A Santa Chiara in Napoli si celebra la splendida figura della Beata Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie

Giovedì 14 novembre 2024, nel magnifico scenario del Complesso Monumentale della Reale Basilica di Santa Chiara in Napoli, verrà rappresentata la vita della Beata Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie, sposa di Ferdinando II di Borbone e madre di Francesco II di Borbone, ultimo Re delle Due Sicilie. Alle ore 20.30 presso la Sala Maria Cristina si svolgerà un appuntamento artistico, culturale e spirituale, nel quale Fede, Arte e Storia si incontreranno per celebrare chi, nella sua pur breve vita, ha disseminato questo mondo di preziosità edificanti. Morta a soli 23 anni in odore di santità, fu definita dai Napoletani la Reginella Santa. La fede della “Regina innamorata di Gesù” era così forte, che in punto di morte rincuorava chi piangeva per lei e con il poco respiro rimasto diceva: «Credo in Dio, amo Dio, spero in Dio». Al termine della serata verrà recitata una preghiera nella Real Cappella dei Borbone davanti alla sua tomba. Alle ore 20.00 ci sarà l’accesso straordinario al Chiostro Maiolicato.
Beata Maria Cristina di Savoia

Il Maestro Roberto Bonaventura, produttore dell’evento in comunione con la famiglia francescana di Napoli, presenterà in anteprima il suo cortometraggio artistico-musicale, che mette in scena la splendida figura della Beata Maria Cristina di Savoia, secondo il sogno suggestivo avuto da Fra’ Antonio Vellutino, OFM, Guardiano di San Pasquale a Chiaia, nel cuore di Napoli. Le immagini del cortometraggio scorrono sul sottofondo di un’inedita sinfonia, per voce di soprano e orchestra, composta dal Maestro Bonaventura per l’occasione, che è un inno strumentale in onore della “Reginella Santa”. Come tutte le sue opere, la melodia struggente favorisce l’incontro con il soprannaturale. Questo ennesimo capolavoro di musica, le immagini scelte e le emozioni evocate, contribuiranno significativamente a fare del bene spirituale a chi sa apprezzare la Bellezza. La serata verrà impreziosita inoltre da interventi di personalità del mondo della cultura e della fede, e dall’esibizione del Soprano Enrica Musto, che interpreterà arie inedite ed edite.

L’incontro del Maestro Roberto Bonaventura con Fra’ Antonio Vellutino, come molti Napoletani legatissimi alla figura della madre dell’ultimo Sovrano delle Due Sicilie, è stato propiziato dal sinergico intervento del Comm. Dott. Eduardo Pilone Poli e del Conte Avv. Don Gerardo Mariano dei Principi Rocco di Torrepadula, Cavaliere di Giustizia dell’Ordine Costantiniano, Gr. Uff. dell’Ordine di San Maurizio e Lazzaro, rispettivamente Delegato Provinciale e Ispettore Regionale dell’Istituto della Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, che ha organizzato l’evento, in collaborazione con l’Accademia dei Dogliosi di Avellino [QUI] e TrinitArt, la casa di produzioni video e musicali con l’art director Bonaventura.

L’Istituto della Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon dal 31 gennaio 2006 ha istituito la devozione all’allora Venerabile Maria Cristina di Savoia, recandosi a prestare la Guardia d’Onore presso la sua tomba e partecipando l’ultimo giorno di ogni mese alla Santa Messa celebrata in suo onore. Alla commemorazione annuale sono stati invitati come in passato i sodalizi che storicamente rappresentano ambedue le famiglie della Beata Maria Cristina: la sua famiglia di nascita, la Real Casa di Savoia, essendo la figlia di Vittorio Emanuele I e di Maria Teresa d’Asburgo, Sovrani del Regno di Sardegna; e la sua famiglia acquisita, la Real Casa delle Due Sicilie, in cui ha espresso la propria spiritualità negli aspetti più profondi, incarnando con totale devozione la Fede, la Speranza e la Carità; è stata sale della terra e luce del mondo; ha inteso il suo ruolo di Regina come una continua ricerca di opere di carità per i suoi sudditi più poveri e bisognosi.

Parteciperanno all’evento quindi delle rappresentanze degli Ordini Dinastici di Casa Savoia; dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Panteon; della Delegazione di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, guidata dal Delegato Conte Don Gianluigi Gaetani dell’Aquila d’Aragona dei Duchi di Laurenzana, Cavaliere di Giustizia; S.E. il Marchese Don Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, Cavaliere Gran Croce di Giustizia, Luogotenente per l’Italia Meridionale Peninsulare della Real Commissione per l’Italia; la Dott.ssa Silvana Alesiani e l’Avv. Valentina Varano Contessa del Balzo di Presenzano, rispettivamente Presidente Nazionale e Presidente della Sezione Napoletana dei Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia.

Per la partecipazione si richiede la prenotazione via email a TrinitArt: trinitart33@gmail.com o con un messaggio WhatsApp al numero 320 626 80 85.

I sogni della Beata Maria Cristina di Savoia
di Fra’ Antonio Vellutino, OFM

Fra’ Antonio Vellutino, OFM, ha sognato la Beata Maria Cristina di Savoia più volte: «La vedevo estatica, sempre in silenzio e avvolta di luce, ma era come se mi stesse chiedendo di portarle delle persone per avvicinarle alla gloria del cielo, alla fede e quindi alla vita eterna».

“Sono qui per ascoltare”

Racconta Fra’ Vellutino: «La seconda volta è stato un sogno particolarmente vivido, che mi ha lasciato nella memoria e nel cuore un’immagine indelebile, carica di emozione. Camminavo all’interno di un corridoio, non so se fosse un palazzo o una chiesa, questo perché la struttura era con mura alte e imponenti e pertanto non poteva essere una casa, ma nello stesso tempo era un ambiente molto semplice e spartano. Camminavo avanti e, nel sogno, avevo la sensazione che mi seguissero delle persone, non so chi fossero, percepivo la loro presenza, ma erano un po’ distanti da me. Ad un certo punto, si è aperto un varco nel corridoio e, nella luce che proveniva da una finestra, ho scorto una donna seduta ad un tavolo, su cui si trovavano fogli, calamaio e qualche altro oggetto che non ho distinto. Aveva un vestito lungo, di epoca passata e, quello che mi ha colpito e mi ha fatto riconoscere chi fosse, è il viso con quella acconciatura tipica dei ritratti di Maria Cristina. Aveva i capelli raccolti alla nuca e le mani strette sul grembo con un piccolo fiore, mi pareva fosse una rosellina. Quando l’ho guardata, lei mi ha sorriso ed io l’ho riconosciuta, esclamando, con una piccola apertura delle labbra, in un sussulto: “Maria Cristina!” Lei mi ha sorriso ed io mi sono emozionato. Era seduta in una posizione solenne, con schiena ritta, ma non rigida, era elegante, dignitosa e nello stesso tempo molto naturale. Il suo vestito era bello, elegante, ma non appariscente; il suo viso nobile e distinto. Aveva una cera accogliente, disponibile. Sembrava che stesse lì ad aspettarmi.
Sono passati dei secondi, quando, sentendo il vocio in lontananza delle persone che erano con me, mi sono girato indietro per vedere se anche loro la vedessero: continuavano ad esserci delle presenze un po’ distanti da me, ma non le distinguevo.
Mi sono girato di nuovo verso di lei e, mentre la guardavo, ho avvertito un messaggio non verbale: sono stati i suoi occhi a trasmettermi queste parole, che ho recepito chiaramente nella mia mente e nel mio cuore: “Sono qui per ascoltare”.
Di lì a poco mi sono svegliato. Il sogno, ancor più quella presenza così carismatica, mi è rimasto impresso nella memoria. Dopo un po’ di tempo ne ho parlato con mio fratello Jack, il pittore che già ha realizzato più di qualche dipinto di Maria Cristina, e gli ho chiesto di trasferire su una tela questa mia esperienza.
Per me è stato sicuramente un messaggio di fede e di intercessione, che la beata ha desiderato donarmi. Attesto con fermezza e profonda convinzione che questa è stata per me un’autentica esperienza di incontro con la Beata Maria Cristina, la quale ormai mi è diventata familiare. Spero che mediante la sua intercessione molti possano ottenere aiuto dal Signore e Lei diventare nel tempo un’efficace mediatrice tra Dio e gli uomini. A lode del Signore!»

Fra’ Vellutino ha parlato dei suoi sogni con Fra’ Carlo D’Amodio, OFM, Ministro Provinciale dell’Ordine dei Frati Minori, Cappellano di Merito dell’Ordine Costantiniano: «Che ne dici se facciamo realizzare un quadro diverso della Beata Maria Cristina? Non un altro ritratto di lei nel suo percorso terreno, ma in cielo, pronta ad accogliere le preghiere e a intercedere col Signore cui dedicò tutta se stessa».

Il cortometraggio

Dopo attenta riflessione, il Maestro Roberto Bonaventura ha deciso di mettere in scena filmicamente questo sogno particolare fatto da Fra’ Vellutino, dal chiaro messaggio spirituale: «Mi ha colpito la “visione” onirica di Fra’ Vellutino che si è misticamente imbattuto più volte nella Reginella Santa. Nel caso specifico, l’ha vista seduta ad uno scrittoio con una rosellina tra le mani. Semplice nella sua eleganza regale, senza aprire bocca, ma con le labbra piegate in un serafico sorriso, gli comunica mentalmente “sono qui per ascoltare”. Il messaggio è chiaro. Lei attende benevola e paziente le nostre preghiere fiduciose per presentarle al trono di Dio. Nel mio piccolo, ho composto anche io una prece in suo onore».

Bonaventura, che da fervente devoto della Reginella Santa spessissimo va a pregarla nella Real Cappella dei Borbone a Santa Chiara, nutre l’ardita speranza che questa sua produzione artistica-musicale possa offrire un contributo alle anime, magari in vista della canonizzazione, della quale non dubita affatto.

Alla realizzazione del cortometraggio ha coinvolto numerosi devoti di diverse parti d’Italia, spiritualmente legati alla Beata Maria Cristina. In particolare, per unire le forze e far sì che l’opera sia massimamente diffusa, essendo Maria Cristina nata a Cagliari, è stato coadiuvato dal sacerdote sardo Don Michele Piras. Particolare collaborazione gli è stata offerta dal “pittore dei santi” Gioacchino (detto Jack) Vellutino, che ha trasferito su tela delle immagini della Beata Maria Cristina così come è stata vista nei sogni dal suo fratello Fra’ Antonio.

«Ho accolto con molta gioia il progetto artistico del Maestro Roberto Bonaventura volto a realizzare un cortometraggio sull’amata Beata Maria Cristina. Oltre ad essere contento sono anche emozionato per il fatto che il video si ispirerà ad un sogno nel quale la Reginella Santa mi ha fatto visita, lasciandomi un breve messaggio di speranza, rivolto a tutti. Roberto ha voluto proprio me nel ruolo di me stesso, devo dire che sono un po’ in pensiero per questo debutto, ma ho piena fiducia nell’abilità del mio regista e produttore. Conosco i suoi lavori e li apprezzo molto. Si tratterà di un’opera che aiuterà a diffondere ulteriormente il culto di Maria Cristina anche attraverso l’inno che, sempre Bonaventura, ha composto in onore di questa ragazza speciale nata al Cielo a soli 23 anni. Gireremo a Napoli, sia nella chiesa di San Pasquale a Chiaia, ove sono il Guardiano, che nella stupenda Basilica di Santa Chiara. Nel cortometraggio ci sarà anche mio fratello Jack e il quadro che ha dipinto su mie indicazioni, dopo la “visita”. Ci auguriamo che tanti devoti vorranno aiutare la produzione artistica di questo cortometraggio attraverso un crowdfunding mirato a sostenere una parte delle spese. La Beata Maria Cristina si è contraddistinta anche per la generosità, sono certo che non mancherà la Provvidenza affinché il video, e la sua musica sinfonica inedita, giungano a molte anime per edificarle e spronarle al bene» (Fra’ Antonio Vellutino).

Il quadro della Reginella Santa in estasi

Il quadro che raffigura la Beata Maria Cristina nella gloria celeste, vista da Fra’ Antonio Vellutino in uno dei suoi sogni e che ha fatto dipingere da suo fratello Jack, domenica 31 gennaio 2021 è stato inaugurato e presentato nella Reale Basilica di Santa Chiara, alla presenza di tanti devoti della beata.

In questo quadro, la Beata Maria Cristina guarda estatica la Luce divina. Ai suoi piedi ci sono dei simboli ben precisi. Come la corona da regina, la borsa che portava sempre con sé per fare la carità (che è conservata tuttora, con una foggia particolare e coperta di perline), la Santa Filomena di cui conservava le reliquie, il Gesù bambino in ricordo del suo profondo trasporto per il Presepe, San Leucio, il Vesuvio.

Il quadro è un ringraziamento alla Beata Maria Cristina dei tanti miracoli per sua intercessione che vengono segnalati a Napoli. Molti lo vedono come un buon auspicio per la sua canonizzazione. Abbondano le testimonianze di giovani partorienti, che si sono sentite aiutate da lei, delle quali alcune sono allo studio. Il miracolo decisivo per la beatificazione risale al 1888, la guarigione della genovese Maria Vallarin da un carcinoma alla mammella, lo stesso male che ha ucciso l’adorata madre della Reginella Santa. Ecco perché tante donne vanno alla Reale Basilica di Santa Chiara a chiedere grazie davanti alla sua tomba e il quadro “Sono qui per ascoltare”, pregando:

Il quadro fu benedetto domenica 31 gennaio 2021 in occasione della solenne Celebrazione Eucaristica – organizzata dal Real Circolo Francesco II di Borbone e dal Comitato Pro Francesco II di Borbone – presieduta da Fra’ Carlo D’Amodio, che ha dato la benedizione finale con le reliquie della Beata Maria Cristina e elevato la preghiera: “O Dio, che hai ornato di sollecita e sapiente carità la Beata Maria Cristina, perché contribuisse all’edificazione del tuo regno, concedi anche a noi, sul suo esempio e con la sua intercessione di operare il bene attingendo alla vera ricchezza del tuo amore. Per sua intercessione ottienici la grazia … che con fiducia invochiamo. Per Cristo nostro Signore. Amen. Beata Maria Cristina, prega per noi!”.

«Maria Cristina di Savoia con il suo esempio ci mostra una strada da seguire. Il suo esempio è molto attuale soprattutto in un periodo di estremo disagio sociale, che non si è ancora manifestato completamente. Nei prossimi tempi ci potrebbero essere numerosi nuclei familiari in stato di necessità a causa delle conseguenze economiche della pandemia. Pertanto dobbiamo essere presenti e pronti far fronte a questo disagio e ognuno è chiamato a fare qualcosa. Anche un piccolo gesto può essere importante.
La Beata Maria Cristina ci ha insegnato che la carità non passa solo per l’assistenzialismo, ma anche dalla programmazione. Lei stessa aveva capito che solo la carità non bastava e si era prodigata per il finanziamento di strutture in grado di dare lavoro a chi non lo aveva. C’è un momento per l’assistenzialismo e un momento per la programmazione. Il primo momento è quello che si ci prospetta davanti.
Chi opera oggi nella società, che sia associazione grande o piccola nel no-profit, ha l’obbligo di tralasciare ogni altra attività e dedicare il massimo sforzo all’aiuto del prossimo. In Italia fortunatamente la rete sociale su base volontaria è la vera colonna portante del Welfare, poiché grazie alla agilità e alla intraprendenza dei piccoli, si riescono a superare le lentezze dei grandi apparati e della burocrazia. Mancano i decision maker, cioè persone in grado di poter prendere delle decisioni senza passare per decine di sovrastrutture che fanno perdere il contatto con la realtà.
Il Messaggio del Capo della Real Casa delle Due Sicilie [che fu letto durante la Celebrazione Eucaristica] non ci coglie impreparati, visto l’alto ruolo sociale che incarna, come simbolo di unità e anima di quei popoli, in altre parole di una nazione, che è oggi parte integrante dell’Italia. La naturale vocazione della Real Casa oggi, incarnata da S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Calabria, Conte di Caserta, è quella di supportare i più deboli, coloro che sono rimasti indietro. Non è quella di mettere barriere sociali, ma di abbassarle a favore di coloro hanno bisogno. Casomai è quella di sfruttare una visibilità e uno status sociale, se vogliamo dire “privilegiato”, per sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica su questi temi. È questo lo spirito di Maria Cristina e di suo figlio Francesco II. Ed è questo quello che deve impegnare sempre più persone a lavorare a questo fine. Solo così si potrà tenere fede a questa grande eredità morale» (Gr. Uff. Dott. Paolo Rivelli, Cavaliere de Jure Sanguinis, Presidente del Real Circolo Francesco II di Borbone).

La Beata Maria Cristina di Savoia
Bella come un angelo

La Beata Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie, nata il 14 novembre 1812, era la figlia minore del Re di Sardegna, Vittorio Emanuele I, e dell’Arciduchessa Maria Teresa d’Asburgo-Este. Fu la prima moglie di Ferdinando II di Borbone, Re delle Due Sicilie.

La Regina Maria Cristina è stata una delle prime ad avviare un concetto nuovo di carità. Non più il semplice obolo, ma l’adoperarsi per offrire ai bisognosi l’opportunità di una vita migliore. Nei quartieri più abbandonati di Napoli aprì mobilifici e maglifici, e inserì nelle seterie del Casertano una produzione di abiti e tessuti dando lavoro e riscatto a tantissime persone.

Bella, mite e colta – «charmante et parfaite», la definiva il Conte di Cavour – a suo agio con ambasciatori, sovrani e lazzaroni, portatrice di una visione politica di orientamento riformista e, talvolta, apertamente liberale: sono queste le caratteristiche di Maria Cristina, che nel breve arco della sua vita sarà capace di ritagliarsi un profilo di grande spessore, a dispetto della sua estrema riservatezza.

La sovrana riuscì ad instaurare col marito un rapporto di profonda stima reciproca e ad essere al suo fianco non solo nella vita coniugale, ma anche nella vita politica e sociale, seppure in modo discreto. Accanto a questo “ruolo indiretto” spicca il vero e proprio protagonismo della regina nella gestione dell’assistenza e della beneficenza pubblica, nella promozione del mecenatismo di Stato, nell’ideazione di progetti relativi alla custodia ed alla valorizzazione dei beni architettonici e culturali del Regno. Anche sotto il profilo delle relazioni diplomatiche, Maria Cristina è in grado di incidere profondamente dando vita ad una complessa trama di affari, capace di rafforzare la proiezione internazionale della Corona delle Due Sicilie.

Lo studio dei documenti permette di tratteggiare il volto di una regina “moderna” e cosmopolita, ostile alle persecuzioni politiche (celebri sono le sue intercessioni per la sospensione della pena di morte, che hanno portato ad una moratoria per i condannati politici), attenta ai temi dell’emancipazione (soprattutto femminile), della tutela delle arti e delle antichità, della comunicazione con le masse, dell’assistenza agli indigenti e dell’assistenza sociale di Stato, che rappresentano a tutti gli effetti un “surrogato” del protagonismo politico vero e proprio.

A lei si deve l’istituzione di un opificio di letti, indumenti e coperte presso il convento di San Domenico Soriano, per distribuirne i prodotti alle famiglie meno abbienti; a lei si deve il rilancio della lavorazione del corallo a Torre del Greco e quello dell’industria serica a San Leucio, due straordinarie misure di politica economica che aspettano ancora di essere ricostruite in modo approfondito e analitico: è stata lei a percorrere sul lavoro alcuni principi della Dottrina Sociale della Chiesa. Infatti, a lei si devono, ancora, l’estensione delle misure di protezione sociale e il rilancio delle manifatture e dei commerci in tutte le province del Regno, e in particolare nella “ribelle” Sicilia, nella convinzione che solo una rinnovata presenza dello Stato e un volto più clemente della monarchia avrebbero potuto colmare la distanza fra l’isola e la capitale partenopea.

Maria Cristina morì il 31 gennaio 1836, non ancora ventiquattrenne, per i postumi del parto, nel dare alla luce l’unico figlio Francesco, che alla morte del padre sarebbe salito al trono, divenendo in tal modo l’ultimo Re del Regno delle Due Sicilie. Lo stesso Francesco sarebbe stato educato nel culto di sua madre, chiamata la Regina Santa. All’unica figlia del Servo di Dio Francesco II e di sua moglie Maria Sofia di Baviera, una bambina che nacque quando i genitori erano già in esilio, venne dato il nome della nonna. La piccola Maria Cristina Pia visse però solo alcuni mesi.

Anche per via delle grazie che il popolo napoletano attribuiva alla sua intercessione, e per l’interessamento del Re Ferdinando II, il 6 novembre 1852 l’Arcivescovo metropolita di Napoli, il Venerabile Cardinale Sisto Riario Sforza, avviò il Processo sulla fama di santità, virtù e miracoli della Regina consorte Maria Cristina. Nel corso del Processo Ferdinando II dichiarerà: «Lei mi ha insegnato a vivere e a morire». Il 9 luglio 1859 fu dichiarata Serva di Dio da Papa Pio IX e iniziò il Processo di Beatificazione e Canonizzazione. il 6 maggio 1937 fu dichiarata Venerabile da Papa Pio XI. A questo punto però, anche a causa della Seconda Guerra Mondiale e delle vicende conseguenti, tra cui il bombardamento di Napoli e la distruzione del complesso monumentale di Santa Chiara, la Causa subì un rallentamento negli anni seguenti. In seguito, fu proclamata la Repubblica in Italia e Re Umberto II di Savoia andò in esilio.

Poi, la causa di beatificazione e canonizzazione fu rimessa in moto dai Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia e sabato 25 gennaio 2014 presso la Reale Basilica di Santa Chiara di Napoli, dov’è sepolta nella Cappella Reale dei Borbone, si tenne il rito di beatificazione in una solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo metropolita di Napoli, concelebranti dal Cardinale legato Angelo Amato, dal Cardinale Renato Raffaele Martino e dagli Arcivescovi Tommaso Caputo, Armando Dini, Fabio Bernardo D’Onorio, Arrigo Miglio e Mario Milano.

Per approfondire: Beata Maria Cristina: esempio per chi è nelle condizioni di poter aiutare i poveri [QUI]

Maestro Roberto Bonaventura

Il Maestro d’Arte Roberto Bonaventura [QUI], nato nel 1970, poliedrico compositore, autore, scrittore, produttore artistico, interprete, musicista ed editore musicale, è un instancabile cacciatore di Bellezza.
È maestro e istruttore di difesa personale, Krav Maga.
Già autore e compositore di Luciano Pavarotti, con il brano Neapolis che è stato per nove mesi primo in classifica sul sito del maestro, come brano più apprezzato dai fan di tutto il mondo.
Ha prodotto diversi cortometraggi a tema spirituale tra cui Beata Edvige Carboni – Il Miracolo; Ave Maria – Santuario dell’Addolorata – Castelpetroso; Deus Caritas Est “La Santa Messa: il Miracolo dei miracoli”; Madre dell’Amore – Federica Balucani. La narrazione filmica, che ha ideata, scritta e prodotta, è concepita con l’ardito obiettivo di emozionare edificando, nella speranza di far conoscere, amare e pregare le anime sante, vero patrimonio della Chiesa e dell’umanità tutta.

Esperto nel settore delle realtà soprannaturali e demonologiche, collabora da anni con molti sacerdoti.
Più volte definito il “poeta dell’Amore”, esperto delle realtà connesse ai sentimenti e all’amore, umano e divino, ha tenuto per 10 anni catechesi su questi argomenti.

È autore di diversi libri

La Soglia dell’Aldilà (2013, 160 pagine [QUI]), piccolo manuale di apologetica Cattolica, per defibrillare le anime a rischio di morte eterna. Per ogni uomo esiste una sola e vera possibilità di fallimento. E un’unica possibilità di autentico successo: si chiamano Inferno e Paradiso. La salvezza di un’anima non ha prezzo e per questo motivo il libro è distribuito gratuitamente.

Golfo mistico (2017, 236 pagine [QUI]), romanzo. Napoli è il teatro a cielo aperto di incontri destinati a lasciare segni indelebili. L’amore, quello che stravolge le prospettive, terrene ed eterne, è la sinfonia che si dipana tra i vicoli e le vedute mozzafiato. I personaggi si muovono tra le alchimie luminose del barocco e le oscure rimembranze del male. La fede in Dio diventa, come briciole sul sentiero, il mezzo per ritrovare la strada della liberazione e della felicità. Questo libro è un accodarsi di anime al semaforo della vita. Ferme al rosso, si scrutano e si studiano in un’ansia metafisica che implode con la luce verde: accelerazione, scatto e fuga verso il destino. Trame diverse si intrecciano in un’unica trama dove surreale e trascendente confondono prima, stupiscono poi e infine affondano la lama nella sorpresa del lettore. L’autore concepisce un racconto che sorprende in continuazione: ad ogni angolo una svolta; ad ogni vicolo un ostacolo. Napoli appare trasfigurata come in un racconto di Flannery O’Connor dove il mistero, l’incognito e il soprannaturale sono protagonisti al pari dei personaggi. Tra amore e dolore, bellezza ed efferatezza, bene e male, Napoli è il palcoscenico di un romanzo che mescola il trascendente e l’immanente. I personaggi si muovono tra le alchimie luminose del barocco e imprevedibili oscure avversità.

L’ermeneutica dei sospiri (2021, 154 pagine [QUI]) e L’introspettiva del Cielo (2021, 157 pagine [QUI]), aforismi, pensieri e fotografie. “A distanza di tanti anni ho compreso di fare un mestiere molto simile a quello che, per tutta la loro vita, hanno svolto i miei cari nonni materni. Sono una specie di sarto. Con il mio ago e il mio filo mi sforzo di cucire le parole una con l’altra e le note musicali ad esse. Non produco abiti per coprire il corpo… ma emozioni per scoprire l’anima”.

Napoletani Sostanziali (TrinitArt 2021, 152 pagine [QUI]), album di pensieri, aforismi e poesie corredati da foto d’autore di Armando Mancini-Limited Edition. Studioso e innamorato di Napoli e della napoletanità, l’autore è l’inventore della locuzione “Napoletano Sostanziale”, prezioso quanto innovativo mezzo per elicere la “napoletanità” autentica, perché sostanziale, rispetto a quella formale. Il libro intende fornire al lettore tutti gli strumenti di navigazione per solcare il mare di quello stato dell’essere che è la “napoletanità”. L’incipit è teorico sui requisiti di questa gloriosa appartenenza partenopea, ma anche pratico grazie ad un identikit in 10 punti. Il resto delle pagine è concepito come la mappa di un tesoro nel quale è illustrata Napoli con le parole e le scolpisce con l’ausilio di fotografie dal grande impatto emotivo, da lui accuratamente scelte. Una lettura vellutata e rude. Dolce e irruenta. Felicemente malinconica e spietatamente romantica. Un’immersione per cuori palpitanti di sole e anelanti bellezza. Una Napoli, riscoperta Regno, che viene finalmente e finemente restituita a chi l’ama, ovunque si ebbero i natali.

L’Amore apocrifo (2022, 160 pagine [QUI]), libro di aforismi. Sull’Amore si può dire tutto e di tutto, senza mai correre il rischio di esaurire l’argomento, incommensurabile nella sua vastità. L’autore ha raccolto 350 dei suoi aforismi, pensieri e poesie sul tema “Amore”. Sono come fiaccole nella notte che indicano il cammino per giungere all’alba. Lasciano cogliere piccoli assaggi d’eternità e sontuosi stralci della vita del cuore, utili a chi desideri inoltrarsi nei labirinti dell’anima. È un libro da vivere, prima ancora che da leggere, per meglio realizzare quel capolavoro che dovrebbe essere la vita. Nell’esistenza si possono accumulare svariati fallimenti, ma se si impara ad amare la vittoria sarà incomparabile. Il libro è un condensato di emozioni e meditazioni che potranno solo far bene al lettore sensibile e intelligente, mai sazio di pregiate parole in cui siano più finemente rievocate le nostre vicende umane.

Barocco sangue (2024, 376 pagine [QUI]), romanzo. Un libro sconvolgente ed esaltante, terrificante e gioioso, uno shock, una scarica elettrica, una visione dell’abisso e un’ascesa verso la Grazia. Sullo sfondo di una Napoli densa come sangue, dodici storie che incatenano il lettore alla propria coscienza. In questo impatto narrativo si svelano i protagonisti che mettono a nudo le proprie vite e suscitano una curiosità che evolve in stupore e in meraviglia. Sono storie, vite e vicende che scorrono parallele e si intrecciano, sono porte scorrevoli del destino, che possono essere aperte o chiuse, che possono condurre alla salita o alla discesa. Ogni scelta sarà un dilemma dalle conseguenze fatali.

Avanzamento lettura