La Delegazione Marche e Romagna ha svolto in Ravenna il Ritiro spirituale pre-natalizio e una Conferenza culturale

Sabato 30 novembre 2024, nella ricorrenza della festa di Sant’Andrea Apostolo ed alla vigilia del Tempo di Avvento, si è tenuto presso la chiesa parrocchiale di San Rocco in via Castel San Pietro a Ravenna, il consueto incontro pre-natalizio della Delegazione delle Marche e Romagna del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. L’incontro, volto alla condivisione dei valori delle Sacra Milizia ed a rafforzare i vincoli amicali ha proposto un Ritiro spirituale pre-Avvento e una Conferenza su Le origini della cavalleria, alla quale ha fatto seguito una meditazione spirituale sul valore della preghiera come frutto dell’ascolto della Parola di Dio e la Celebrazione Eucaristica. L’incontro si concluso con la colazione presso un ristorante locale e la raccolta di una offerta in sostegno della Mensa dei poveri e delle iniziative di accoglienza gestite dalla parrocchia.
Foto di gruppo

I Cavalieri, le Dame, i Postulanti e gli amici dell’Ordine Costantiniano, guidati dal Delegato il Nob. Carlo dei Conti Cicconi Massi, Gran Croce di Jure Sanguinis con Placca d’Oro, sono stati accolti dal Parroco di San Rocco, Don Paolo Szczepaniak, nelle aule attigue alla chiesa parrocchiale, per assistere alla Conferenza su Le origini della cavalleria svolta da Claudio Angeli, Cavaliere di Merito.

A seguire, Mons. Umberto Gasparini, Cappellano di Merito, ha tenuto una meditazione spirituale sul valore della preghiera, come frutto dell’ascolto della Parola di Dio.

Al termine della sua meditazione, nella Chiesa di San Rocco Mons. Gasparini ha presieduto la celebrazione della Santa Messa.

La giornata è stata conclusa con la colazione presso un ristorante locale, nel corso della quale i partecipanti hanno raccolto una generosa offerta consegnata al parroco Don Szczepaniak per il sostegno della Mensa dei poveri e delle iniziative di accoglienza gestite dalla parrocchia.

Approfondimenti

La preghiera

Che cosa è? Una volta si diceva: preghiera è elevatio mentis in Deum. La Bibbia (dalla Genesi all’Apocalisse) ci dice che Dio non è l’oggetto della nostra ricerca, ma è il Dio vivente che prende l’iniziativa, si dona ed è in costante ricerca dell’essere umano. È Lui che vuol stabilire il dialogo con noi: viene, mi cerca, mi chiama, mi interroga, chiede semplicemente di essere accolto e ascoltato. È il Dio che ci ama per primo (1 Gv 4,19).

L’uomo, di fronte a questa auto-rivelazione, risponde con la fede: attraverso la lode, il ringraziamento, l’adorazione, la domanda, la confessione del proprio peccato. Reagisce attraverso la preghiera, che è risposta a Dio, con l’Amore verso Lui e il prossimo. Allora, la preghiera non è ricerca di Dio, ma risposta al Suo Amore totale. Gesù si è lasciato crocifiggere per Amore e dice: “Non c’è Amore più grande di quello di colui che dona la vita per la persona amata!” (Gv 15,13) La preghiera di noi battezzati è costituita da:

  • Silenzio. Silenzio profondo, per accogliere la presenza di Dio, Padre-Figlio-Spirito Santo. Sembra semplice, ma è faticoso. Bisogna acquisire gradualmente la capacità di silenzio interiore ed esteriore, sobrietà, lotta contro le innumerevoli distrazioni (pensa alla valanga di pubblicità che martella in questo tempo di Avvento, che non è più attesa della Nascita di Gesù salvatore, per le nuove generazioni. Natale non è più la Nascita di Gesù, MA l’arrivo di Babbo Natale che porta i doni. Anche il Presepio in casa non riesce a richiamare la famiglia a riflettere su Gesù che nasce. È sostituito quasi completamente dal mangiare-comperare-divertirsi-viaggiare. Tutte cose, di per sé, non cattive, ma che distraggono quasi completamente dal fatto unico e stupendo, che Dio prende un corpo, in Gesù, per poter andare in croce, e morire per amore dell’umanità.
  • Ascolto. La preghiera del Cristiano è innanzitutto ascolto. La preghiera ebraica è percorsa dal comando: “Shema’ Jisra’el”: ascolta Israele! (Deut 6,49). Il vero orante, a partire da Abramo, è colui che ascolta (Gen 12,1). “Ascoltare è meglio del Sacrificio (1Sam 15,22). La preghiera vera germoglia sempre dove c’è silenzio e ascolto: Fides ex auditu. Questo è il movimento della preghiera del battezzato: dall’ascolto alla fede, dalla fede alla conoscenza di Dio, dalla conoscenza all’amore. Attenzione, se manca l’ascolto, la preghiera tende a diventare un’attività umana, costretta a nutrirsi di tante preghiere, che danno una certa soddisfazione, ma non ci fanno entrare nell’intimità con Dio.

Oggi, si stanno diffondendo anche “tecniche di concentrazione” provenienti dall’Oriente. Dopo quanto detto sopra, comprendi che queste rischiano di far tornare la preghiera ad azione principalmente umana: dove è l’uomo che cerca di raggiungere Dio. è necessario sottolineare che, con l’ascolto della Parola, noi entriamo all’interno del dialogo che avviene nella Trinità. Infatti, la comunione d’amore che regna tra Padre-Figlio-Spirito Santo è alimentata dall’ascolto reciproco, come attestano le parole di Gesù: “Tutto ciò che ho ascoltato dal Padre, l’ho fatto conoscere a voi” (Gv 15,15). “Quando verrà lo Spirito di Verità…, non parlerà da sé, ma dirà tutto quello che avrà ascoltato” (Gv 16,13). “Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato” (Gv 11.41).

Comincia ad allenarti al silenzio. Ti viene chiesto un silenzio di 1-2 minuti per sintonizzarti con Gesù (guardando con intensità il Dio-uomo in Croce) e pensando intensamente alla sua sofferenza per Amore tuo. Poi, per iniziare pregherai il “Segno di Crocе”,leggendo e rileggendo la stessa frase per vari giorni, finché appena vedi il Crocifisso, ti viene spontaneo pensare alla frase, che è oggetto della tua preghiera.

La chiesa di San Rocco in Ravenna

La parrocchia di San Rocco è una delle più popolose dell’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia, situata nel borgo omonimo, non lontano da porta Sisi. Annesse alla chiesa parrocchiale si trovano luogo una mensa e spazi comuni e un piccolo cinema aperto a tutta la popolazione. La parrocchia svolge un ruolo di elevata importanza nel campo dell’accoglienza.

L’attuale chiesa di San Rocco sorge nello stesso luogo di un edificio di culto più antico, risalente al 1583 e avente la stessa titolazione da Rocco di Montpellier. In seguito al crescente incremento demografico del borgo e alle precarie condizioni statiche dell’edificio, nel 1828 si pose mano alla costruzione della chiesa attuale in stile neoclassico, ispirandosi al Pantheon di Roma, prevedendo, quindi, un’aula circolare preceduta da un pronao. Tuttavia, durante i lavori, la cupola crollò. Questo portò al sollevamento dell’Architetto Ignazio Sarti dal suo incarico e alla sua sostituzione con l’Ingegnere Luigi Bezzi, che rivide il progetto originario, mantenendo il pronao ma sostituendo l’aula circolare con l’attuale, rettangolare. La chiesa venne terminata nel 1846 e consacrata l’11 ottobre dello stesso anno.

Iscrizione sul fregio del frontone: «D.O.M. VIRGINI IMMACULATAE IN HONOREM S. ROCHI A. MDCCCXLVI» (A Dio Ottimo Massimo. Alla Vergine Immacolata in onore di San Rocco. Anno 1846).

La chiesa di San Rocco è preceduta da un sagrato quadrangolare chiuso ai lati da due edifici abitativi, dei quali quello di sinistra adibito a canonica. La costruzione di destra è sormontata da una torre campanaria con orologio.

Nella facciata neoclassica a mattoni gialli con timpano si apre il grande portale d’accesso, con cornice marmorea, inquadrato da quattro lesene, due per lato. Essa è preceduta da un pronao rettangolare sorretto da una doppia fila di colonne in mattoni sormontate da capitelli marmorei che richiamano, nelle forme, lo stile corinzio, pur essendo privi di qualsiasi ornamento. Al pronao, sopraelevato rispetto all’antistante piazzale, si accede mediante una scalinata di sette gradini, in sasso d’Istria.

Alle spalle della chiesa, vi è il campanile a pianta quadrata, all’interno della cui cella campanaria è alloggiato un concerto di cinque campane in La, realizzato dalla fonderia Capanni di Castelnovo ne’ Monti agli inizi degli anni novanta del XX secolo.

L’interno della chiesa è a tre navate. L’ampia navata centrale, con copertura a botte, è divisa dalle laterali da tre arcate a tutto sesto poggianti su pilastri con lesene sormontate da capitelli corinzi a foglie d’acanto. Sopra ogni arcata si apre una finestra a lunetta. Le navate laterali, invece, coperte da piccole cupole ribassate, prendono luce ciascuna da due finestre chiuse da vetrate artistiche, raffigurando l’Annunciazione, la Natività di Gesù, la Pentecoste e Sant’Apollinare. In controfacciata, sopra il portale d’ingresso, è la cantoria nella quale si trova l’organo a canne.

Nella seconda campata di ciascuna delle due navate laterali, si trova un altare marmoreo, con ancona seicentesca: quello di destra, dedicato alla Madonna ed adibito a custodia del Santissimo Sacramento, è sormontato dalla statua della Madonna della Pace; quello di sinistra, invece, dalla statua di San Rocco. Ai lati dell’altare di quest’ultimo, ciascuna poggiante su un piedistallo, vi sono le statue di Gesù Buon Pastore del XVII secolo e di San Gabriele dell’Addolorata.

In fondo alla navata di sinistra, si apre una cappella, a pianta rettangolare, il cui altare, in marmi policromi, proviene dalla chiesa scomparsa di Santa Maria delle Mura e accoglie un tabernacolo ligneo del XVIII secolo.

In fondo alla navata centrale si apre l’abside rettangolare, anch’essa con volta a botte, priva di finestre, nella quale si trova il presbiterio rialzato da tre gradini. Sulle lesene che sottostanno all’arco absidale si trovano due statue lignee, raffiguranti l’Angelo della Convocazione, vestito di rosso e nell’atto di suonare la chiarina per radunare i fedeli, e l’Angelo annunziante, vestito di verde e recante in mano un cartiglio, che annunzia ai fedeli radunati la presenza di Dio. Al centro del presbiterio si trova l’altare marmoreo che fino al 1921 si trovava nella basilica di San Francesco a Ravenna. Sulla parete fondale, entro l’ancona, costituita da due semicolonne in finto marmo verde sormontate da un architrave sorreggente un timpano triangolare, si trova la tela cinquecentesca raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Rocco, Sebastiano, Eulalia e Lucia.

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