Alle ore 17.00 è previsto un momento formativo con la presentazione della figura di S.M. Francesco II di Borbone e la lettura di alcuni passaggi tratti da suoi scritti, con l’accompagnamento dell’esecuzione dal vivo di brani musicali di autori suoi contemporanei o provenienti dai territori dell’ex Regno delle Due Sicilie.
Alle ore 18.00 viene celebrata la solenne Santa Messa in memoria del Servo di Dio Francesco II di Borbone, presieduta da Don Damiano Cavallaro, Avvocato della Sacra Rota presso il Tribunale ecclesiastico interdiocesano di Torino, preceduta dalla processione introitale dei Cavalieri e delle Dame Costantiniani in mantello da chiesa, che muoverà lungo la strada a chiocciola che abbraccia il complesso di San Giorgio.
La commemorazione di Francesco II di Borbone, ultimo Re delle Due Siclie [QUI]
Chieri (Cher in piemontese) è un comune della città metropolitana di Torino, in Piemonte, situata sulle propaggini sudorientali delle colline torinesi, a sud-est del capoluogo, sul margine meridionale delle colline del Po. Il nucleo urbano più antico presenta una tipica impronta medievale sia nella planimetria circolare con strade a raggiera convergenti sul duomo, chiesa collegiata di Santa Maria della Scala – l’edificio religioso più antico ed importante della città, risalente al V secolo – sia nell’aspetto architettonico e urbanistico di numerosi edifici.
La chiesa di San Giorgio, situata in una posizione dominante in cima all’omonimo colle, sorge sulle rovine di un antico castello del X secolo All’inizio del XII secolo fu eretta una chiesa in stile gotico, poi distrutta da un incendio nel 1412. La nuova chiesa venne ricostruita rivolta verso la città ed è affiancata da un campanile a pagoda. L’attuale facciata risale al 1752 ad opera di Bernardo Antonio Vittone.
Nella seconda metà dell’anno 1584, Mons. Angelo Peruzzi, Vescovo di Sarsina (oggi in provincia di Forlì-Cesena), incaricato dal Papa Gregorio XIII, passò in rassegna le parrocchie della Diocesi di Torino per verificarne il livello di adesione alle norme dettate dal Concilio di Trento.
La visita di Chieri iniziò il 28 ottobre 1584, partendo dalla collegiata di Santa Maria della Scala (Duomo). La relazione che ne scrisse il Segretario del Visitatore Apostolico, il notaio di Senigallia Gaspare dei Signori di Mondulfo, è una miniera di informazioni e di sorprese, come quelle che riguardano le chiese sovrapposte di San Giorgio e di San Michele Arcangelo, che Mons. Peruzzi visitò il 30 ottobre 1584.
A proposito della chiesa di San Giorgio, la relazione recita: “Osservando la chiesa nel suo insieme, [Mons. Peruzzi] ha notato che dopo l’altare di San Vito, procedendo nella stessa navata, c’è una scala con la quale i fedeli scendono nell’oratorio dei Disciplinati, o Confratelli del Nome di Gesù. Ingombra molto la chiesa, è occasione di scandalo, e non è necessaria, visto che c’è un altro ingresso allo stesso oratorio. Ha perciò ordinato di eliminarla completamente e [al suo posto] di fabbricare una volta”.
Scopriamo, così, che nel Cinquecento, in una delle navate laterali della chiesa di San Giorgio, (probabilmente quella di destra, guardando l’altare) c’era una grande botola dalla quale una scala scendeva nella sottostante chiesa di San Michele Arcangelo, sede della Confraternita del Nome di Gesù, mettendo in comunicazione le due chiese. Una comodità, evidentemente. Ma forse anche un motivo di distrazione durante le sacre funzioni. Ed è probabilmente per questo che il vescovo ordinò di eliminarla. Tanto più che non era necessaria, visto che sia la chiesa di San Giorgio che quella di San Michele Arcangelo avevano i loro ingressi indipendenti.
Finita la Visita Apostolica, le disposizioni vescovili furono messe in atto. Oggi di quella scala non esiste più traccia. Anzi, se non fosse per la relazione della Visita Apostolica di Mons. Peruzzi, non se avremmo nemmeno sospettato l’esistenza.
Passando a trattare della chiesa di San Michele Arcangelo, sottostante a quella di San Giorgio, il relatore della Visita Apostolica annota: “Visitando l’oratorio [il Visitatore Apostolico] lo ha trovato molto decoroso e in buono stato quanto alle strutture, essendo tutto coperto a volte, imbiancato e pavimentato, ed in esso c’è un solo Altare, che è in laterizio… L’Altare è abbastanza fornito di tutto il necessario. Ha tuttavia ordinato che alla finestra, situata vicino e a destra dell’Altare, vengano sistemati i vetri, o almeno un telaio con la tela cerata”.
Foto di copertina: August Weger, Francesco II, Re di Napoli, 1860, incisione su acciaio, 10 x 9,5 cm, Leipzig.