La cerimonia di apertura dell’Anno Santo 2025 a Noto si è svolta in due diversi momenti, molto sentiti, a cui su invito della Diocesi di Noto ha partecipato anche una rappresentanza della Delegazione della Sicilia Orientale del Sacro Militare Ordine Costantiniano, guidata dal Referente per le Provincia di Ragusa e di Siracusa, Dott. Giuseppe Agricola, Cavaliere di Ufficio, con il Cavaliere di Merito con Placca d’Argento Gaetano Pernice; i Cavalieri di Merito Maurizio Allù e Gaetano La Ferlita; e il Cavaliere di Ufficio Francesco Raffetti.


Innanzitutto, alle ore 16.30 si svolto il raduno presso la basilica del Santissimo Salvatore in via San Francesco d’Assisi, alla presenza dei gonfaloni dei nove comuni della Diocesi di Noto, i sindaci, i componenti delle giunte comunali, il commissario straordinaria del Libero Consorzio di Ragusa e i comandanti delle forze dell’ordine dei diversi comuni. Il primo momento della liturgia di apertura dell’Anno Santo della speranza ha visto Mons. Rumeo, insieme ai presbiteri e diaconi della diocesi, espletare i riti iniziali, con uno schema di preghiera unico per tutte le diocesi e con al centro la proclamazione del Vangelo e la lettura di un passaggio della Bolla di indizione del Giubileo Spes non confundit di Papa Francesco.

Terminati i riti iniziali in basilica, alle ore 17.00 si è avviata la Processione con la Croce Giubilare – un artistico crocifisso cinquecentesco, dipinto su tavola, appartenente al Palazzo Vescovile – verso la basilica cattedrale di San Nicolò. Giunti alla cattedrale, alle ore 17.30 due momenti particolarmente intensi hanno scandito l’inizio dell’anno santo della speranza con il coinvolgimento di tutta la comunità cittadina e diocesana di Noto.

Sulla soglia del portone centrale, Mons. Rumeo ha innalzato la Croce, pronunciando l’invocazione: “Ave, Croce di Cristo, unica speranza” e invitando il popolo di Dio a venerarla. Entrata la Processione in cattedrale, la Santa Messa ha avuto inizio con l’aspersione dell’assemblea, facendo così memoria del Battesimo e della riconciliazione ottenutaci per mezzo di Cristo. Mons. Rumeo ha asperso i fedeli, invitandoli a vivere il Giubileo come un tempo di speranza, affermando: «S’innalza oggi il nostro canto di lode al Signore, la lode di tutta la comunità mentre “si fermano i nostri piedi” dinanzi alla porta della salvezza che è Cristo Signore, unico Salvatore del mondo. Desiderosi anche noi di incamminarci alla ricerca della speranza, oggi chiediamo al Signore che indichi a tutti la via per raggiungerla e possederla».







Quindi, Mons. Rumeo ha presieduto la solenne Concelebrazione Eucaristica, concelebranti tutti il Presbiterio diocesano.

Nella sua omelia, Mons. Rumeo ha posto l’accento sul tema della speranza, a cui è dedicato il Giubileo Ordinario 2025: “Rianimiamo la speranza. Non fermiamoci.: «Il Cristo è la “strada”, Lui è la “porta”, Lui è la “vita”, Lui è il “Buon Pastore”, Lui è “l’Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29). Lui è la speranza del mondo, la speranza che anima le nostre esistenze. Quella speranza che ha riempito di fede e amore la vita di tanti santi discepoli del Signore della nostra terra: il pellegrino Corrado, Guglielmo, Antonio Etiope, Girolamo Terzo, Madre Maria Crocifissa Curcio, Giorgio La Pira, Nino Baglieri e tante anime nascoste che hanno detto di sì al Vangelo della speranza».
Si è poi soffermato sul tempo di grazia, qual è appunto il Giubileo Ordinario 2025. Essendo il giubileo un cammino di conversione, Mons. Rumeo ha evidenziato che «è nell’incontro con il Signore Gesù che riusciamo a leggere il cuore di tutti, a fasciare le ferite dei deboli ed ascoltare le loro dolorose angosce». Ha affermato il bisogno di conversione chi il cuore deve animare: «È al cuore di ciascuno, alla sua porta, che il Signore bussa e sta in attesa di poter entrare per riversarvi il proprio amore che perdona e rinnova e per cenare insieme e godere di un’amicizia senza pari. Ed è sempre il cuore di ciascuno di noi – nessuno escluso – che deve farsi vigile e operoso per ascoltare la voce del Signore, per aprire la propria porta e consegnarsi a Lui e al suo abbraccio misericordioso». Ha quindi osservato: “il cristiano ora, e non dopo, è chiamato a vivere il pellegrinaggio interiore e personale del cuore. Liberiamo la nostra coscienza dalle antiche e nuove forme di schiavitù, da atteggiamenti infantili di puro egoismo e distruggiamo le maschere di false sicurezze”.
Il tempo del giubileo sarà occasione propizia per mettersi in cammino, con i pellegrinaggi che si faranno o a Roma o nelle proprie Diocesi, ma Mons. Rumeo ha evidenziato come soprattutto si tratti di fare un pellegrinaggio interiore, capace di allargare il cuore e di aprirlo a Dio e ai fratelli: «Il pellegrinaggio del cuore nuovo si risolve nella carità misericordiosa. Infatti, è proprio nella carità che Dio viene incontro all’uomo e l’uomo risponde a Lui con filiale obbedienza. In tal senso ogni gesto di autentica carità misericordiosa può e deve interpretarsi come vero pellegrinaggio verso Dio. Al pellegrinaggio di Dio verso l’uomo deve dunque corrispondere il pellegrinaggio fraterno dell’uomo verso il proprio simile».
Mons. Rumeo ha poi rimarcato come questo Anno Santo, oltre a farci guardare alla meta della nostra speranza che è Cristo, ci apre anche alla gioia del perdono e della riconciliazione: «Per chi crede, il Giubileo sarà azione di Grazia perdonante che risanerà molti cuori dando speranza alle sofferenze dell’umanità. Come in un grande e infinito abbraccio di misericordia. Non abbiamo “un Dio meschino” e neppure “un Dio fermo”. Il nostro è “un Dio che esce” per “cercare ognuno di noi”. E quando ci trova, “ci abbraccia, ci bacia”, perché è “un Dio che fa festa” e in cielo si fa “più festa per un peccatore che si converte che per un centinaio che rimangono giusti”».
Infine ha concluso: «Cristo è nostro compagno di viaggio. Ci attende e ci incoraggia, ci prende per mano e ci consola. Nella nostra debolezza diventa àncora di pace, per la nostra fame e sete di giustizia si fa pane di vita eterna, nelle pagine dolorose si fa balsamo di grazia, nel giorno delle nostre paure si fa coraggio, nell’ora delle tenebre svela la sua luce gentile, nel giorno della nostra morte spalanca le porte dell’eternità».

Al termine della Santa Messa, Mons. Rumeo ha consegnato ai Vicari Foranei e ai Sindaci dei nove Comuni della Diocesi il messaggio augurale per vivere al meglio questo anno santo, che è stato distribuito anche ai fedeli presenti. Poi ha concluso con un gesto molto significativo, venerando con un omaggio floreale l’immagine di Maria Santissima Scala del Paradiso, Patrona della Diocesi di Noto, a conclusione della Pereginatio Mariae, svoltasi nei mesi scorsi negli otto Vicariati, in occasione del 180° anniversario di fondazione della Diocesi.
L’apertura del Giubileo Ordinario 2025 a livello diocesano [QUI]
Venti domande e risposte sul Giubileo Ordinario 2025, sul Pellegrinaggio Costantiniano Internazionale e sul solenne Pontificale in onore di San Giorgio Martire, nell’Anno Santo 2025 per i Cavalieri, le Dame, i Postulanti e gli Amici del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.