La Delegazione Sicilia Occidentale ha svolto il tradizionale incontro natalizio presso l’Oratorio delle Dame al Giardinello in Palermo

Come ogni anno nella ricorrenza della festa della Madonna dell’Aspettazione al Parto, mercoledì 18 dicembre 2024 si è svolto alle ore 11.00 l’incontro natalizio della Delegazione della Sicilia Occidentale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio presso l’Oratorio delle Dame al Giardinello in via del Ponticello 39 a Palermo, a poca distanza dalla facoltà di Giurisprudenza e dal complesso monumentale della Chiesa del Gesù. In questo gioiello barocco di rara bellezza e d’inestimabile valore, purtroppo sconosciuto a tanti Palermitani, ha sede la Nobile Congregazione Segreta delle Dame dell'Aspettazione del Parto della Vergine Maria, che da sempre si occupa di assistere le partorienti indigenti. Come da tradizione, con l’occasione sono stati consegnati alcuni corredini per i neonati e i panettoni per le suore Comboniane che aiuteranno Suor Valeria a rendere più lieto il natale ai bimbi poveri. L’Oratorio delle Dame al Giardinello, che è an dato avanti per 4 secoli e dura ancora oggi, è stata dichiarata monumento nazionale.
Madonna dell'Aspettazione al Parto

La rappresentanza dei Cavalieri e delle Dame della Delegazione, guidata dal Delegato, il Nob. Prof. Salvatore Bordonali, Cavaliere Gran Croce di Giustizia, è stata accolta dalla Superiora Donna Agata Orlando Riva Sanseverino, che ha pregato il Delegato di portare il saluto delle Dame a S.A.R. la Principessa Donna Sofia di Borbone delle Due Sicilie, Duchessa di Calabria, Dama d’Onore della Nobile Congregazione delle Dame.

Con l’occasione, si è svolta la consegna dei corredini per i neonati da parte dei Club Service Lions e Rotary e delle Dame Costantiniane, e si è assistito alla presentazione dei panettoni, allestiti a forma di albero di Natale, destinati alle suore Comboniane rappresentate da Suor Valeria, consegnati dal Tesoriere della Delegazione, Dott. Gastone Brizzi, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento.

Dopo la significativa cerimonia di consegna dei doni natalizi, è stata celebrata la Santa Messa, presieduta da Padre Luigi De Lucia, S.I, concelebranti Don Davide Calantoni, Cappellano di Merito con Placca d’Argento, e Padre Faustino Licata, S.I.

A conclusione del Sacro Rito, nei saloni attigui la cappella, si è svolto il tradizionale scambio degli auguri natalizie e di fine anno. La Superiora della Nobile Congregazione delle Dame ha salutato i presenti ringraziando in particolare coloro che hanno contribuito a donare i corredini per i neonati e il Delegato per la Sicilia Occidentale ha ringraziato la Superiora per la generosa ospitalità, concludendo con gli auguri natalizi ai presenti.

Approfondimento

L’Oratorio delle Dame al Giardinello

L’Oratorio delle Dame al Giardinello – della Nobile Congregazione Segreta delle Dame che è sotto il titolo dell’Aspettazione del Parto della Vergine Maria – sta nella contrada del Ponticello, nella strada detta di Casa Professa, come scriveva Gioacchino Di Marzo, nel suo volume Opere storiche inedite sulla città di Palermo del 1873.

L’impianto dell’Oratorio è quello canonico degli oratori palermitani, con anti-oratorio, una stretta aula e presbiterio rettangolare con gli scranni delle Dame sul lato lungo. Le pareti sono interamente affrescate a trompe-l’oeil. La creazione di finte architetture comprende raffinate decorazioni e rilievi a stucco, stupendi affreschi e decorazioni parietali, oltre a magnifiche opere pittoriche, eleganti e finissimi arredi lignei ad intarsio e preziose suppellettili di diverse epoche.

Si accede all’Oratorio dalla via Ponticello attraverso un vecchio portone in legno incorniciato da un elegante portale barocco in pietra di Billiemi, sormontato da un medaglione in marmo bianco in cui è inciso il monogramma mariano. L’ingresso immette in un corridoietto lungo le cui pareti corrono due panche lignee (tipiche degli oratori) cui fa seguito una sorta di galleria porticata su cui si affacciano, sulla destra le finestre del salone della Congregazione e, a sinistra, il caratteristico Giardinello (da cui prese il nome la Congregazione), con pavimento maiolicato, al centro del quale spicca una piccola fonte circolare con papiri. Da qui si accede alla bella sacrestia e alla magnifica cappella oratoriale, decorata con magnifici arredi lignei a intarsio, con applicazioni di legno intagliato e dorato, realizzati tra il 1711 e il 1719 su disegni di Antonio Grano.

L’affresco sulla volta, che raffigura il Trionfo della Vergine ed è contornato da episodi della vita della Madonna e di Gesù, è stato dipinto da Andrea Palma e da Antonino Grano. Il ciclo pittorico dell’Oratorio comprende, tra tele e affreschi, quasi tutti i misteri del rosario.

L’altare barocco, con inserti in marmo mischio, è attribuito ad Andrea Palma ed è arredato, così come era usuale nei secoli passati, con candelieri e vasetti con fiori in argento.

Nella prima sala anti-oratoriale della Congregazione vi è una copia su tela dello Spasimo di Sicilia di Raffaello Sanzio.

In quattro soprapporte sono contenute tele con soggetti sacri: San Giuseppe Dormiente e l’Angelo (attribuito a Gaspare Serenario), La Madonna del Parto (simile a quella dell’altare dell’Oratorio), l’Incoronazione di Santa Rosalia (attribuito a Filippo Tancredi), e una Maddalena penitente.

Sui comò, sotto campane di vetro e all’interno di scarabattole, sono custoditi vasi con fiori di seta, una Madonna Addolorata in cera, Bambinelli di cera rivestiti con abitini ricamati, adornati con gioielli di corallo e rosari con grani d’argento.

Costituita da nobildonne appartenenti ai ceti più elevati dell’aristocrazia palermitana, la Nobile Congregazione Segreta delle Dame dell’Aspettazione del Parto della Vergine Maria venne istituita tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. La “segretezza” che evoca il nome in realtà contrapporre semplicemente la sfera “segreta” ossia privata, a quella “pubblica”. Le Dame si dedicavano alla preghiera, a opere di elevazione spirituale, ma soprattutto sin dai tempi più antichi aiutavano e assistevano le partorienti povere del rione dell’Albergheria. Le consorelle realizzavano i corredini per i bimbi (i cosiddetti “canestri”), che venivano distribuiti a Natale e a Pasqua alle future mamme. Afferma Gioacchino Di Marzo che le dame si riunivano frequentemente: una volta al mese per meditare la buona morte, in quaresima per gli esercizi spirituali, nella novena del Natale. La guida spirituale delle nobili signore veniva sempre scelta tra i gesuiti della vicina Casa Professa.

Il Marchese di Villabianca e il Canonico Gaspare Palermo indicano il 1595 come anno di fondazione della congregazione, mentre Antonino Mongitore nel suo Palermo divoto di Maria Vergine si riferisce al 1608, che è anche l’anno in cui venne edificato l’Oratorio. Purtroppo, negli archivi dell’Oratorio non sono stati ritrovati i documenti relativi alla fondazione. È probabile che la documentazione che riguarda i primi 100 anni di vita della congregazione sia andata irrimediabilmente perduta quando l’edificio è stato gravemente danneggiato, durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. I documenti più antichi, ritrovati presso l’archivio, sono datati 1692, in un fascicolo dove figurano le cariche delle Dame. La Congregazione era retta da una superiora, che veniva eletta dalle consorelle ogni anno e che era affiancata da due “congiunte”, scelte tra le Dame che avevano quattro quarti di nobiltà. Figurano anche altri ruoli all’interno della Congregazione: segretaria, capo coro, maestra di cerimonia, e così via. Un ruolo particolarmente delicato era quello di tesoriera. Tra i compiti della segretaria invece si legge: “La secretaria oltre la fedeltà e buoni costumi, deve sapere leggere e scrivere, perché ella deve leggere in Congregazione le lezioni spirituali e tutte quelle cose, che bisogneranno in congregazione ed habby cura di tenere ordinaty scritti in una tabella appesa nell’Oratorio li nomi di tutte le sorelle” (Libro della Segretaria, 1699).

L’Oratorio fu realizzato sulle rovine di un edificio ecclesiale preesistente e in un documento del 1608 si afferma che i maestri fabbricatori Giuseppe Russo e Carlo Scotto furono costretti a “sdirrupare” anche alcune case vicine per elevare la nuova fabbrica. Alle raffinate Dame dell’aristocrazia palermitana si deve il buon gusto degli arredi, delle pitture e degli stucchi, delle suppellettili che decorano l’Oratorio.

Nell’estate del 1608 le Dame svolgevano già le loro caritatevoli attività nell’Oratorio del Ponticello, che tuttavia non aveva l’aspetto attuale: ai piedi dell’altare maggiore si può ammirare un frammento di un più vasto pannello di maiolica (oggi disperso), che raffigura l’edificio e un ponte su un corso d’acqua (il Kemonia).

L’attuale veste dell’Oratorio è da datarsi tra il 1770 e il 1730. Durante i primissimi anni del XVIII secolo la superiora intraprese inoltre importanti lavori decorativi, che interessarono sia l’Oratorio che i locali della Congregazione. Artefice della riconfigurazione dell’Oratorio nelle forme attuali fu la Principessa di Buonfornello, Anna Lanza e Bellacera, Donna dotata di grande competenza negli affari e nella gestione del patrimonio familiare. La Principessa, nobildonna di grandi virtù morali, animata da profonda devozione religiosa e da grande ammirazione per Sua Maestà Cattolico Re di Spagna e di Sicilia, ricoprì diverse volte la carica di superiora o congiunta e fu tesoriera della Congregazione del Giardinello dal 1695 al 1717 (anno della sua morte). Si occupò inoltre di trovare i fondi per il restauro dell’edificio e affidò la direzione dei lavori all’architetto e sacerdote trapanese Andrea Palma, suo uomo di fiducia, brillante decoratore.

La Congregazione venne riformata nel 1733 dalla Principessa di San Lorenzo, Eleonora Ruffo e Oneto. Nel 1873 la superiora Bianca Lucchesi palli, Duchessa di Monteleone, arricchì l’oratorio con stucchi, argenterie, nuovi raffinati pavimenti di maiolica.

Dal 1803, anno di elezione a superiora della Regina Maria Carolina (che dal 1799 si era rifugiata con la corte borbonica a Palermo, durante l’occupazione napoleonica di Napoli) il grado di superiora venne ricoperto nominalmente dalla regnante in carica (rappresentata in loco da una vicaria): la Regina Margherita di Savoia fu eletta nel 1878 e la regina Elena di Montenegro nel 1900.

Interventi di restauro sono stati necessari nel periodo postbellico, per i danni ingenti causati dalle bombe durante la Seconda Guerra Mondiale: grazie all’accorato appello della superiora, la Duchessa della Verdura e all’impegno economico delle Dame, la cappella venne restaurata e riaperta al culto.

Nel 1985 fu eseguito un intervento di manutenzione straordinaria per le infiltrazioni d’acqua provenienti dal soffitto. Tra il 2004 e il 2011 sono stati restaurati gli affreschi di Antonio Grano e tra il 2018 e il 2019 sono state restaurate le 36 sedi presbiterali in legno intarsiato.

Anche oggi la Congregazione è formata solo da donne, molto impegnate nell’ambito sociale (preparazione di corredini per neonati, doposcuola per i bambini dell’albergheria, adozione a distanza di alcuni bambini, ecc.). Le Dame si riuniscono ogni venerdì del mese, per gli esercizi spirituali prima di Pasqua, per la festa di Maria Santissima dell’Aspettazione del Parto (il 18 Dicembre, otto giorni prima del Natale).

La Madonna dell’Aspettazione al Parto

La patrona della Congregazione è la Madonna dell’Aspettazione al Parto, raffigurata da anonimo pittore del XVIII secolo nella pala d’altare dell’Oratorio: la Vergine incoronata è in ginocchio davanti all’Onnipotente e ai piedi della Madonna è collocato un canestrino, dove è riposto il corredino di un neonato.

Causa dell’inconvenienza della festa gioiosa dell’Annunciazione, il 25 marzo, in pieno tempo di Passione, i vescovi della Spagna spostarono questa grande festa al 18 dicembre, celebrando sia l’Annunciazione che la Divina Maternità della Beata Vergine Maria. Successivamente, il rito mozarabico si incontrerà con il rito romano e la festa del 25 marzo troverà il suo posto in Spagna. Tuttavia, la devozione dei fedeli era così grande che la Chiesa istituì, il 18 dicembre, otto giorni prima di Natale, una nuova festa intitolata Aspettazione del Parto della Beata Vergine, in ricordo dell’Annunciazione, e serviva anche come preparazione alla Natività.

La Madonna dell’Aspettazione al Parto è detta anche Madonna della Speranza e, certamente, nulla raffigura la speranza quanto una donna in attesa della nascita del Figlio. Aspettazione significa attesa. In effetti, sono due ad aspettare.

L’Immacolata attende il suo divin Figlio. Lo aspetta in pace e gioia. Veramente è benedetta nella sua attesa. Più di tutti i profeti, desidera quest’ora di liberazione, più dei Re dell’Antico e del Nuovo Testamento, vuole dare suo Figlio, il suo Salvatore, al mondo desolato. Lei anela con tutto il suo spirito all’ora in cui Lui, il Signore e il Maestro, aprirà le sue porte: “Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte eterne, ed entri il re della gloria” (Salmo 23).

Anche Nostro Signore sta aspettando dall’altra parte della porta. Sta aspettando la sua ora come dirà tante volte: “La mia ora non è ancora arrivata!” Con quali infiniti desideri sospira, langue nel grembo vergine dell’Immacolata. Colui che è senza tempo, è diventato prigioniero dell’amore in questo Corpo Immacolato, è diventato prigioniero del tempo.

La Madonna dell’Aspettazione al Parto è detta anche Madonna dell’O. Questa O, che segna il vocativo, è usata per la chiamata, l’introduzione alla preghiera e alla supplica. Segna anche stupore, ammirazione e dolore. Stupore della Natura sorpresa che una Vergine possa partorire senza dolore, ammirazione degli angeli e di San Giuseppe davanti a questi misteri della grazia, e gemiti dei figli di Adamo, seduti nelle tenebre della morte.

Nelle antiche antifone che iniziano con l’esclamazione vocativa “O”, recitate negli ultimi sette giorni di Avvento, all'”O” segue un appellativo riferito al Messia: O Sapienza, O Signore, O Radice di Iesse, O Chiave di Davide, O Astro Sorgente, O Re delle Genti, O Emmanuele. In passato tra le antifone in “O” dell’Avvento figurava anche quella indirizzata alla Vergine: O Virgo Virginum, quomodo fiet istud ? ed era l’antifona d’introduzione propria del Magnificat.

La Preghiera
alla Madonna dell’Aspettazione al Parto

O Maria, Vergine e Madre, Tu sola hai meritato di portare il Salvatore del mondo e lo hai dato alla luce perché si compisse l’opera della nostra Redenzione. Per questa Tua dignità di Madre di Dio, Tu sei degnissima di ogni nostra lode e di ogni nostro amore. Tu che sei il Tabernacolo vivente di Dio, l’Arca della Alleanza del Nuovo Testamento, la Portatrice di Cristo: mostra anche a noi Gesù, Tuo Figlio.
O Madonna dell’Aspettazione del Parto suscita in noi il Tuo ardente desiderio di vedere Gesù, infondi nei nostri cuori il Tuo amore per Lui, comunicaci la Tua fede, la Tua speranza, la Tua carità per piacere a Lui.
O Gesù vivente in Maria, vieni e vivi nei Tuoi servi, nello spirito della Tua santità, nella verità e pienezza delle Tue virtù, nella Comunione dei Tuoi misteri.
O Gesù, domina il nemico potere, a gloria del Padre.
Amen.

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