Il Pellegrinaggio della Delegazione Sicilia Occidentale alla Madonna Liberatrice in Viterbo

Da giovedì 15 a domenica 18 maggio 2025, un gruppo di Cavalieri, Dame e Postulanti della Delegazione della Sicilia Occidentale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ha svolto un significativo Pellegrinaggio in una delle parti più belle del Lazio, la Tuscia e Sabina, visitando luoghi di grande valore spirituale e storico. Tra le tappe più importanti: la suggestiva Civita di Bagnoregio, conosciuta come “la città che muore”; il maestoso Palazzo Farnese a Caprarola; il Palazzo dei Papi e la chiesa della Santissimo Trinità-santuario cittadino della Madonna Liberatrice in Viterbo. Questo itinerario ricco di significato, ha permesso ai partecipanti di arricchire il proprio bagaglio culturale e spirituale, grazie anche alla calorosa accoglienza e al prezioso supporto della Delegazione locale della Tuscia e Sabina guidata dal Nob. Avv. Roberto Saccarello, Cavaliere Gran Croce de Jure Sanguinis con Placca d’Oro, che ha condiviso con i pellegrini tutte le giornate.
La Madonna Liberatrice

Indimenticabile il soggiorno presso il magnifico complesso conventuale agostiniano della Santissima Trinità a Viterbo, dove riposarsi al termine delle giornate trascorse tra cultura e spiritualità. I pellegrini, accolti dal Priore Padre Vito Logoteto, O.S.A., hanno potuto rifocillarsi presso la sala del Cenacolo, antico refettorio dei Padri Agostiniani. Al grande salone si accede oltrepassando un portale in peperino, sul quale è incisa la frase Cum sobrietate. Gli affreschi, fatti dipingere dalla famiglia Nini, risalgono alla fine del Quattrocento. In fondo vi è una tela con l’Ultima Cena di Gesù. Tra gli Agostiniani raffigurati si riconoscono il Beato Giacomo da Viterbo ed Egidio Antonini.

I pellegrini hanno avuto modo di conoscere Don Luigi Fabbri, Vicario generale della Diocesi di Viterbo e Rettore del Seminario, in occasione della celebrazione di una Santa Messa pomeridiana che ha presieduto e, in una conviviale, il Vescovo emerito di Viterbo, Mons. Lino Fumagalli, Cappellano Gran Croce di Merito, Membro del Consiglio Ecclesiastico della Delegazione della Tuscia e Sabina.

La solenne Santa Messa
presso la Madonna Liberatrice
a conclusione del Pellegrinaggio

Domenica 18 maggio 2025 alle ore 11.30, nella chiesa della Santissima Trinità-santuario cittadino della Madonna Liberatrice, chiesa giubilare diocesana, adiacente al convento agostiniano, è stata celebrata in unione con i Confratelli della Tuscia e Sabina la solenne Santa Messa a conclusione del Pellegrinaggio, presieduta dal Priore Padre Vito Logoteto, O.S.A., concelebrante Don Davide Calantoni, Cappellano di Merito con Placca d’Argento.

La chiesa della Santissima Trinità

La chiesa della Santissima Trinità in Viterbo è la chiesa di riferimento della Delegazione della Tuscia e Sabina. Fu edificata dagli Agostiniani Eremitani in forma gotica nel 1256 e ricostruita nel 1745. In essa è particolarmente onorata la Madonna, invocata con il Titolo di Liberatrice a motivo degli avvenimenti prodigiosi del 28 maggio 1320 e per aver lungo i secoli liberato il Popolo Viterbese in occasione di guerre e calamità.

Fin dall’istituzione della Delegazione, avvenuta nel 2002 per volontà dell’Infante di Spagna S.A.R. il Principe Don Carlos di Borbone delle Due Sicilie e Borbone Parma, XXXI Gran Maestro dell’Ordine, i Costantiniani si sono impegnati per la diffusione della devozione della Liberatrice e partecipano ogni anno alla tradizionale processione in suo onore.

Nel santuario si ammira il maestoso altare della Madonna Liberatrice, con l’affresco della Madonna con Bambino (foto di copertina), che risale al 1320, anno dell’evento miracoloso. Gli autori furono due pittori giotteschi, Gregorio e Donato di Arezzo. A lato si notano numerosi ex voto e lunghe catene di ferro: sono quelle portate in dono alla Vergine da venticinque prigionieri cristiani, scampati miracolosamente alla schiavitù dei Saraceni.

Nel 1320 Viterbo era diventata teatro di gravi calamità, violenze e ingiustizie, acuite dal fatto che la sede papale era stata trasferita ad Avignone. Il territorio era scosso dall’aspra contesa tra guelfi e ghibellini, che veniva portata avanti dalle famiglie nobili della città, divise tra loro. I cronisti viterbesi narrano di un mese di maggio particolare e di una catastrofe di tipo meteorologico: il cielo si annerisce e si copre di scie di fuoco, cavalcate da demoni volanti. La narrazione ha una esagerazione enfatica, ma in quel lontano mese di maggio ci fu sicuramente un temporale fuori dalla norma, il buio in pieno giorno nel mese della luminosità, forse accompagnato da qualche fenomeno sismico. Ma ecco che la Madonna apparve in una cappella della chiesa, ed esortò i cittadini viterbesi a pregare. Con il suo intervento le frotte di demoni alati vennero scagliati nelle acque ribollenti del Bullicame dove annegarono. Al termine rimasero danni in città, ma i cittadini restarono incolumi. L’immagine diventò subito oggetto di culto cittadino.

La Cappella Costantiniano

Nella chiesa è stata benedetta l’8 aprile 2018, alla presenza del Gran Maestro S.A.R. il Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Calabria, Conte di Caserta, Capo della Real Casa delle Due Sicilie, la Cappella Costantiniana dove è venerato l’artistico Crocifisso ligneo del secolo XVI, restaurato a cura della Delegazione.

Il ringraziamento
del Delegato per la Sicilia Occidentale

Il pellegrinaggio ha lasciato un segno profondo nei cuori di tutti i partecipanti, dimostrando ancora una volta il valore del cammino condiviso nella fede, nella cultura e nella fratellanza.

Nel sottolineare l’importanza di questa esperienza, il Delegato per la Sicilia Occidentale, Nob. Prof. Avv. Salvatore Bordonali, Cavaliere Gran Croce di Giustizia e, che ha dichiarato: «Sono molto soddisfatto per il successo del pellegrinaggio che – come previsto – aveva anche l’obiettivo di favorire una conoscenza più profonda tra i partecipanti. Questi pellegrinaggi si rivelano estremamente utili, sia per i Cavalieri e le Dame, che per i Postulanti, poiché offrono un’opportunità preziosa per fraternizzare e rendere i rapporti tra i membri del nostro Ordine più autentici e sinceri.
Però, non possiamo concludere senza esprimere un sentito ringraziamento ai nostri confratelli della Delegazione della Tuscia e Sabina guidata dal Nob. Avv. Roberto Saccarello, Cavaliere Gran Croce de Jure Sanguinis con Placca d’Oro, al nostro Don Davide Calantoni, Cappellano di Merito con Placca d’Argento, che ha accompagnato fisicamente e spiritualmente il gruppo con grande dedizione e a tutti i Cavalieri che hanno contribuito alla sua organizzazione».

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