggiorno a Gaeta, Papa Pio IX amava pregare innanzi all’immagine della Vergine Maria di Scipione Pulzone nella Cappella d’Oro della Chiesa dell’Immacolata Concezione. Ed è lì che ha avuto l’ispirazione per la stesura del Dogma dell’Immacolata Concezione. Proprio da Gaeta il 2 febbraio 1849 Papa Pio IX scrisse la Lettera enciclica Ubi primum per consultare l’episcopato mondiale in merito alla definizione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria.
Su questi avvenimenti esiste una versione storica, «proposta dal Brunetti: “Quando Pio IX il 25 novembre del 1848 si rifugiò a Gaeta (dove San Leonardo da Porto San Maurizio aveva nel ‘700 espletato una delle sue circa 300 missioni evangelizzatrici), il Re delle due Sicilie Ferdinando II gli offre ospitalità, ma dietro suggerimento degli Alcantarini di Napoli (che a Gaeta avevano l’importante Santuario della Montagna Spaccata) e per mezzo del suo Ambasciatore il Duca di Serracapriola, curatore degli affari economici dei francescani, gli chiede come contraccambio la definizione dogmatica dell’Immacolata. Nella sua risposta all’inviato reale Pio IX dichiara che le grandi parole di San Leonardo e le suppliche del mondo cristiano non gli lasciano più riposo e che è ben risoluto all’azione. Infatti il 2 febbraio 1849 pubblica da Gaeta l’enciclica Ubi Primum, nella quale chiede all’episcopato di tutto il mondo di fargli conoscere con lettere il suo pensiero e quello dei fedeli riguardo all’Immacolata Concezione”.
Il ricorso ai Vescovi della Cristianità con le modalità dell’Ubi Primum, in fondo non è altro che quel “Concilio per iscritto e senza spese” preconizzato da San Leonardo presso Clemente XII e Benedetto XIV, nella citata lettera profetica. Il risultato finale è noto: l’8 dicembre 1854 il dogma è proclamato con l’Ineffabilis Deus.
In definitiva si può affermare che la devozione, la propensione privata, le emozioni e le suggestioni gaetane di Giovanni M. Mastai Ferretti hanno avuto, certo, la loro parte a rafforzare la determinazione che Pio IX sembra aver assunto già nel momento che si sentì sulla fronte la tiara pontificia: porre fine alla secolare controversia teologica e di definire l’Immacolata Concezione.
In questa ricostruzione tra il vero e il verosimile, ci piace sottolineare la grande propulsione a favore della proclamazione del dogma che venne dal Sud, dal clero del Reame delle Due Sicilie.
Si espressero favorevolmente: il Cardinale Arcivescovo di Capua, il Cardinale Arcivescovo di Napoli, i Vescovi di Chieti, Manfredonia, Anastasiopoli (in partibus), L’Aquila, Lipari, Tursi, Oppido, Sessa, Policastro, Nocera e Nusco» (Francesco Schiano, La “Cappella d’Oro” il luogo del mistero, Rete del Regno delle Due Sicilie, 8 dicembre 2012).
La basilica
dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio
e Regina della Cattolica Chiesa




Sontuosa e solenne, la basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio e Regina della Cattolica Chiesa a Capodimonte in Napoli si erge splendente al centro dell’arco naturale che compone la base della collina di Capodimonte. L’ameno sito che guarda il centro storico di Napoli, si erge tra i lembi collinari, chiamati dello Scudillo e dei Ponti Rossi, ed è incorniciato tra la Reggia di Capodimonte e la nobile residenza di Villa Ruffo. La cupola, di verde rame e la gran croce luminosa che la sovrasta, sono visibili da tanti posti della città e ricorda qualcosa di antico e solenne. Il tempio sorse e fu realizzata per divina ispirazione e fervida operosità di una ragazza napoletana, la Serva di Dio Maria di Gesù Landi e per la munifica disponibilità della nobiltà napoletana e di alcuni prelati.
L’affluenza e la fiducia dei devoti che salivano all’Oratorio di Maria Landi in via Duomo, convinse la pia religiosa a riprendere l’antico progetto di innalzare alla Santissima Vergine un tempio a Capodimonte. Ne parlò con il Cardinale Giuseppe Antonio Ermenegildo, che nel dicembre del 1918, subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, nominò una Commissione di esperti. La scelta del sito, a Capodimonte, fu facilitata dalla donazione di una villa con annesso parco fatta da una devota benefattrice proprio sulla massa tufacea in cui sono scavate la Catacombe di Sant’Agrippino (poi di San Gennaro) e di San Gaudioso.
La costruzione della basilica in stile neo barocco – su progetto dell’Architetto Vincenzo Veccia, secondo l’idea di Suor Landi di una figuratività non pedissequa ma di forte richiamo – in rapporto in scala prossimo di 1 a 3 – alla Basilica di San Pietro a Roma, centro e simbolo della Chiesa Cattolica, della quale la Madonna del Buon Consiglio era proclamata Regina, tanto da essere anche conosciuta come “La piccola San Pietro” – inizio il 6 gennaio 1920 con la posa della prima pietra. La costruzione del tempio continuò anche durante la Seconda Guerra Mondiale. Il 25 aprile 1953, il Cardinale Marcello Mimmi inaugurò la facciata e finalmente, il 26 aprile 1960, il Cardinale Alfonso Castaldo consacrava solennemente il tempio. Tuttavia il tempio era fruibile al culto già da vari anni prima della consacrazione. Nel gennaio del 1980 Papa Giovanni Paolo II l’ha elevata alla dignità di basilica minore.
Il tempo porta la dedica scritta nel timpano: «AUGUSTAE MATRI BONI CONSILII REGINAE CATTOLICAE ECCLESIAE ANNO DOMINI MCMLX DICATUM» (Augusta Regina del Buon Consiglio Madre della Chiesa Cattolica dedicata nell’anno del Signore 1960). Sulla controfacciata sono presenti l’Incoronazione della Vergine di Giovanni Battista Beinaschi, proveniente dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie a Caponapoli, al centro, a sinistra la Natività di Giovanni Balducci, a destra la Deposizione di Marco Pino. Alcune cappelle ospitano le tombe delle Principesse di Casa Savoia e Duchesse d’Aosta Elena e Anna d’Orléans; dei Cardinali Alessio Ascalesi, Corrado Ursi e Michele Giordano; e della Serva di Dio Suor Maria di Gesù Landi.
Nata a Napoli il 21 gennaio 1861, già da bambina Maria Landi dimostrava fervide vocazioni spirituali. Ella si distinse per la sua grande devozione alla Madre del Buon Consiglio di cui, nel 1884, fece dipingere dal pittore Spanò un quadro, che fu molto amata dal popolo napoletano, a seguito di due miracoli:
- Nel 1884 Maria Landi mostrò al popolo l’immagine della Madre del Buon Consiglio e l’epidemia di colera che attanagliava Napoli in quel periodo, cessò immediatamente.
- Nel 1906, a seguito di un’eruzione del Vesuvio, la Città era sotto una densa coltre di cenere e numerosi tetti e solai crollarono; di conseguenza Maria Landi espose il quadro fuori dal balcone di casa e un raggio di sole lo illuminò. Qualche giorno dopo l’eruzione cessò e su Napoli la cenere cominciò a scemare.
Successivamente, Suor Landi ottenne il riconoscimento del culto della Madre del Buon Cosiglio, con l’aggiunta del titolo Regina della Cattolica Chiesa (suggeritole dalla Vergine Maria nel 1910 durante le sue contemplazioni) nonché l’incoronazione del quadro, concessa nel 1912 da Papa Pio X (addirittura contro le regole pontificie vigenti che richiedevano che il quadro dovesse essere conosciuto insieme al tempio che lo custodisse), mentre il quadro miracoloso all’epoca era ancora sistemato nella cappella di casa Landi. Il rito dell’incoronazione fu eseguito dal Cardinale Giuseppe Antonio Ermenegildo Prisco, il 6 gennaio 1912. Nel frattempo, i pellegrinaggi all’immagine si susseguirono numerosi e, ben presto venne eretto il tempio, fatto erigere esattamente dove le aveva chiesto la Vergine nel 1900, con questa esortazione: “Volo ut edifces mihi magnum templum super Catacumbas”, sulla massa tufacea in cui erano state scavate secoli addietro le catacombe.
Suor Maria di Gesù Landi morì il 26 marzo 1931, tuttavia la sua scomparsa non portò all’interruzione dei lavori, che anzi proseguirono. Il 12 giugno 1938 l’effigie miracoloso della Madre del Buon Consiglio fu portata all’interno del tempio ancora in costruzione.
La cultura popolare vuole che durante il sisma del 1980 il busto marmoreo raffigurante la Madonna posto sulla sommità della facciata si staccò, cadendo in piedi e senza subire danni. In realtà la statua, a figura intera, si divise in due parti e la parte superiore, il busto, cadde dal frontone della chiesa sulla scalinata senza ferire nessun passante e si spezzò a sua volta in due parti, il torso (con il Bambino in braccio) e la testa. Una lastra di pietra posta all’ingresso della basilica ricorda l’evento e le vicende successive: «Scossa della violenza del sisma che alle ore 19:25 di domenica 23 novembre 1980 sconvolse Napoli, il busto marmoreo si staccò dal blocco inferiore della statua raffigurante la Madonna con il bambino e precipitò dall’alto della facciata, frantumandosi sulla scala di accesso al tempio; è stata accuratamente restaurata, la sacra immagine fu qui riposta il 26 aprile 1981 e vi è rimasta come oggetto di continua testimonianza di amore e pietà mariana fino al 4 giugno 1983, allorquando, consolidate le strutture della facciata; è stata ricollocata al suo posto in alto, vigile protettrice alle soglie della città».
La Società Cooperativa Sociale Aliter

Il ricavato del Concerto di beneficenza per l’Immacolata andrà a favore della Società Cooperativa Sociale Aliter, comunità educante e realmente inclusiva, con un approccio educativo o terapeutico all’autismo che soddisfa gli standard scientifici dell’ABA, acronimo di Applied Behavior Analysis (Analisi Comportamentale Applicata).
Dei genitori affidano quotidianamente a Aliter loro figli per aiutarli a crescere insieme. Genitori che sono sempre accanto ai loro figli. Non dietro. Non avanti. Ma accanto per guidarli e mai inibirli. Per rinforzarli e mai punirli. Per insegnargli e mai reprimerli. Partecipare alla serata significa aiutare Aliter, con un impegno minimo adesso prima di Natale, ad offrire ai ragazzi autistici e con disabilità intellettiva nuove opportunità di crescita, laboratori educativi, momenti di socializzazione e campi estivi inclusivi gratuiti, aiutandoli a sviluppare tutto il loro potenziale.
L’avverbio latino aliter significa altrimenti, in altro modo, differentemente diversamente. Celebri le parole di Virgilio “dis aliter visum” (agli dei è parso altrimenti), che si citano per esprimere la propria rassegnazione al destino o di fronte all’opposizione, di forze contro cui è vano lottare.
La Società Cooperativa Sociale Aliter è nata nel 2013 dalle esigenze e dalle esperienze di vita di un gruppo di genitori di ragazzi affetti da sindrome autistica, con l’intento di colmare il vuoto in cui erano stati lasciati dalle istituzioni fin dalle prime diagnosi. Con lavoro ed impegno instancabili, i fondatori di Aliter hanno creato in Campania un centro in grado di erogare interventi scientificamente fondati, sistematici ed efficaci per persone con autismo ed altra disabilità.
La Aliter ha sempre tenuto a costruire un dialogo continuo con le istituzioni e ad agire in maniera sempre più pervasiva sul territorio di appartenenza e sulle zone limitrofe. Guidata da esperti in analisi del comportamento, la Aliter si è occupata fin da subito di interventi comportamentali effettuati a domicilio, seguendo rigorosamente i principi propri dell’ABA.
In aprile 2015 la Aliter ha compiuto un enorme passo avanti nella varietà dei servizi offerti alla comunità grazie alla concessione, da parte del comune di Pomigliano d’Arco, di Villa Giancarlo Siani, un immobile confiscato alla Camorra, per un periodo di nove anni ad uso gratuito. Di lì in poi, grazie ai lavori di ristrutturazione effettuati a carico della cooperativa stessa e grazie al sostegno continuo dei soci e delle famiglie coinvolte nelle attività del centro, la Aliter ha iniziato una nuova vita offrendo interventi anche in sede e ad erogare servizi di formazione. La struttura dispone di cinque aule per gli interventi clinici, di un’aula per attività di gioco sociale e interazione, di una sala riunioni e di un auditorium dedicato alla formazione.
Uno degli esempi più significativi dell’azione della cooperativa è stata l’attivazione, dal settembre 2017, di Progetti Terapeutici Riabilitativo Individuali (PTRI) in collaborazione con l’ASL Napoli 2 Nord, costruiti a misura della persona in base ai suoi bisogni.
Da aprile 2019 anche l’ASL Napoli 3 Sud ha iscritto Aliter nell’albo dei co-gestori permettendo al comune di appartenenza della struttura di erogare questo tipo di servizi. I PTRI sono strumenti di inclusione molto importanti, permettono l’inserimento della persona nel contesto sociale di appartenenza, creando una rete con il territorio e i suoi servizi, siano essi scolastici, sportivi, ricreativi o lavorativi.
Da settembre 2018 Aliter ha attivato uno sportello di ascolto psicologico gratuito a disposizione delle famiglie afferenti al centro.
Ad oggi Aliter conta tra i propri assistiti decine di famiglie. I servizi di formazione sono ormai alla quarta edizione, con la volontà di crescere sempre più per favorire il benessere e la serenità di chiunque si rivolga al centro, con cura, professionalità e soprattutto passione e amore per il lavoro.
L’Orchestra San Giovanni
L’Orchestra San Giovanni ha un numero variabile di strumentisti, dai 15 ai 50 elementi circa, a seconda delle esigenze. Il Direttore stabile dell’Orchestra è da sempre il Maestro Keith Goodman. Fondata verso la fine di gennaio del 2009, nel quartiere San Giovanni a Teduccio di Napoli, una ventina di musicisti si riuniva per iniziare insieme un nuovo percorso musicale, ossia la formazione di un’Orchestra da camera, effettuando quindi in quel quartiere (da cui l’orchestra ha poi preso il nome) le loro prime prove. L’Orchestra San Giovanni può essere da tempo considerata una realtà stabile sul territorio campano, con al suo attivo oltre cento concerti in Italia e all’estero.
Il Maestro Keith Goodman

Il Maestro Keith Goodman dimostra un amore sincero per un’epoca che fu, ha osservato Gianni Cesarini: “C’è da chiedersi se sia un obbligo stare al passo coi tempi, andare avanti abbattendo frontiere e aprendo nuovi spazi formali ed espressivi. Per chi scrive la risposta è no. Ciò che conta è se la musica emoziona, interessa, trasmette bellezza, crea benessere. Per chi scrive, da sempre aperto a tutti le forme e tipi di musica, si può apprezzare e amare la musica d’avanguardia o la musica di un compositore del nostro tempo che guarda al passato. Goodman guarda al passato con occhi sinceramente innamorati, omaggia quei tempi con musiche sottilmente stilizzate e marcate da invenzioni melodiche di grande fascino. È musicista di vasta preparazione che si dedica principalmente alla direzione d’orchestra apparendo come degno successore di Francesco D’Avalos di cui è stato alunno. Quindi Goodman difende una filosofia nettamente conservatrice, nel senso che evita dissonanze e sperimentalismi per creare brani dove il fattore melodico gioca un ruolo fondamentale. Scrive musica sul fluire della ispirazione e dettata dall’emozione. Non cerca l’affetto, cerca espressione di sentimenti traducendoli in bellezza con un linguaggio personale, originale.
Il Maestro Keith Goodman è un musicista italo americano, nato nel 1980. Ha Studiato presso il Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli, dove si diploma in Pianoforte, Composizione, Direzione d’Orchestra, Strumentazione per banda, Musica Corale. Svolge attività concertistica in varie formazioni con un repertorio che va dal Barocco al Novecento, esibendosi in numerose manifestazioni nazionali. Come pianista si dedica prevalentemente alla musica da camera collaborato spesso anche a diverse master class di noti musicisti come Beatrice Antonioni, Massimo Marin, Raffele Mallozzi, Paolo Pollastri, Delfo Menicucci e altri. È autore di numerose composizioni e trascrizioni, eseguite in varie manifestazioni: Diverse sue trascrizioni sono state eseguite e commissionate da varie formazioni. Ha partecipato ai diversi concorsi di composizione. Dal 2009 è Direttore stabile dell’Orchestra Accademia San Giovanni di Napoli, con la quale effettua numerosi concerti.
La foto di copertina:
L’Immacolata Concezione
di Giambattista Tiepolo

Giambattista Tiepolo, L’Immacolata Concezione, 1767-69, olio su tela, 281×155 cm, Museo del Prado, Madrid.
Il dipinto, terminato da Giambattista Tiepolo (Venezia, 5 marzo 1696–Madrid, 27 marzo 1770) nell’estate del 1769, è uno delle sette pale d’altare commissionate nel marzo 1767 da Carlo III, Re di Spagna, per gli altari laterali della chiesa di San Pasquale Baylón ad Aranjuez, allora in costruzione. La struttura era in origine un monastero francescano assegnato successivamente alle suore Concezioniste. Entrambi gli ordini promuovevano il culto dell’Immacolata Concezione. La tela di Tiepolo fu sostituita presto da una tela di Anton Raphael Mengs, gradita al Re e al suo confessore. L’opera è ora conservata al Museo del Prado a Madrid.
Carlo Sebastiano di Borbone e Farnese (Madrid, 20 gennaio 1716–Madrid, 14 dicembre 1788), primogenito di Filippo V di Spagna in seconde nozze con Elisabetta Farnese, è stato Duca di Parma e Piacenza con il nome di Carlo I dal 1731 al 1735, Re di Napoli con il nome di Carlo dal 1734 al 1759, Re di Sicilia con il nome di Carlo III dal 1735 al 1759, Re di Spagna con il nome di Carlo III dal 1759 fino alla morte. Il suo titolo dinastico era, come si legge nei decreti legislativi, Re della Sicilia al di qua e della Sicilia al di là del Faro.
L’opera di Tiepolo rappresenta la Vergine, circondata da angeli, mentre viene incoronata con una corona di stelle e calpesta un serpente: rappresenta dunque la sua vittoria sul diavolo. I gigli e le rose sono riferimenti all’hortus conclusus, e simboleggiano l’amore di Maria, assieme alla sua verginità e purezza.
«La figura dell’Immacolata di Tiepolo è contraddistinta da dettagli che sono il risultato della sintesi dell’affermazione nel libro della Genesi: “Allora Dio disse al serpente… la sua discendenza ti schiaccerà la testa” e del testo apocalittico: “Una donna che sembrava vestita di sole, con una corona di dodici stelle in capo e la luna sotto i suoi piedi”. La veste argentata della Vergine intrisa di luce, emerge dall’ombra del manto, illustrando l’affermazione della donna vestita di sole. Lo spicchio di luna è soverchiato dalla sfera del mondo sopra la quale è simbolicamente ingaggiata una battaglia decisiva tra la Donna e il serpente, mentre le dodici stelle che formano una corona ruotante attorno al capo della Vergine sono il riconoscimento della vittoria, che di certo non può mancare. Il rimando delle allusioni fa sì che lo stesso serpente con il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male tra le fauci, accenni al “drago enorme” dell’Apocalisse» (Natale Maffioli).
La raffigurazione della Vergine di Tiepolo è secondo gli schemi dell’iconografia tradizionale Cristiana. Rappresenta la sua Immacolata Concezione, avvenuta senza il peccato originale. Altri simboli tipici delle rappresentazioni mariane sono la colomba, le stelle intorno al capo, la luna crescente, il serpente calpestato, le mani giunte in preghiera e l’obelisco alla sua destra.
Altri simboli dell’Immacolata Concezione sono le nuvole, i Cherubini, i gigli e una rosa, fiori spesso associati a Maria. La colomba in volo sopra la sua testa simboleggia lo Spirito Santo, mentre i gigli e la rosa sono i suoi simboli tipici: i primi rappresentano la sua purezza, la seconda è il simbolo di Maria, Regina del Cielo e della terra. La sua cintura rappresenterebbe la corda di San Francesco.
Il globo simboleggia il mondo intero, mentre la luna crescente e la corona di stelle sono simboli tradizionali della “donna vestita di sole” (Virgo in Sole) descritta in Apocalisse 12,1-2. La luna è inoltre un antico simbolo di castità, derivato dalla dea romana Diana. Così come la luna riceve luce dal sole, la grazia di Maria deriva da Cristo, suo figlio. L’obelisco alla sua destra brilla di luce solare e allude ai simboli tradizionali legati all’Immacolata Concezione associati alla Torre di Davide e alla Torre d’avorio, evocando inespugnabilità e purezza.
Il serpente calpestato da Maria ha una mela in bocca, e rappresenta il serpente del Giardino dell’Eden e il peccato originale. Un ramo di palma e uno specchio appaiono sotto i suoi piedi. La palma rappresenta la vittoria di Maria, mentre lo specchio è un ulteriore rimando alla sua purezza.
Questa rappresentazione dell’Immacolata Concezione si originò in Spagna a opera di Francisco Pacheco, divenendo poi popolare in tutta Europa.
Tiepolo dipinse un’altra versione dell’opera nel 1734 per la chiesa francescana di Santa Maria in Araceli a Vicenza. In quella versione Tiepolo dipinse la Vergine come una giovane ragazza nello stile già impostato da Guido Reni e Bartolomé Esteban Murillo, seguaci di Pacheco. Il dipinto è ora conservato presso il museo civico di Vicenza al Palazzo Chiericati. Nella seconda versione invece Maria è rappresentata solennemente, concordemente all’austera tradizione alcantarina.
Tiepolo dipinse cinque modelli per le sue pale d’altare, ora conservati presso il Courtauld Institute of Art a Londra e sono considerati tra le sue opere più belle. Il modello per l’Immacolata Concezione differisce per molti aspetti dalla versione finale. In quest’ultima, Maria occupa più spazio e non è supportata dall’angelo alla sua sinistra. Si pensa che quell’angelo sia l’Arcangelo Michele che, sconfiggendo Lucifero, predisse il ruolo di Maria come strumento di salvezza. L’angelo è presente in una bozza a olio completata in quel periodo, adesso alla National Gallery of Ireland, considerata come la rappresentazione iconograficamente più complessa dell’Immacolata Concezione di Tiepolo.