Il Gran Priore. Contributi di storia e vita spirituale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (Aracne Editore 2025, 272 pagine AMAZON) è stato pubblicato il 1° ottobre 2025 in architettata continuità con quello dello stesso autore intitolato Il Gran Maestro. Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e Ferdinando IV di Borbone tra rivoluzione e restaurazione, con il quale va a formare un dittico. Identico è infatti il tema di base dei due libri, ossia il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio nella storia, ma le differenze tra i due lavori non sono poche e riguardano anzitutto l’orizzonte d’ognuno di essi.
Il primo libro, infatti, delineava la storia dell’Ordine Costantiniano nel tempo del suo massimo fulgore, ossia sotto il regno di Ferdinando IV di Borbone, e dunque nei confini d’un periodo di poco superiore ai sessant’anni e d’un approccio politico e dinastico.
Questo secondo libro s’allarga per contro ad abbracciare circa mille e cinquecento anni di storia Costantiniana. Di essi cerca il maggiore e distintivo filo rosso in un percorso che si muove a fortiori dagli eventi, che ebbero a protagonista l’Imperatore Costantino il Grande; dunque da una rivelazione (forse) soprannaturale e da una conseguente (graduale) conversione al Cristianesimo. L’una e l’altra misteriose, ma certo approdate, prima ad alcuni gesti significativi, poi all’Editto di Milano nel 313, infine al Battesimo in articulo mortis dell’Imperatore stesso, a Nicomedia nel 337.

Contenuto
- Prefazione di S. Em. Rev.ma il Sig. Cardinale Gerhard Ludwig Müller
- Historia magistra vitae: Introduzione dell’Autore, Don Maurizio Modugno
- Capitolo I: In hoc signo vinces
- Meditatio I: La conversione
- Capitolo II: Bisanzio, tra storia e leggenda
- Meditatio II: Regula Basilii
- Capitolo III: Fenice fui e vissi
- Meditatio III: Passio Sancti Georgii Martyris
- Capitolo IV: Al di sopra di tutto vi sia la carità
- Meditatio IV: San Basilio Magno Homilia VIII
- Capitolo V: Per ineffabile sovrabbondanza della divina bontà
- Meditatio V: Pier Matteo Petrucci “Del niente mistico”
- Capitolo VI: L’incerta gravidanza della Duchessa… Dai Farnese ai Borbone, da Parma a Napoli
- Meditatio VI: Sant’Alfonso Maria de’ Liguori “Uniformità alla volontà di Dio”
- Capitolo VII: Il tuo gusto e non il mio…
- Meditatio VII: Isidoro Bianchi dalle “Meditazioni”
- Capitolo VIII: Gran priori, arcivescovi, vicerè. L’epoca di Filippo Lopez y Royo e Domenico Pignatelli di Belmonte
- Meditatio VIII: Dagli Scritti di San Gerardo Maiella
- Capitolo IX: Nel furor delle tempeste
- Meditatio IX: Filippo Anfossi dal “Quaresimale”
- Capitolo X: Seduti sul vulcano
- Meditatio X: Filippo Giudice Caracciolo “Lettera Pastorale”
- Capitolo XI: “Io sono Napoletano, nato fra voi, non ho respirato un’altr’aria…”
- Meditatio XI: Un angelo alla corte di Napoli
- Capitolo XII: Non omnis moriar. Cronotassi dei Gran Priori del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
- Meditatio XII: Gaetano Sanseverino “La dottrina di S. Tommaso sull’origine del Potere”
- Cronotassi dei Gran Priori del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
- Bibliografia
- Indice dei nomi
Prefazione
S.Em.R. il Signor Cardinale Gerhard Ludwig Müller
del Titolo di Sant’Agnese in Agone
Gran Priore del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
Con viva sorpresa ho ricevuto e con vivo interesse ho studiato il libro del Cappellano di merito con placca del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, rev. don Maurizio Modugno: libro significativamente intitolato Il Gran Priore. E volentieri esaudisco la richiesta di scriverne una Prefazione.
È un volume, posto in continuità con il precedente lavoro dello stesso autore Il Gran Maestro, ma dedicato ora non ad una rievocazione politico-dinastica, bensì ad un cammino attraverso la spiritualità del Sacro Militare Ordine Costantiniano. Nel percorrere gli oltre millesettecento anni dalla battaglia di Ponte Milvio ad oggi e nel tenere in adeguato conto storico la visione e la conversione dell’imperatore Costantino, il rev. don Maurizio ne ha da subito indicato le componenti – forse meno militari che mistiche – poste a causa della costituzione d’un manipolo di cavalieri, la cui missione era quella di custodire il Labaro e il Chrismòn da Costantino voluti – come si riferisce – instinctu divinitatis.
La divinità di Cristo è il fondamento della fede cristiana. Soprattutto in quest’anno, 1700° anniversario del Concilio di Nicea, ricordiamo il grande dibattito trinitario e cristologico con l’eresia del sacerdote Ario di Alessandria. Ario, infatti, aveva ampiamente diffuso la sua teoria secondo cui il Figlio, inquanto “generato”, non poteva essere considerato Dio allo stesso modo del Padre, in quanto la natura divina è unica. Essendo infatti un “figlio” (e quindi “venuto dopo” Colui che lo ha generato) non è co-etemo al Padre, mentre la natura divina è di per sé eterna e indivisibile. Il Figlio, dunque, secondo Ario sarebbe in posizione subordinata rispetto al Padre. In tal modo creando una grande inquietudine nella Chiesa. Non si trattava di una disputa su questioni secondarie, ma piuttosto sull’essenza del cristianesimo. O il Logos è Dio stesso nell’unità e nell’identità del Padre e del Figlio; oppure Cristo è semplicemente un fondatore di una religione tra le altre, che può essere superato da un profeta futuro.
In questa crisi che metteva a rischio l’esistenza della chiesa di Cristo, l’imperatore Costantino invitò i vescovi dell’Impero romano a Nicea. Fino a trecento vescovi provenienti da tutto il mondo abitato si riunirono a questa assemblea ecumenica a Nicea, in Bitinia, vicino a Costantinopoli, che in seguito passò alla storia della Chiesa come il Primo Concilio Ecumenico. L’esito del Concilio di Nicea (325) è noto a tutti noi. Infatti, nel Grande Credo, che fu integrato nel Concilio di Costantinopoli (381) dalla chiara confessione della divinità dello Spirito Santo come terza persona della Santissima Trinità, la Chiesa cattolica dichiara: “Crediamo in un solo Dio, il Padre […] e in un solo Signore Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, generato dal Padre prima di tutti i secoli, Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, della stessa sostanza del Padre…”.
Ancora oggi, in piena comunione con tutta la Chiesa cattolica e con i suoi legittimi pastori, il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio difende la fede nella divinità di Cristo.
A tale fraternitas una speciale cura è stata rivolta sia dai Sommi Pontefici della Chiesa Romana, sia dagli Imperatori d’Oriente ed espressa con decreti, bolle e privilegi. Se è vero quanto dice l’autore, che i primi secoli dell’Ordino sono intrecciati di storia e di leggenda, è anche vero che dalla fine del XVII secolo, con il passaggio dell’Ordine ai Farnese e quindi ai Borbone di Napoli, i documenti di provenienza regale o pontificia sono ormai storicamente inequivocabili. E vorrei citare, su tutti, la bolla Militantis Ecclesiae di papa Clemente XI che che ha dato un imperituro vigore al rinnovamento dell’Ordine voluto da Francesco Farnese all’inizio del Settecento.
È da quest’epoca che la narrazione accende una luce sul tema, che costituisce il titolo del libro: ovvero l’istituzione della figura del Gran Priore, massima autorità spirituale dell’Ordine e punto di riferimento sia per i cavalieri che per i cappellani che ne fanno parte. Ho appreso con emozione i nomi di coloro che in tal prestigiosa ed impegnativa carica si sono succeduti in tre secoli e le vicende che, soprattutto nelle più difficili congiunture politiche, ne hanno segnato di forza e talora d’eroismo il ministero. Mi piace ricordare fra essi gli Arcivescovi Serafino Filangieri e Giuseppe Carrano, il Cappellano Maggiore Pietro Naselli e Alliata d’Aragona, per la vasta dottrina e per l’indefettibile presenza nei tempi di rivoluzioni, guerre e tramonto di regni. Ed in epoca più prossima e ancor più tragica, vorrei ricordare la personalità straordinaria di Georg Franz Josef von Wittelsbach (1880-1943), combattente della Prima Guerra Mondiale e poi, ormai noto a Roma come “monsignor Giorgio”, segreto punto di raccordo di una nobiltà europea contraria ad ogni dittatura e il Sacro Soglio di Pio XI e di Pio XII.
Carattere specifico del libro del rev. don Maurizio è anche quello di guidare il lettore in un percorso, di conoscenza delle diverse spiritualità che hanno segnato le temperie, le teologie e le personalità di volta in volta poste in primo piano. Ad ogni capitolo è infatti accostata una Meditatio che si pone quasi come una lectio divina degli eventi narrati. E che parte dall’analisi della conversione costantiniana operata da autori come Bernard Lonergan, Mihaly Szentmàrtoni S.J. ed Enrico Dal Covolo; per proseguire con la profonda esegesi della Regola d San Basilio – da sempre contesta nella storia della Milizia Angelica Costantiniana – compiuta da Hans Urs von Balthasar.
Non può non mancare poi – pur collocato fra leggenda e storia – un richiamo alla figura del Santo patrono dell’Ordine, San Giorgio martire.
Di teologi e santi d’epoca assai più tarda, troviamo nel libro pagine invero attraenti di Pier Matteo Petrucci, di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, di Isidoro Bianchi, di San Gerardo Majella, di Filippo Anfossi e di Filippo Giudice Caracciolo: tutti a formare un vero baluardo di sapienza e santità opposto all’avanzante pensiero illuminista e positivista del XVIII e XIX secolo. Il breve panegirico della beata Maria Cristina di Savoia, regina di Napoli e la dissertazione di Gaetano Sanseverino sulla Dottrina di S. Tommaso sull’origine del potere e sul preteso diritto di resistenza, ci portano ormai verso tempi più moderni. E ad entrare in un’epoca ove dei Gran Maestri e dei Gran Priori del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio sono state fondamentali l’asserzione di continuità e il diniego fermo d’ogni frattura storica. Ciò che ha permesso alla nostra Sacra e Angelica Milizia di giungere ad oggi ricca di molteplici esperienze, nelle quali la certezza della costante protezione della Santa Croce e accanto ad Essa dei santi Basilio e Giorgio non è mai stata in discussione.
È per aver dato luogo a tali meditati percorsi storici e teologici, umani e cavallereschi, che il libro del rev. don Maurizio Modugno, Il Gran Priore, si pone come senz’altro pregevole e necessario ad una odierna e sempre più profonda conoscenza dell’Ordine Costantiniano. Auspico perciò un meritato e vivo successo all’autore e al suo lavoro.
Historia magistra vitae
Introduzione dell’Autore
Il presente volume, Il Gran Priore, giunge alle stampe in architettata continuità con quello intitolato Il Gran Maestro, con il quale va a formare un dittico. Identico è infatti il tema di base, ossia il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio nella storia: ma le differenze tra i due lavori non sono poche e riguardano anzitutto la skyline d’ognuno di essi. Il primo infatti delineava la storia dell’Ordine nel tempo del suo massimo fulgore, ossia sotto il regno di Ferdinando IV di Borbone: e dunque nei confini d’un periodo di poco superiore ai sessant’anni e d’un approccio politico e dinastico. Il secondo s’allarga per contro ad abbracciare circa mille e cinquecento anni di storia costantiniana, di essi cercando il maggiore e distintivo filo rosso in un percorso che si muove a fortiori dagli eventi che ebbero a protagonista l’imperatore Costantino il Grande: e dunque da una rivelazione (forse) soprannaturale e da una conseguente (graduale) conversione al Cristianesimo. L’una e l’altra misteriose, ma certo approdate prima ad alcuni gesti significativi, poi all’Editto di Milano del 313 d.C., infine al Battesimo in articulo mortis dell’imperatore stesso a Nicomedia nel 337 d.C.
Risonanza singolare, fra le molte altre, della “svolta costantiniana”, è la costituzione d’una consorteria, d’una fraternitas di “cinquanta guerrieri, che in puro argento/ spiegan la trionfal, purpurea croce” (Tasso Gerusalemme liberata, IX). Ovvero di quei cosiddetti protectores domestici che, con il loro clarissimus praepositus, curavano ora l’appartata custodia ora l’esibizione gloriosa del Labaro cristologico voluto dall’imperial figlio di sant’Elena.
Le posteriori connessioni di quelli che un secolo dopo sono ormai detti i Milites Costantiniani, con l’Impero di Bisanzio fino alla sua caduta nel 1453 e poi con l’esule stirpe degli Angelo Flavio Comneno fino al 1699, andranno a formare una parte senz’altro peculiare del presente volume, ove narrazione leggendaria e irreprensibile documentazione non mancheranno d’intrecciarsi, culminando in capite saeculi XVIII nell’assunzione del Gran Magistero dell’Ordine da parte dei Farnese, duchi di Parma e Piacenza e nelle numerose attestazioni verso questi dell’interesse e della benevolenza dei Sommi Pontefici del tempo. Il passaggio dai Farnese ai Borbone di Napoli comporterà la non facile messa a fuoco della nuova identità strutturale e culturale dell’Ordine. L’istituzione della figura del Gran Priore e le personalità d’altissimo e diverso spicco che tra Parma e Napoli di tal Officio vengono nel tempo investite, portano nel cuore sacro dell’Angelica Aurata Religione e di questo volume, filosofie e teologie, liturgie e devozioni d’importante staglio, in una continua ed articolata evoluzione. Interrotta solo dalla fine del Regno delle Due Sicilie nel 1860. Ove il nostro percorso sceglie d’arrestarsi, fatto salvo uno sguardo breve su quegli sparsi semina vitae che, pur attraverso vicende assai complesse, porteranno l’Ordine sino ad oggi.
“A sostener la guerra sì del cammino e sì de la pietate” (Comedia, Inferno, II) ci siamo avvalsi d’una letteratura costantiniana a stampa sia recente, sia soprattutto antica e d’una documentazione manoscritta inedita, che in massima parte viene decifrata e pubblicata qui per la prima volta. E poiché non secondariamente spirituale è l’intento del presente lavoro, ogni capitolo propone in calce una Meditatio, che desume dagli eventi attuali o già scorsi e dalle personalità in scena o dietro le quinte, temi di riflessione e di preghiera, di teologia e di scienza pastorale, affidati a voci di possente autorevolezza, talora d’assai rara fruizione e di linguaggio peculiare, ma specchio fedele dell’azione e del pensiero del tempo narrato. Le speriamo edificanti, in special modo per i Cavalieri e i Cappellani Costantiniani dei nostri giorni, ai quali forse il nostro volume può offrire una traccia per un cammino interiore ricco di quella “bellezza così antica e sempre nuova” che i suoi alti e indefettibili principi ispirano.
Non è celabile, negli capitoli finali e nei testi meditativi che li accompagnano, una nota appena crepuscolare: una conscientia finis inevitabile quando del tramonto d’una civiltà e d’una dinastia, nonché dei suoi estremi protagonisti, si faccia argomento. Tuttavia alcune luci di quel tramonto sono oggi vieppiù fulgide, per essere – la beata Maria Cristina e il servo di Dio Francesco II, ultimo Gran Maestro regnante dell’Ordine Costantiniano – esempi di fede e di virtù eroiche cui sempre più attentamente è giusto guardare e rivolgersi.
Desidero qui rivolgere un deferente ringraziamento a S. Em. Rev.ma il Sig. Cardinale Gerhardt Ludwig Müller, Gran Priore del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, per l’onore e il prestigio conferiti al presente volume con l’approfondita e documentata Prefazione che Egli ha accettato di anteporre a queste pagine.
Desidero inoltre ringraziare Mons. Carlo Dell’Osso, Cappellano di Giustizia e Cappellano Capo della Delegazione di Roma e Città del Vaticano, per i consigli e l’aiuto preziosissimi. Pari ringraziamento va al Prof. Giuseppe Schlitzer, Cavaliere Gran Croce di Merito e Delegato del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio per Roma e la Città del Vaticano.
La consueta gratitudine va infine all’Archivio di Stato di Napoli e alla Dott.ssa Barbara Orciuoli per i preziosi materiali messi a disposizione.
M.M.
Foto di copertina: Scuola di Raffaello Sanzio, La Visione della Croce, 1520-1524, affresco, Sala di Costantino, Stanze Vaticane.
