Il Ritiro spirituale è iniziato con una colazione leggera, offerta dal Commissariato di Terra Santa in Napoli.

Quindi, come sollecitato da S.A.R. il Gran Maestro nel suo Comunicato [QUI] – che è stato letto dal Luogotenente per l’Italia Meridionale Peninsulare della Real Commissione per l’Italia, S.E. il Marchese Don Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, Cavaliere Gran Croce di Giustizia – i partecipanti si sono raccolti per un momento di preghiera perché il Signore sostenga e consoli il Santo Padre Francesco in questo momento di prova.



Prima di iniziare la sua catechesi di formazione, il Cappellano Capo della Delegazione ha fatto un excursus storico sul Commissariato Generale di Terra Santa a Napoli, un avamposto di Gerusalemme nel Sud Italia ed un luogo e una istituzione importantissima anche per la Città. È la più antica istituzione della Custodia di Terra Santa in Occidente, essendo creata ad opera e con una cospicua donazione Sovrani Roberto d’Angiò e Sancia di Maiorca. Subito dopo quello di Napoli nacque il Commissariato di Venezia, perché Venezia aveva molti traffici e rapporti commerciali con la Terra Santa.
Poi, Fra’ Sergio Galdi d’Aragona ha evidenziato un aspetto fondamentale della fede Cristiana, che è proprio il fatto che la salvezza avviene nel tempo e nello spazio, attraverso eventi storici e concreti, come l’incarnazione di Dio in Gesù Cristo, che si è fatto carne in un contesto preciso. Questo distingue il Cristianesimo da altre tradizioni mistiche e cosmiche che spesso hanno una visione più astratta o universale.
Quindi, ha proseguito con una riflessione sul concetto del Giubileo con le sue radici ebraiche, perché per gli Ebrei segnava un ritorno all’ordine originario, ad una liberazione, un reset, un azzeramento che dà nuova vita alle persone, alle terre e alle famiglie. Il Giubileo rappresenta anche una forma di redenzione storica, un’opportunità di rinnovamento, ha osservato Fra’ Galdi d’Aragona. Il rimando a “sette volte sette” anni, ovvero 49 anni, è significativo, perché nella numerologia biblica il sette simboleggia la perfezione e la pienezza, rendendo l’anno del giubileo un tempo sacro di grazia.
Il Cappellano Capo ha poi esplorato due temi centrali: la porta e il pellegrinaggio. La porta, simbolo ricco di significato nella Scrittura, appare in molteplici occasioni e può essere vista come un passaggio, una via di accesso alla salvezza. Dall’episodio dell’agnello pasquale in Egitto, dove il sangue segnava la porta per evitare la morte, fino alla morte e risurrezione di Cristo, che ha “aperto” il cielo, rendendo la salvezza accessibile a tutti. La porta è anche il simbolo di Cristo stesso, che si definisce “la porta delle pecore” (Gv 10,9).
Il pellegrinaggio, come cammino spirituale, è un altro tema ricorrente nella Bibbia. Personaggi come Abramo, Mosè e, simbolicamente, il buon ladrone, ci mostrano il cammino di fede e redenzione. Il pellegrinaggio non è solo un movimento fisico, ma anche spirituale: un cammino che porta alla consapevolezza, al pentimento e al ritorno a Dio. Il buon ladrone, ad esempio, attraverso le sue ultime parole, in punto di morte, compie un vero e proprio pellegrinaggio spirituale, che culmina nella sua salvezza percorrendo tre tappe: il riconoscimento della propria colpa, la contrizione e la richiesta di perdono, e la santificazione.
Questi temi di porta e pellegrinaggio sono così profondamente intrecciati con la comprensione Cristiana della salvezza, che ogni passaggio, ogni momento di crescita spirituale, può essere visto come un piccolo pellegrinaggio verso la libertà che Cristo ha aperto per l’umanità.
Successivamente, Fra’ Galdi d’Aragona ha esposto una riflessione sull’indulgenza dell’Anno Santo e sul significato della vicina Quaresima che toccano un aspetto essenziale della spiritualità Cristiana: la conversione del cuore. Ricevere l’indulgenza non è solo una questione di attuare pratiche esterne, ma di un vero cambiamento interiore, che implica il superamento dell’orgoglio e dell’autosufficienza, per accogliere con umiltà la misericordia di Dio. È un invito a non fermarsi all’apparenza delle azioni, ma a cercare una trasformazione profonda, quella che solo il dono di Dio può operare in noi. È un cammino privilegiato di purificazione e di riflessione, che ci invita a fare spazio a Cristo nel nostro cuore e nella nostra vita, per rendere autentico e fruttuoso il nostro cammino di fede. Il vero passaggio richiesto è quello di un cambiamento radicale, un cammino verso una vita più autentica, meno segnata dall’apparenza e dalle cose vane, e più centrata sui valori spirituali e sul bene comune. In questo modo, la nostra fede non è solo un fatto privato, ma diventa un segno di speranza per un mondo che ha bisogno di verità, pace e giustizia.
A conclusione il Cappellano Capo ha evidenziato che il pellegrinaggio è parte costitutiva del giubileo, e che nel Medioevo le mete erano Roma, Gerusalemme e San Giacomo di Campostela. Ha aggiunto che sarebbe bello organizzare come Ordine Costantiniano un pellegrinaggio nel luogo d’eccellenza dei pellegrinaggi, Gerusalemme. Ha sottolineato il valore dei pellegrinaggi in Terrasanta, oggi un po’ fermi a causa delle guerre, esortando a riprenderli, evidenziando come questa situazione crei notevoli disagi economici alla Comunità dei Cristiani residenti. I pellegrinaggi a Gerusalemme non solo apportano benefici personali a coloro che lo compiono, ma danno una mano concreta appunto alla comunità Cristiana residente facendola sentire parte della famiglia universale Cattolica, la famiglia dei Cristiani, della Chiesa che vive nel mondo.
È seguito un momento di dialogo tra il Cappellano Capo ed i partecipanti.
A conclusione del Ritiro spirituale, il Delegato per Napoli e Campania ha ringraziato Fra’ Sergio Galdi d’Aragona per l’ospitalità e la catechesi formativa svolta, nonché i partecipanti, invitandoli a continuare e a partecipare agli eventi formativi che saranno programmati dalla Delegazione e a svolgere delle attività concrete invitando tutti a mettere a disposizione i loro carismi per le finalità e le attività dell’Ordine, perché, come ricorda San Giacomo Apostolo, “la fede senza le opere è morta” (Gc 2,26).
Anche il Luogotenente per l’Italia Meridionale Peninsulare della Real Commissione per l’Italia ha espresso il ringraziamento ed il plauso a Fra’ Sergio Galdi d’Aragona e agli organizzatori della giornata di formazione spirituale vissuta in fraternità, che ha offerto un’occasione di riflessione e rinnovamento spirituale per i partecipanti, riaffermando il loro impegno spirituale e di servizio, con un forte richiamo alla fede autentica e ai valori fondanti dell’Ordine Costantiniano.
I Confratelli, i Postulanti e gli amici dell’Ordine Costantiniano erano guidati dal Delegato, il Conte Don Gianluigi Gaetani dell’Aquila d’Aragona dei Duchi di Laurenzana, Cavaliere di Giustizia, accompagnato dai Consiglieri ad interim della Delegazione: il Segretario Generale ad Interim, il Nob. Antonio Masselli, Cavaliere de Jure Sanguinis; il Responsabile della Comunicazione ad Interim, il Prof. Antonio De Stefano, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento; il Responsabile della Commissione Araldica ad interim, Don Giuseppe Caracciolo di Nicastro dei Conti di Nicastro, Cavaliere di Giustizia; il Responsabile alla Cultura ad interim, Don Antonino Sersale dei Marchesi Sersale, Cavaliere di Giustizia; la Responsabile delle Attività Operative ad interim, l’Avv. Valeria Pessetti, Dama di Merito con Placca d’Argento.
Hanno partecipato il Consigliere della Real Deputazione, S.A.S. il Principe Don Maurizio Ferrante Gonzaga di Vescovato, Marchese del Vodice, Cavaliere Gran Croce di Giustizia; e il Luogotenente per l’Italia Meridionale Peninsulare della Real Commissione per l’Italia, S.E. il Marchese Don Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, Cavaliere Gran Croce di Giustizia.
Inoltre hanno partecipato il Cavaliere di Giustizia Nob. Alfredo Buoninconti, Barone di Santa Maria Jacobi, Delegato della Campania del Real Circolo Francesco II di Borbone; i Cavalieri de Jure Sanguinis Conte Don Giuseppe Raimondo Maio Orsini e Nob. Patrizio Giangreco; i Cavalieri di Merito con Placca d’Argento Ettore Corrado Araimo, Stefano D’Ambrosio, Alessandro Franchi e Gesualdo Marotta; i Cavalieri di Merito Maurizio Bava Gagliardi, Antonio Caputo, Valerio Massimo Miletti e Antonio Steardo; i Cavalieri di Ufficio Luigi Scarano e Nicola Scarinzi; i Postulanti Ugo Appierto, Sergio Angrisano, Mauro Barbarisi, Attilio Barone, Silvio Beducci, Ivan Nunzio Di Vicino, Alberto Febbraro, Antonio Iannucci, Gennaro Napoletano, Raffaele Napolitano, Roberto Sica, Ciro Sommella, Raffaele Strina, Dario Taranto, Giovanni Tartaglione, Luigi Tullio, Antonio Virgili e Adriano Zeni; i simpatizzanti dell’Ordine Costantiniano Nicola Carannante, Roberta di Biase, Andrea D’Aloia e Nino D’Aloia.
La foto di rito al termine del ritiro spirituale è stata scattata sul magnifico terrazzo del Commissariato di Terra Santo con lo scambio dei saluti finali.

Il servizio fotografico è a cura del Postulante Luigi Tullio.
La Custodia Francescana di Terra Santa
La Custodia Francescana di Terra Santa ha le sue radici nell’incontro del 1219 ad Alessandria d’Egitto tra San Francesco d’Assisi e il Sultano egiziano Melek Al Kamil, ma la sua origine è strettamente connessa all’iniziativa dei sovrani del Regno di Napoli.
Nel 1291, quando San Giovanni d’Acri, ultima roccaforte crociata, cadde in mano musulmana, i Francescani si rifugiarono a Cipro, abbandonando Gerusalemme ed i santuari di Terra Santa.
Il ritorno definitivo in Terra Santa, col possesso legale di alcuni santuari e il diritto d’uso per altri, si ebbe solo nel 1333. In quell’anno, Fra’ Ruggero Guarini d’Aquitania, ex Guardiano del Monte Sion, fu spedito dal Re di Napoli Roberto d’Angiò, e da sua moglie la Regina Sancia d’Aragona, in Egitto con un regalo del valore di 17 milioni di ducati per il Sultano Qalawun affinché permettesse ai Frati Minori di poter vivere pacificamente presso i Santuari di Terra Santa.
Andata in porto l’ambasciata, dopo estenuanti trattative e dispendiose elargizioni, i Sovrani di Napoli avevano acquistato il Santo Cenacolo di Gerusalemme. Qui Sancia fece costruire un convento per dodici frati mantenuti a sue spese e, nove anni dopo, Papa Clemente VI approvò, con due Bolle redatte da Avignone, Gratias agimus e Nuper carissimæ, tutto quanto fatto dai due Sovrani. Il Pontefice diede inoltre precise disposizioni per la nuova entità, la Custodia di Terra Santa.
Così iniziò una presenza che segnò il corso dei secoli fino ad oggi.
Venti domande e risposte sul Giubileo Ordinario 2025, sul Pellegrinaggio Costantiniano Internazionale e sul solenne Pontificale in onore di San Giorgio Martire, nell’Anno Santo 2025 per i Cavalieri, le Dame, i Postulanti e gli Amici del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.